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Anno edizione: 2017
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Il libro mi è piaciuto ma non da subito..la prima parte un po' monotono poi la lettura diventa fluida. Libro ok, mi aspettavo di più
Finito poco fa, davvero nulla di che. Lasciate perdere i titoloni altisonanti, un libro senza svolte, senza colpi di scena, che inizia e finisce senza sussulti. Carino ma nulla di più.
Il giardino delle farfalle è un thriller forte, amaro e a tratti agghiacciante che parla di violenza e perversione umana. L’autrice, infatti, descrive la storia di alcune donne strappate dalla loro vita e costrette a vivere in un giardino, come farfalle. E lo fa attraverso il punto di vista di Maya, una delle vittime che si è salvata grazie alla sua mancanza di empatia. Alcuni capitoli sono stati tosti da digerire (avevo la nausea durante la lettura), ma necessari a comprendere l’orrore della loro reclusione. “Le vere farfalle potevano volar via, irrangiungibili. Le Farfalle del Giardiniere potevano solo cadere, e anche quello solo di rado.” Superato lo scoglio dei primi capitoli, il libro si fa più interessante e il racconto di Maya, pur avendo sempre un tono piatto, incuriosisce. Non c’è azione, né dinamicità, ma è molto interessante l’aspetto psicologico che lega le farfalle al Giardiniere e viceversa che risulta essere ambiguo e contorto. Non è un thriller perfetto, a mio avviso alcuni aspetti sono superflui, ma la lettura scorre bene e la trama è abbastanza originale.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sei sopravvissuta al Giardiniere e ai suoi figli – fa notare Sophia – Perfino se i tuoi genitori si presentassero, tu non gli devi nulla. La tua famiglia é qui all’ospedale e a New York. I tuoi genitori non sono nulla.
Maya è una delle poche superstiti che la polizia è riuscita a salvare dal “Giardino e dal suo Giardiniere”. Un posto incantato, quasi magico, con alberi meravigliosi, grotte isolate, giardini e fiori perfetti. Il paradiso in una metropoli? NO, un campo di torture, in cui il Giardiniere tiene segregate le sue farfalle: ragazze poco più che adolescenti, su cui si avventa ogni volta che ne ha voglia. Su di loro, oltre a violenze fisiche e carnali, infierisce brutalmente con grandi tatuaggi sulla schiena rappresentanti delle farfalle. Ma le farfalle racchiudono una bellezza che dura poco nel tempo. E cosa succede quando la bellezza scompare perché magari si lasciano morire di fame o tentano il suicidio all’interno del giardino? Questo e molto altro esce dalla confessione della superstite Maya agli agenti dell’FBI Victor Hanoverian e Brandon Eddison. Ma qualcosa non torna nel racconto della ragazza, soprattutto quando nel lungo racconto di ciò che è accaduto nel giardino, spuntano anche i figli del Giardiniere...
“Forse morirai o forse no; ora rilassati e lascia che i dottori facciano il loro lavoro“
Thriller molto avvincente, ma anche molto violento, soprattutto quando subentrano minorenni e ti immedesimi nella scena, immaginando cosa sarebbe successo se qualcuno dei tuoi familiari fosse stato nel giardino. La trama in sé è davvero originale, ma resto sempre basito quando leggo certi racconti o sento di fatti veramente accaduti su uomini che tengono segregate donne “nel loro scantinato”: possibile che le mogli di questi uomini non si accorgano mai di nulla? Un rumore, un odore, un sospetto... nulla... nessuno vede e sente nulla, per giorni, per anni. E molto spesso dietro questi orchi, si cela un direttore di banca, un insegnante, un medico... uno qualunque.
“Respirai a fondo e imposi ai miei muscoli di rilassarsi. Chiusi e schiusi i pugni, e con ognuno di quei movimenti allentavo un po’ di tensione alla schiena”
Recensione di Marco Cattaneo
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