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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 1997
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Una lettura gradevolissima, dentro la quale si percepisce la profondissima cultura, umanistica e scientifica, dell'autore, questa volta alle prese con il tema delle isole e dell'"isolanità", quello stato fisico e mentale di isolamento (appunto) che genera ecosistemi unici e peculiari. Quando poi l'osservatore di questi è un neurologo dalla sconfinata curiosità - isolano anch'egli - appassionato di letteratura di viaggio e naturalistica, il risultato non può che essere un saggio denso e stimolante, con un bel corredo di note, bibliografia e, vivaddio, indice analitico.
Un libro curioso di Sacks: da un lato la sua esposizione dei casi, con la sua solita arguzia ed attenzione ai pazienti, dall'altra anche approfondimenti sulle isole da lui visitate, dalle quali traspare il suo amore per quelle zone; non più quindi casi ambientati in ospedali o cliniche, come avvenuto in tutti i suoi libri che ho letto in passato, ma viaggiando di luogo in luogo, un testo a metà tra una trattazione scientifica ed un diario di un viaggiatore attento e curioso. Un connubio molto particolare, lo consiglio assolutamente.
Torno a leggere Sacks dopo "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" e ritrovo la stessa meravigliosa empatia di questo neurologo con i pazienti. Il romanzo mescola insieme diversi generi: si passa dal resoconto naturalistico al resoconto di viaggio sino al trattato di medicina, essendo Sacks neurologo. L'isola dei senza nome si compone di due parti che corrispondono ai viaggi compiuti dallo stesso Sacks nella Micronesia. Lo scenario, i luoghi che Sacks visita, non sono solo ricchi di meraviglia, di flora e di fauna, ma anche di orrore, di malvagità e, a tratti, di pazzia. I viaggi compiuti dall'autore nella Micronesia sono viaggi nati con lo scopo di documentare, raccontare le malattie che le popolazioni e gli abitanti devono affrontare. Le isole che visita non sono solo luoghi da visitare, ma sono oggetto e soggetto di esplorazione per parlare della malattia, in questo caso dell'incapacità di vedere e riconoscere i colori. Con l'autore ci addentriamo nella psiche umana, nei suoi angoli più nascosti, nei suoi anfratti e Sacks ci restituisce il significato, la bellezza di popolazioni uniche in una natura rigogliosa, incontaminata e vivida nei suoi colori e nelle sue mille forme. Proprio come Darwin, anche Sacks ci mostra un altro tipo di viaggio, forse quello più complesso: il viaggio nella nostra mente scandagliando ogni aspetto svelandoci i suoi segreti.
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