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Le contraddizioni delle donne, ma anche le fragilità degli uomini in un'educazione sentimentale che ribalta le dinamiche di potere, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo.
«Uno spiazzante gioco senza sesso che dà voce alla forza carsica del femminile». - La giuria del Premio Calvino
«Un romanzo sofisticato. Un'autrice sapiente che sa raccontare quel che accade oggi con tutta la drammaticità di un presente senza filtri». - la Repubblica
Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere piú soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La scrittura dell'autrice è ottima e ricercata nei termini utilizzati, la narrazione riesce ad attirare l'attenzione del lettore ed invoglia a scorrere le pagine per vedere come si evolve la trama e come si sviluppano i personaggi. I personaggi sono caratterialmente ben descritti, dal personaggio femminile principale fino alle figure secondarie i quali tutti acquisiscono un senso come ingranaggi ben inseriti nella trama principale. L'affezione che si crea coi personaggi è tale da farti desiderare una trama più lunga, il finale l'ho percepito un pò sbrigativo in quanto speravo di seguire gli ulteriori sviluppi della storia. I flashback narrativi negli anni '60, all'inizio disorientano un pò perché interrompono la trama principale, ma verso il finale se ne capisce il senso e aiutano a definire meglio la personalità della figura antagonista di Ludovico. La storia della statuetta, a differenza di quanto scritto in altre recensioni, non è affatto "patetica": essa acquisisce un importante valore simbolico nella storia di vita del personaggio d Ludovico e rappresenta i suoi sentimenti e la sua relazione con Guido. Per chi vive a Padova poi è bello ritrovare nella narrazione il nome di vie e luoghi conosciuti. Libro assolutamente consigliato!
Non sono un amante della prima persona, tuttavia l'autrice riesce a non farmela pesare e a farmi immedesimare nel personaggio. La storia è semplice ma pregna di vita, il che la rende godibile.
Questo romanzo è un pugno allo stomaco. 259 pagine divorate, lette più e più volte per cercare di capire ogni parola, ogni frase. Lo stile del romanzo è semplice e mai banale e alcune frasi sono vere e proprie perle!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Rosita Mulè è una studentessa fuoricorso della facoltà di Medicina. Sfuggita a una madre opprimente e al suo paesino di provincia, cerca di sopravvivere da sola a Padova, destreggiandosi in maniera maldestra tra il suo lavoro di cassiera e gli esami universitari, che sembrano insormontabili. Un giorno, sotto le festività natalizie, il ritrovamento di un portafoglio la porta dritta da Ludovico Lepore, un anziano avvocato che si insinuerà nella vita di Rosita. In poco tempo, Lepore riuscirà a sfruttare le debolezze della ragazza, che dovrà cercare il modo di riprendere in mano la sua vita, emancipandosi da chi la vuole controllare.
L’animale femmina è un romanzo che dimostra come anche ai nostri tempi sia necessario parlare di emancipazione femminile: le prevaricazioni di Lepore, la necessità di sopportare tutto per sopravvivere per non essere obbligati a tornare da chi le aveva detto che non ce l’avrebbe mai fatta, Rosita incarna le fragilità che una giovane donna contemporanea può incontrare nel suo percorso di conquista di un posto nel mondo.
Emanuela Capena è in grado di descrivere tutto questo, in un romanzo dal linguaggio semplice ma intenso, capace di rimanere impresso nell’immaginario dei lettori.
Recensione di Sara Samà
A cura del Master in Editoria dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
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