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Un romando che mette a disagio. Il tema è delicato e mette in crisi un genitore che lo prenda seriamente in considerazione: si tratta dell'abuso sessuale perpetrato a danno dei propri figli. E' un romanzo ma sembra tutto vero, molto vero. Il contesto in cui si inserisce la vicenda è molto realistico, si vede che l'autrice conosce appieno tutti i meccanismi, a volte perversi, della giustizia britannica. Ho trovato il libro molto ben scritto, di una scrittura chiara e raffinata, ci sono tanti personaggi, le cui caratterizzazioni sono delineate nei dettagli, nulla sembra lasciato al caso. Forse manda un po' il ritmo. Sembra che le lungaggini del sistema giudiziario si riflettano nel ritmo narrativo, personalmente avrei dato alla vicenda un piglio più vivace. Molto utile l'elenco dei personaggi soprattutto per chi come me ha letto il libro in due mesi.
E' uno dei libri che più mi ha colpito. La trama riguarda un vicenda seria e delicata, che attiene alle cavillosità del sistema giudiziario, che a secondo della collocazione dei tasselli, può banalmente sfociare in esiti gravi e distorsivi. E' stato facile farsi trascinare dalla lettura ed il finale lascia aperta ogni riflessione. Lo consiglio vivamente.
E' vero, c'è la storia principale e ci sono tante altre storie, storie collaterali di personaggi, alcuni semplicemente "non protagonisti", altri vere e proprie comparse, che non hanno un'influenza diretta sulla trama, ma - è EVIDENTE - hanno comunque un'utilità. Innanzitutto quello che la Hornby ci trasmette non è solo una vicenda giudiziaria, ma un affresco, l'affresco di un intero sistema giudiziario e del complicato tessuto sociale in cui si inserisce. Inoltre, le storie collaterali, anche quelle dei personaggi-comparsa, contribuiscono indirettamente a tratteggiare i contorni dei personaggi principali, che si riflettono nelle vicende di tutti quelli di contorno. La storia principale, senza quelle di contorno, sarebbe come un film senza la scenografia.
Recensioni
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Basta un disegno ambiguo sul banco di scuola per strappare un bambino alla propria famiglia? è possibile che in una tranquilla scuola materna della provincia ci sia un gruppo di maestre pedofile? Quanto conta la parola di un bambino in un'aula di tribunale?
Forte della sua esperienza come avvocato dei minori e come giudice che si dedica alle grandi sacche del disagio sociale di Londra, Simonetta Agnello Hornby ci regala un romanzo giudiziario ricco di spunti di riflessione ma avvincente come un thriller. Un'indagine che si snoda all'interno della middle class londinese, in una famiglia apparentemente normale che però a un certo punto inciampa in una norma giuridica pensata per tutelare il minore, ma che ha finito, nella prassi giudiziaria, per penalizzare proprio le persone che avrebbe dovuto tutelare. Si tratta del Children's Act del 1989, una legge ammirata in tutto il mondo e spesso imitata, secondo cui un minore che subisca degli abusi ha diritto alla nomina di un avvocato a spese dello Stato, proprio come un adulto. Un sistema pensato per elevare i livelli di tutela riservata ai bambini, ma che ha finito per creare una burocrazia elefantiaca e macchinosa, fatta di assistenti sociali demotivati, cinici avvocati e psicologi incompetenti.
I coniugi Pitt cascano in questo meccanismo straniante e kafkiano. La loro figlia minore, Lucy, viene segnalata ai servizi sociali dalla maestra, allarmata per via di alcuni comportamenti ambigui della bambina; inizia con queste premesse, chiarite nella nota introduttiva, una vicenda che – la Hornby si premura di avvisare – coinvolge dei personaggi inventati, ma potrebbe essere avvenuta realmente.
Mike Pitt, un giovane merchant banker in carriera, per scagionarsi dall'accusa infamante di aver abusato di sua figlia, si rivolge a Steve Both, un avvocato che si trova decisamente più a suo agio nelle zone disagiate di Brixton che negli appartamenti borghesi di Londra. Lui e il suo staff dovranno condurre un'indagine snervante, tra indizi e depistaggi, lottando contro una prassi giuridica che troppo spesso ignora le esigenze delle persone che vi si trovano coinvolte. Un legal thriller, ma anche l'affresco di una società che ha perso il suo primato nella tutela dei diritti civili. Un libro che ci aiuta a comprendere le dinamiche complicate e spesso paradossali che si innescano quando le ossessioni umane incontrano gli apparati di potere, quando tutto, comprese le paure, ha bisogno di essere razionalizzato.
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