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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Con una scrittura tesa e precisa, L’abbandono si immerge negli abissi più profondi e indicibili dell’animo umano scandagliando la complessità degli ambienti famigliari: ecosistemi spesso instabili dove si trovano a coesistere la spontaneità dell’amore, il richiamo del sangue e la vischiosità dell’obbligo.
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Dirvi semplicemente che mi è piaciuto assume i contorni dell'eresia. Io questo romanzo l'ho vissuto, respirato, mi è entrato nelle viscere, l'ho digerito e poi l'ho risputato a mia immagine e somiglianza. Non sono termini scelti a caso, perché la connotazione religiosa e i meccanismi del corpo sono fulcri centrali di questa narrazione. Si dice che tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice lo è a modo suo, e questo Durante ce lo insegna. L'abbandono è la storia di una famiglia disfunzionale, e lo si vede nella costruzione del montaggio: un presente statico a indicare immobilità, quell'impossibilità di cambiamento che è propria dei grandi traumi e della sopravvivenza intrisenca che ne è conseguente per non soffrire troppo; poi c'è il passato, con la memoria che filtra i ricordi in immagini non di ciò che è stato, ma di come la protagonista l'ha vissuto: è la parte preponderante, quella che ha più peso perché è lì che l'erba malefica si è attaccata ai corpi e ai sentimenti; poi c'è la parte di scrittura, i dossier delle persone morte mai reclamate, a ricordarci che polvere eravamo e torneremo a essere. Anna ha 38 anni, per motivi di assistenza (e qui si apre un ventaglio di riflessioni su cosa sia la malattia e la disabilità nell'età della vecchiaia) ed economici, torna a vivere con il padre, professore integerrimo di lettere alle superiori. Ma è il rapporto con il fratello allontanato da casa 20 anni prima, con cui deve fare i conti il lettore. Non mancano le atrocità, perché la tragedia fa parte della vita. Non manca un linguaggio tesissimo, preciso, meticoloso nel nominare farmaci e procedimenti medici, rigoroso, poetico, luminoso a illustrare ciò che di buio c'è nell'animo umano: la sua naturale malvagitá. Durante ha scritto qualcosa di grande, qualcosa di vero, di perfetto nell'imperfezione di ogni testo che vuole raccontare gli aspetti dell'essere umano. Un testo psicologico e perturbante, che non manca di colpi di scena.
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