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Ho letto tutti i libri di Connelly che vedono protagonisti i soliti Bosch, Haller e compagni e ora sto leggendo i rimanenti romanzi senza questi attori. Dopo Debito di sangue e Utente sconosciuto anche questo ha una trama avvincente ma come quasi tutti i thriller di Connelly ha un finale molto improbabile (io lo definisco "cinematografico") che rovina tutto. Comunque rimane una lettura piacevole, nonostante le troppe pagine dedicate ai tecnicismi dello spionaggio.
Tutto un po’ troppo improbabile: non si rapina qualcuno mentre dorme in una camera d’albergo perché il rischio che si svegli è altissimo, inerpicarsi nella tromba dell’ascensore è da atleti super in forma, strisciare nei condotti dell’aria di un edificio in cui si è stati anni prima e per di più con una bambina è assurdo, ma, superate queste aporie della trama, il ritmo è di livello e il finale avvincente. Un po’ troppo lunghi i dettagli tecnici dell’installazione delle telecamere e della manomissione delle serrature, tanto da essere quasi un manuale dello scassinatore, attività con ogni probabilità raramente esercitata dai lettori
Giudizio buono. Bella l ambientazione a LAS Vegas nella vita dei casinò. Mi è piaciuta di più la prima parte rispetto alla seconda. Magari non è il miglior libro di Connelly, ma comunque la trama c è, il libro è scorrevole. Io do 4 stelle
Recensioni
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"Riconobbe subito la voce. Fece una pausa e sentì un gelo scorrerle lungo la schiena. Premette il pulsante di attesa, mentre un'eccitazione quasi palpabile le colmava il petto."
Scrivere un bestseller di qualità non è operazione consueta, così come scrivere un thriller che non sia pura azione e abbia dignità letteraria, ma questo è il grande pregio di Connelly. Dal primo libro pubblicato in Italia, Debito di sangue, via via fino al più recente Il ragno non si rimane mai delusi da questo autore che sa ben coniugare tensione emotiva, intreccio e approfondimento psicologico dei personaggi.
Vuoto di luna ne è un ottimo esempio. Una ragazza, Cassie Black, è in libertà vigilata, dopo aver trascorso alcuni anni in carcere perché implicata in un furto in cui aveva perso la vita Max, suo compagno e padre di una bambina che Cassy attendeva al momento del tragico ultimo colpo. La bimba era stata data in adozione, subito dopo la nascita, ma la madre ne aveva seguito a distanza la crescita, cercando di rimanerle vicina, se pur nell'ombra. Quando però la famiglia adottiva decide di trasferirsi a Parigi, portando naturalmente con sé la piccola, Cassy non tollera l'idea del distacco e medita un piano per rapire la figlia, sfuggendo alla sorveglianza a cui è sempre sottoposta, ottenere il denaro sufficiente attraverso l'unico mezzo che conosce (il furto), e ricominciare una nuova vita lontano da tutto quello che possa ricordarle il passato. Per poter attuare il piano ha bisogno della collaborazione di chi ha sia collegamenti con la malavita che con le più avanzate tecnologie per fronteggiare i sistemi di sicurezza, e infine che rappresenti per lei anche una sicurezza da un punto di vista affettivo. Questa persona è Leo, fratello di Max, mai più visto da anni, ma di certo fonte preziosa per ottenere il colpo giusto e il necessario sostegno di informazioni e conoscenze. Leo, nella scientificità della sua azione criminosa, ha però una vena di irrazionalità che lascia perplessa la ragazza: ci sono dei momenti in cui non bisogna agire, perché gli astri sono sfavorevoli, e questi sono i "vuoti di luna". Certo Cassy non prende molto sul serio questa raccomandazione che, casualmente, apparirà invece essere la causa imponderabile di tante sventure, del fallimento di un piano apparentemente perfetto, e di tanti assassinii.
La trama è complessa ed emozionante e non può prescindere dalla lettura diretta del volume che presenta (come ogni buon thriller) la perfetta concatenazione degli eventi, il punto debole del progetto, l'intervento del caso imprevedibile e la logica della deduzione come guida della ricostruzione dei fatti. Connelly però non trascura i protagonisti delle vicende. Non sono mai freddi strumenti in mano allo scrittore o figure di genere, ma sono studiati nelle loro complesse e talvolta contraddittorie reazioni, nell'umanità che riaffiora anche nel più spietato degli assassini, che con un accenno, un gesto, una frase, può far penetrare il lettore in quell'abisso dell'animo umano che trova spiegazioni alle azioni dell'oggi in paure lontane, in dolori intimi e inconfessati, in qualche trauma infantile da cui non è possibile liberarsi.
Così la morte è sempre dolore ed è male, l'amore è sempre vitale ed è bene, ed esiste una specie di comprensione per chi agisce, anche al di fuori della legge, ma spinto dall'amore. Cassy è senz'altro una figura positiva, e lo è anche Leo, così come lo è la poliziotta a cui era affidata la sorveglianza della ragazza in libertà vigilata, mentre chi agisce per pura avidità e, ancor peggio, chi uccide senza provare mai pietà, è negativo. Le categorie di giudizio sono forse quelle della maggior parte dei lettori: non sempre è l'azione che va giudicata quanto la motivazione che ha spinto a quell'azione stessa, ed esiste un livello di giudizio che è quello giuridico, un altro che è quello umano. Inoltre l'essere umano si modifica (e modifica i propri progetti) attraverso l'esperienza diretta ed è legittimo che questo avvenga. La protagonista della storia mostra più di tutti gli altri personaggi questa evoluzione: dopo il carcere è riuscita a cambiare vita, un fatto inaspettato (l'allontanarsi della figlia) la riporta a ripercorrere la strada abbandonata (e in quella a ritrovare emozioni già vissute e in sé eccitanti); il suo fine è il ricongiungimento con la bambina ed è per questo che ritorna al crimine ma, strada facendo, capisce che il suo vero scopo è la felicità della figlia (che non coincide necessariamente con la propria) così modifica di nuovo i progetti e la vita.
Questi numerosi elementi narrativi che potrebbero apparire confusi o forzati, sono invece, nello scorrere del romanzo, fluidi e organici alla vicenda, presentati in uno stile serrato e incalzante, che non cade mai nel patetico o nel volgare, né si affida alla spettacolarizzazione del delitto pur nella crudezza e nel realismo delle scene più cruente.
A cura di Wuz.it
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