L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Promo attive (1)
Anna Maria Mori, che con la famiglia lasciò la nativa Pola per l'Italia, ripercorre le vicende dell'esodo istriano attraverso il confronto epistolare con Nelida Milani, che a suo tempo scelse di restare, rinunciando alla lingua, a molti affetti, alle consuetudini di un mondo che, con ferocia, veniva snaturato.
«Questo è il libro da cui ho imparato di più. È stato per me – ed è stato e sarà per molti – una grande lezione di storia» – Guido Crainz
Cos'è stato davvero l'esodo istriano del secondo dopoguerra? Come ha cambiato la fisionomia e le sorti di un territorio? E come ha stravolto le vite dei molti esuli e di quei pochi che scelsero di rimanere? Nemmeno il tempo è stato capace di cancellare il trauma subito, che è riemerso dalle pieghe della storia per andare incontro a una dolorosa rielaborazione. Anna Maria Mori, che con la famiglia lasciò la nativa Pola per l'Italia, ripercorre quelle vicende attraverso il confronto epistolare con Nelida Milani, che a suo tempo scelse di restare, rinunciando alla lingua, a molti affetti, alle consuetudini di un mondo che, con ferocia, veniva snaturato. Il dialogo che anima queste pagine restituisce intatto, a distanza di decenni, il sofferente vissuto di entrambe le parti: l'umanità dei «rimasti» e quella degli «andati». Gli aneddoti si confondono con la cronaca, le riflessioni si intrecciano alla memoria, in un viaggio dentro e fuori di sé, nei ricordi da confrontare con altri ricordi, e nei chilometri sulla costa o all'interno dell'Istria. Mentre gli spettri dell'esilio e dell'intolleranza sembrano incombere nuovamente sull'Europa e sul mondo intero, appare più che mai necessario fare i conti con questa storia e con gli interrogativi che ancora la accompagnano.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
un libro sotto forma di scambio epistolare, per nulla noioso anzi, tra due amiche una "andata" e l'altra "rimasta" nella Pola titina. Le crudeltà subite da parte degli slavi e le angherie subite da parte degli italiani- brava- gente(!) Una storia vergognosamente sotto taciuta per decenni e che la benvenuta "giornata della memoria" non ha ancora riabilitato del tutto.
Una lettura doverosa sull’esodo istriano del secondo dopoguerra di cui si continua troppo poco a parlare o lo si fa solo per bieco uso politico. Una memoria cieca ed emotiva, evocativa è quella di colei che è rimasta e vive una città sepolta da nuovi nomi, da lingua straniera e dalla mancanza di una madre che si fa metafora di una patria. L’altra voce, più razionale, lucida, di chi se ne è andato in esilio e forse riesce a dare un confine più netto fra il prima e il dopo. Un passato che è presente per Nelida Milani, un passato sbiadito e , forse, addomesticato dalla nostalgia quello di Anna Maria Mori. Liberazione per il popolo jugoslavo o Occupazione per gli italiani d’Istria? In un clima sempre più intollerante verso gli italiani indiscriminatamente ritenuti fascisti si consuma il dramma del veder svanire la propria comunità o i propri cari, massacrati nelle foibe o costretti a suon di minacce e violenza fisica e psicologica all’esilio. Patria perduta da entrambi: i rimasti e gli andati. Anna Maria Mori ricorda il doversi confrontare con i “privilegi” da profugo, come esser promossa a scuola nell’anno successivo ma non capirci niente o inserirsi in nuove amicizie a suon di regali.E sempre costante il disagio di dichiararsi italiana nata a Pola ed esser invece identificata come profuga in patria. Chi resta, invece, sceglie di mandare i figli alle scuole croate, furbescamente esibendo qualche lontana radice slava così come avevano esibito quella italiana, al momento giusto oppure convinti da continue minacce e angherie. Gli studenti rimasti, fra cui la Milani, devono difendere una identità anche culturale che resta flebile grazie a qualche professore che si ostina con sottigliezza a mantenere indipendenza di pensiero e un dialogare maturo con gli alunni. La fame di libri, più che di pane, saziata passandosi di mano in mano quei pochi che arrivano nei pacchi dei parenti emigrati, come se la lingua fosse un vestito con cui coprire il freddo dei nuovi alfabeti imposti
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore