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Un romanzo particolare, mi ha colpito dalla trama e poi mi ha conquistata proseguendo nella lettura. Rappresentazione di una realtà difficile da accettare e che si spera non sia più presente
Avevo 13 anni, o giù di lì, quando lessi questo libro per la prima volta. All’epoca non colsi l’importanza della denuncia sociale che incarnava, probabilmente perché ero una ragazzina ancora immatura e troppo bacchettona, e tutto quello che mi rimase era un senso di vergogna e schifo per alcuni passaggi che mi avevano scioccata. Ecco perché averlo riletto oggi ha un significato completamente diverso. Mi ha fatto sentire fortunata, perché io i pantaloni ho sempre potuto portarli, ma mi ha fatto anche pensare a tutte le ragazze cui portare i pantaloni, ancora oggi, è vietato. Così com’è vietato loro scegliere chi essere, chi amare, chi diventare. In questa storia il dialetto è siculo, quel meraviglioso e scarno e teatrale e onomatopeico dialetto siculo, ma potrebbe benissimo essere qualsiasi altra lingua di una cultura dove essere donna vale meno di essere una bestia. “Ero solo una donna e una donna, dalle mie parti, per il padre è sinonimo di preoccupazioni fino a quando non le viene trovato un altro padre che, solo incidentalmente e per convenzione, prende il nome di marito. Donna è moglie, donna è madre, ma non è persona”.
Sicilia. Anna, appena quindicenne, sembra essere fuori dal coro rispetto alle sue coetanee, che sognano il principe azzurro. Lei vuole i pantaloni, e non solo nel senso astratto che può avere questo desiderio. Vorrebbe davvero indossare quel capo di abbigliamento di prerogativa prettamente maschile o al più delle “puttane”. La sua non è una vita semplice. Vive in un contesto, non solo familiare, dove la donna non ha molta libertà, dove ogni mossa è studiata dal vicinato per essere argomento di pettegolezzo, dove ogni passo falso ti disonora. Anna non gode di nessuna considerazione nella propria famiglia e perde quel poco che ha quando, decisa a voler trasgredire per arrivare ai tanto agognati pantaloni, inizia a frequentare Angelina. Una scelta che le farà perdere l’ultimo rimasuglio di libertà di cui dispone e che la porterà a dover affrontare un vecchio timore che a che fare con uno zio e la sua dubbia moralità.
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