Intervista a Paolo Bonolis
Da “Bim Bum Bam” fino ad “Avanti un altro”, passando per “Ciao Darwin”, Bonolis ha collezionato un successo dopo l’altro, presentando più di quaranta programmi dei quali è stato sovente anche l’autore.
Paolo Bonolis è tra i conduttori televisivi più amati e apprezzati del piccolo schermo. La sua carriera - una carriera iniziata quarant’anni fa - è stata trainata dalla simpatia, lo stile e la professionalità che questo romano beniamino di un pubblico ampio e trasversale ha saputo dispensare a piene mani e sui principali network televisivi nazionali. Da “Bim Bum Bam” fino ad “Avanti un altro”, passando per “Ciao Darwin”, Bonolis ha collezionato un successo dopo l’altro, presentando più di quaranta programmi dei quali è stato sovente anche l’autore. Se vi siete mai chiesti a quale pozzo il nostro attinga le sue trovate comiche, le sue idee autoriali e il modo di fare che lo hanno reso la macchina da spettacolo che è oggi, Perché parlavo da solo è il libro che fa per voi. «In questo libro si dicono tante cose che riguardano un po’ tutto quello che mi è passato per la mente nel corso degli anni, e quel che è successo nella mia vita», spiega Paolo «il libro è diviso in due parti: una in corsivo e una normale», quella in corsivo è scritta da Bonolis di suo pugno mentre l’altra è il frutto di lunghe interviste in cui il presentatore si è aperto senza filtri, come ha fatto con noi.
… ma Paolo Bonolis parla veramente da solo?
Sì, nel vero senso della parola! A Roma ho uno studio dove mi rinchiudo per progettare e immaginare i miei spettacoli televisivi. Senza un interlocutore potevo parlare solo con me stesso e spaziavo tra mille argomenti. Dopo un po’ ho creduto di essere pazzo, di essere affetto da una patologia. Però mi dispiaceva smettere perché mi trovavo sempre d’accordo con quello che dicevo. Un giorno ho deciso di non limitarmi a parlare ma di mettermi a scrivere, come per scongiurare quella pazzia e ho finito col far leggere quegli scritti ai miei amici. Alla fine, ne è nato un libro.
Hai qualche aneddoto che riguarda i tuoi figli?
Aneddoti che ce ne sono tanti, considerando che ho cinque figli, ma quasi tutti a me avversi. Ne ho uno bello che riguarda Martina. Si è laureata nel 2010 ed è stata molto carina a invitarmi alla sua festa di laurea nel Vermont. È stato molto bello andarci anche se la sera esatta della festa l’Inter giocava una finale di Champions League dopo 35 anni… Voglio molto bene a mia figlia, ma proprio tanto, però quella sera l’Inter ha vinto la Champions e io ero nel Vermont. Alberto Sordi ne Il marchese del grillo diceva: «Potrò essere ancora un po’ incazzato per ‘sto fatto?»
Un giorno ho deciso di non limitarmi a parlare da solo ma di mettermi a scrivere…
A proposito di Inter, hai avuto modo di giocare una partita con le vecchie glorie…
… “giocare” … a dire il vero io ero in campo con loro, e loro giocavano. Li ho visti da vicino ma non ho toccato una palla, come è normale che sia: loro sono professionisti! Ma è stato bello lo stesso, era la serata di addio allo Zio Bergomi. Non ho combinato una mazza ma è stato divertente poter indossare la maglia che sognavo da bambino.
Parli molto di sport nel libro: calcio, tennis ma anche di olimpiadi speciali…
Mia figlia Silvia ha partecipato alle qualificazioni per le Special Olympics. Si è cimentata nei dieci metri piani assistiti e nel lancio della palla. Ha vinto due medaglie ma, se devo essere onesto, nei dieci metri piani ha vinto per ritiro dell’unica avversaria… che poi non si è proprio ritirata, è che lo sparo alla partenza l’ha spaventata e non è partita… è bello come anche in queste competizioni particolari ci sia voglia di vincere e di condividere. È stato uno dei capitoli più belli della mia vita.
Sei sempre stato dissacrante nei confronti delle differenze…
Io non dissacro le differenze ma l'ipocrisia nei confronti delle presunte differenze. Non siamo tutti uguali e dobbiamo farcene una ragione ma quello che conta veramente è l’atteggiamento che abbiamo verso la differenza. A volte usiamo le pinze, quando invece basterebbe comportarsi in modo normale.
Non siamo tutti uguali e dobbiamo farcene una ragione perché quello che conta veramente è l’atteggiamento che abbiamo verso la differenza.
Questo approccio l’avevi anche con i bambini?
Certo! È con questo spirito che facevo “Bim bum bam”. Mi rivolgevo ai bambini parlando di temi che li potevano interessare, ma parlando in modo normale. Io concepisco i “birignao” e i “ka ka ka” con i neonati perché siamo mossi dalla dolcezza nei confronti del piccino. Ma quando cominciano a fare soggetto, verbo e complemento, bisogna cambiare registro!
Nota:
Paolo Bonolis ringrazia chi ha reso possibile la pubblicazione di questo libro perché: «[…] tutti i proventi saranno devoluti in beneficenza all’associazione Adotta un angelo (ce.RS). Quello che acquisterete è una mano tesa verso un sacco di bambini».
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Paolo Bonolis è nato a Roma nel 1961. Negli ultimi quarant’anni ha condotto sia per Rai sia per Mediaset importanti trasmissioni ed è stato ideatore, autore e anima di programmi innovativi di straordinario successo che hanno segnato la storia dell’intrattenimento in tv. Il suo primo libro, "Perché parlavo da solo", è stato pubblicato da Rizzoli nel 2019.