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Con la consueta lucidità e talvolta ironia la Fallaci ci racconta uno spaccato degli Stati Uniti negli anni 60. Bello leggere come si meraviglia del coltello elettrico per tagliare il pane o il tacchino e del videocitofono. Descrive le contraddizioni di un paese sia all'avanguardia nel mondo ma anche ancorato alle tradizioni. Come molte cose possano sembrare assurde ma questa è l'America. Leggerlo è fare un balzo nel passato per poi tornare nel presente e rendersi conto che la cronaca narrata sembra quella di oggi.
È sempre lei: l'inimitabile e irraggiungibile Oriana. Anche quando il suo tono si fa più ironico e divertito, anche quando racconta di divi del cinema hollywoodiano e di ricchi d'America. Una Oriana che è già grande e che rivela tutto il suo talento, una giornalista che è già capace di lasciare il proprio segno inconfondibile e che può essere destinata solo a diventare unica. C'è in questi reportage tutta l'Oriana che conosceremo negli anni successivi quando diventerà corrispondente di guerra: il suo sguardo attento, la sua mente sveglia, il suo riflettere inarrestabile, la capacità di guardare con ironia ma anche serietà al mondo, il desiderio che non si estinguerà mai di cercare di capire l'uomo. Con questo libro, Oriana ci restituisce un ritratto d'America unico dove si rincorrono contraddizioni e ambiguità: un mondo lanciato verso il futuro ma privo di un passato, una terra in cui deserti sconfinati lasciano all'improvviso il posto a città accecanti per le tante luci che le illuminano, una realtà che grida alla democrazia ma che porta ancora viva in sè la segregazione razziale. È una "sfinge incomprensibile" l'America, dirà Oriana, che ti illude e ti seduce e ti fa sorridere, ma che allo stesso tempo ti fa arrabbiare e inorridire. Oriana si innamorerà dell'America e qui lascerà parte di sè; amerà di questa nazione i valori della libertà e della democrazia, senza mai dimenticare i lati più oscuri di questo Paese. Forse il fascino che questa terra esercitò su Oriana è tutto racchiuso in questa frase: "l'allucinante mistero che chiamamo America ha ancora da insegnarci qualcosa: a disubbidire".
Libro da antologia, grande (come sempre) Oriana Fallaci
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