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Non sono un amante della prima persona, tuttavia l'autrice riesce a non farmela pesare e a farmi immedesimare nel personaggio. La storia è semplice ma pregna di vita, il che la rende godibile.
Intenso, particolare e di una forza straordinaria!
#libroletto Narra l'incontro fra Rosita studentessa universitaria di Medicina fuori corso con Ludovico Lepore, Avvocato anziano, con chi instaurerà un rapporto di lavoro insano. La Canepa delinea due storie molto umane, una moderna quella della ragazza del sud che scappa al norte per studiare e svincolarsi da una madre vedova assillante e asfissiante. Rosita che tenta tutto per provvedere al proprio sostentamento con lavoretti saltuari... l'altra storia del sapore attuale ma con una narrazione del gusto antico, dell'amore omosessuale fra due cari amici diventato l'ossessione del anziano avvocato. Nel raccontare emergono diversi profili umani e sentimenti come l'inadeguatezza e la bassa autostima da parte di Rosita e la misoginia e autoritarismo manipolatore da parte di Ludovico. Personaggi forti e ben delineati. Fresco, ironico, fluido, coinvolgente, intelligente ma non pesante, non banale.
Recensioni
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Medievalista, ma anche laureata in Psicologia, bibliotecaria, ma soprattutto scrittrice di razza. Ha esordito non giovanissima Emanuela Canepa, ma la lunga attesa e il tempo in cui ha lavorato al suo romanzo di debutto, hanno consegnato un’opera matura, di finissima psicologia, di congegnata struttura, che autori ben più consumati non trovano nemmeno in stadi avanzati della carriera. L’ineluttabile percorso di vittima che la vita sembra aver assegnato all’antieroina di Canepa, Rosita Mulé, scorre inesorabile: fa i conti prima con la madre, poi con l’addio alla propria terra, con un percorso di studi che prosegue a rilento, con un lavoro insoddisfacente e malpagato, uno scorrere di giorni senza picchi. L’esistenza, però, svela Rosita, che narra in prima persona, per quel che è: non un essere passivo, ma che sa anche digrignare i denti e dar vita a una rivoluzione personale. Ecco cosa c’è in uno dei romanzi più sorprendenti dell’ultima stagione letteraria, approdato all’officina romana di Einaudi, Stile Libero, affidato alle cura di Rosella Postorino, nelle vesti di editor, e arrivato in libreria come L’animale femmina (260 pagine, 17,50 euro).
Ne L’animale femmina Canepa è riuscita a intrecciare con equilibrio, senza rinunciare al”una o all’altra, l’interiorità psicologica di un personaggio, Rosita, e un’architettura in cui inserirlo, dal passato al presente. Rosita non intende immergersi nell’archetipo di ragazza di provincia del sud a cui, per lei, aspira la madre. Cerca la vita altrove. Finisce studentessa universitaria fuori corso e cassiera a Padova (la città dove Canepa, romana, vive), a fare i conti probabilmente con un amore sbagliato. Poi l’incontro – galeotta la restituzione di un portafoglio – con un misantropo e misogino, come l’avvocato divorzista Lepore, che ha circa una settantina d’anni, la espone a un legame di dipendenza (accetta di diventarne la segretaria, per evidenti difficoltà economiche, lascia il supermercato, pensa di poter riprendere a dare qualche esame all’università) e a un ruolo subalterno, tanto da subirne quotidianamente le frustrazioni e da essere colpita nei punti deboli, spesso in modo subdolo. Sembrerebbe un confronto a senso unico, col personaggio perfido (di cui l’autrice fa bene a raccontare anche il passato in terza persona, con un flash-back che svela la sua disillusione e la sua generale avversione per le donne) che straripa, il duello però finisce per avere un andamento sorprendente, di fatto Rosita evolve e inizia a parare i colpi, la dialettica psicologica è tutto fuorché scontata ed è dispiegata in modo magistrale (fino all’episodio di una statuetta votiva etrusca, antico pegno d’amore, da recuperare…).
Da manipolazione, assedio e vessazioni mentali nasce una ribellione silenziosa, una rivalsa capace di sovvertire i ruoli e far vacillare il carnefice. L’avvocato provoca, pensando di aver di fronte un essere prevedibile. Si sbaglia. È in questo snodo che sta l’abilità di Canepa, che tiene alta la tensione, cuce assieme particolari e sfumature, costruisce una storia che può sembrare una collezione di fallimenti, per la sua Rosita, ma che finisce per essere un susseguirsi di potenziali piccole rivoluzioni, e basta afferrarne una davvero, per cambiare tutto. Il coraggio per lasciare la provincia campana non resta isolato. la sconfitta che sembra insita nell’anima di Rosita può evaporare e forse è il suo “nemico” a regalargli questa grande opportunità. L’animale femmina tocca vette, è un romanzo difficile da dimenticare.
Recensione di Micol Treves
Con la sua narrazione semplice, senza artifici, ma allo stesso tempo ricca e fresca, Emanuela Canepa colpisce al cuore il lettore fin dalle prime pagine; e riesce a farlo grazie anche alla figura della protagonista, Rosita Mulè, una giovane donna che, temendo di rimanere incastrata in un ruolo che non le appartiene, decide di andare il più lontano possibile dalla madre e da quel suo paesino del sud Italia che per lei rappresenta una prigione. Ma i sogni devono far sempre i conti con la realtà, così dopo pochi anni la ragazza si ritrova ad essere una studentessa di medicina a tempo perso e cassiera precaria a tempo pieno, almeno fino al fortuito incontro con l’indecifrabile avvocato Ludovico Lepore.
Rosita, complessa, fragile, ma soprattutto umana, così come tutti i personaggi che animano la storia, dà vita ad un romanzo che si potrebbe definire come un’indagine psicologica della mente umana e dell’animo femminile, e non solo.
Attraverso quell’insidioso gioco che si istaurerà tra la ragazza e Lepore e a quella sottile manipolazione che l’avvocato attuerà nei confronti della giovane donna, l’autrice cercherà di andare in fondo all’animo di quell’uomo cinico e rude, facendoci scoprire un volto diverso.
Il principale merito di Emanuela Canepa è quello di saper descrivere la quotidianità femminile senza inutili abbellimenti, facendo risaltare le fragilità e le contraddizioni di una Rosita ancora alla scoperta di se stessa, che inizierà un lento e inconsapevole cambiamento, fino a toccare il fondo.
Un romanzo che sa coinvolgere ed è in grado di regalare molti spunti di riflessione.
Recensione di Annalaura Barreca
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