Intervista ad Alessia Gazzola
Alessia Gazzola torna con un nuovo romanzo e un nuovo personaggio. Con tutta la sua dolcezza ci racconta di Costanza Macallè, la protagonista de Questione di Costanza...
Ci avete mai pensato? fra tutte le virtù, la Costanza non è apprezzata come dovrebbe.
Stiamo parlando di Costanza Macallè, intendiamoci, che dietro a una cascata di leonini capelli rossi, nasconde abilità e determinazione degne di miglior causa. Perché in un paese incapace di valorizzare i talenti di una trentenne con molte frecce al suo arco, l’unica chance a portata di mano può essere quella di accettare un contratto precario quant’altri mai per fare la paleopatologa. … beh, se a questo punto vi state chiedendo cosa faccia esattamente una paleopatologa per sbarcare il lunario, forse fareste meglio a girare la domanda ad Alessia Gazzola, che sul tema sembra aver molto da raccontare.
«Ho visto un programma in televisione sull'indagine svolta sui resti di Cangrande della Scala. Gli studi hanno rivelato che venne avvelenato» – rievoca Alessia, col sorriso di chi ti stia raccontando quanto ha apprezzato l’ultima puntata di un teen drama a tinte pastello – «Mi sono appassionata subito a questa materia, che si trova a metà tra la medicina e l’archeologia. Ho preso contatti con l’università di Pisa e ho partecipato al “Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology”, è stata un’esperienza stupenda. Non sono certa che Costanza ami questa materia come me, ma sicuramente mi sono divertita». E non facciamo fatica a crederle perché il divertimento che proviamo noi nel leggere Questione di Costanza è direttamente proporzionale al divertimento con cui Alessia si è gettata a capofitto in questa nuova, spericolata e briosa impresa narrativa.
Costanza è la protagonista del tuo nuovo romanzo. Ci racconti qualcosa di lei?
Costanza ha 29 anni e dei bellissimi capelli rossi. È single e ha una bimba di tre anni: Flora, ma le circostanze della sua nascita sono misteriose. È appassionata di anatomia patologica e vorrebbe trovare lavoro in Inghilterra ma, nell'attesa di realizzare questo sogno, si ritrova a dover accettare un contratto di un anno in un istituto di paleopatologia. Ho un segreto da confessarvi: Costanza sarà protagonista di almeno tre romanzi.
Che effetto ti ha fatto creare un nuovo personaggio femminile dopo l’esperienza di Alice, la protagonista della serie de L'allieva?
È stata una bella sfida perché avevo il timore di ripetermi, così ho lavorato molto sulla sua identità. Costanza è una madre sola con una grande forza un carattere che le deriva dalla maternità: non può permettersi di indugiare, deve trasmettere certezze a sua figlia. Anche il coraggio non le manca e ha un pizzico di incoscienza che la porta a lanciarsi a capofitto nelle avventure. È molto coraggiosa e ha una grande sicurezza, in questo è l’opposto di Alice che è un’eterna titubante.
Sono sempre alla ricerca di episodi che mi colpiscano e di persone da trasformare in personaggi. A volte un aneddoto che mi viene raccontato diventa la miccia che innesca la narrazione.
Anche in questo romanzo sottolinei la difficoltà che i giovani hanno oggi nel trovare lavoro e ci regali una fotografia dei tempi in cui viviamo. Quello della precarietà un tema che senti tuo?
Sì. I temi della precarietà e della difficoltà di trovare la propria identità lavorativa mi stanno molto a cuore. Ne parlo in ogni mio libro, infatti anche Alice era una specializzanda in medicina legale che non riusciva a sistemarsi. Questa condizione di precarietà fa parte della mia generazione e, anche se io sono stata molto fortunata, non posso dire lo stesso delle persone che mi circondano. Ho tanti amici alla soglia dei 40 che ancora arrancano… è terribile, perché si perdono le prospettive a lungo termine. Diventa impossibile fare dei programmi.
Da cosa trai spunto per le tue storie?
Beh, la precarietà offre sicuramente tanti aspetti interessanti e, per quanto siano tragici, hanno anche dei risvolti comici. Per il resto mi guardo molto attorno, sono curiosa per natura e mi piacciono le storie della gente. Sono sempre alla ricerca di episodi che mi colpiscano e di persone da trasformare in personaggi. A volte un aneddoto che mi viene raccontato diventa la miccia che innesca la narrazione.
Quanto tempo ti ha preso, la scrittura di Questione di Costanza?
Questo libro ha avuto una gestazione lunga, perché l'idea di accostarmi alla paleopatologia l'avevo avuta già un paio di anni fa. Finché c'è stata Alice non potevo dedicarmi a un altro personaggio, lei non concedeva spazi. Costanza quindi è rimasta nel cassetto, finché ho raccolto tutti i tasselli. A quel punto la sua nascita è stata molto rapida. Un aneddoto: Manzoni era solito raccontare che quando stava scrivendo I promessi sposi non vedeva l’ora di rimettersi all’opera per ritrovare i suoi personaggi, e per me è stato lo stesso. Non vedevo l’ora, insomma, di lavorare su Costanza!
Cosa stai leggendo in questo periodo?
Il conte di Montecristo. Quest'anno mi sono data l'obiettivo di recuperare dei classici che non avevo letto. Conoscevo la trasposizione cinematografica ed ero ansiosa di leggerlo. È divertentissimo, c’è una tensione continua. Nonostante le 1200 pagine è una lettura scorrevole, sono circa a metà, ho davanti ancora un paio di settimane di rilettura.
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Alessia Gazzola è medico legale. "L'allieva" (Longanesi, 2011) è il suo primo romanzo, in cui sono raccontate le disavventure della giovane tirocinante Alice Allevi. Tra le altre opere ricordiamo "Sindrome da cuore in sospeso" (2012), "Un segreto non è per sempre" (2012), "Le ossa della principessa" (2014), "Una lunga estate crudele" (2015), "Non è la fine del mondo" (2016), "Arabesque" (2017) e "Lena e la tempesta" (2019). Eccetto "Non è la fine del mondo", edito Feltrinelli e "Lena e la tempesta" edito Garzanti, gli altri libri dell'autrice sono pubblicati in Italia da Longanesi. Nel 2019 torna in libreria inaugurando una nuova serie: "Questione di Costanza" incentrata sul personaggio di Costanza Macallè.