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Veramente qui si è toccato il fondo, solo stereotipi e violenza!! Ho letto tutti i libri di Wilbur Smith, ma da adesso in poi ci penserò bene prima di acquistarli.
Peccato! il primo libro di Wilbur l'ho letto 20 anni fà e da allora li ho comprati tutti, ma gli ultimi due libri stonano in mezzo agli altri. Quest'ultimo ho faticato a leggerlo, erano più gli atti sessuali o le sparatorie che non il resto, l'Africa poi non si intravede nemmeno più. Non cercavo nulla di eccezionale, ma un pò del buon vecchio Wilbur speravo di trovarlo. Confido tanto nel prossimo libro sull'Egitto, sperando che non "rovini" almeno Taita...
Purtroppo dopo aver lettto gli ultimi due libri, credo che si siano persi definitivamente il Wilbur del "Dio del Fiume, Settimo Papiro, Figli del Nilo, Monsone, Il canto dell'Elefante ecc..Sembra che a scrivere sia un'altra persona oppure che l'autore soffra di una improvvisa amnesia. Ho l'intera collezione dei libri di Wilbur ma gli ultimi due, francamente, mi crea disagio metterli insieme agli altri.
Recensioni
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Caro lettore, lascia che ti presenti Hector Cross, protagonista di Vendetta di sangue, ultimo romanzo di Mister-centoventi-milioni-di-copie, Wilbur Smith.
Per prima cosa, bisogna che tu sappia che Hector Cross non è uno di quei duri dal cuore tenero.
Dietro adduttori e bicipiti di tungsteno, questo esperto in sicurezza (la propria e quella dei suoi amici) e insicurezza (di tutti quelli che non sono d’accordo con lui) tutt’al più nasconde una granata a frammentazione che ticchetta come un bypass difettoso, ma senza perdere un colpo.
Se Hector avesse un profilo su facebook, puoi star certo che sarebbe un volitivo profilo destro, la mascella forte come un rostro a solcare milioni di likes. E non pochi pollici versi.
Cross è un tipaccio tagliato con l’accetta dalla testa ai piedi, e non c’è nessuno che sappia meglio di lui come trarti d’impaccio quando un camion guidato da tagliagole prezzolati ti taglia la strada nel bel mezzo della notte su una strada provinciale sperduta nel nulla, e le pallottole degli AK47 cominciano a fischiare peggio di tweet e retweet dall’account di Kim Kardashian in un giorno di shopping.
D’altra parte Cross conosce bene la temperatura ideale alla quale servire un Martini (anche se preferirebbe senz’altro un buon whiskey torbato da trangugiare davanti al baluginìo delle fiamme di un camino scozzese), guida lussuosissime e altrettanto potenti automobili con la disinvoltura di un quattordicenne su di uno scooter smarmittato, e con le donne non ha bisogno di nessuna consulenza, terapia di coppia o pillola blu.
Cross, insomma, è l’anello mancante fra l’understatement di James Bond e l’avanti tutta di un bulldozer.
In quest’ultima fatica (che ne contiene almeno dodici, come quelle erculee), dovrà far fronte ad un lutto inaspettato e devastante.
Come dici, lettore? No, Hector non andrà in terapia da qualche analista con la montatura degli occhiali in tartaruga, a raccontare del come e del perché si senta improvvisamente solo e spaesato.
L’unico transfert che vorrà mettere in atto quest’uomo che decisamente, in una eventuale trasposizione cinematografica delle sue avventure, non potrebbe mai essere interpretato da Woody Allen, è quello conosciuto dai più come "la nemesi del falegname": il nemico è il legno, e lui lo piallerà. Lo segherà. Lo schianterà.
Insomma, caro lettore, parliamoci chiaro: se sei stufo di machiavellismi assortiti e intrighi a corte, se le sfumature di grigio ti hanno logorato i nervi ben prima di arrivare alla cinquantesima; se ti piacerebbe rifugiarti per qualche ora in un mondo in cui i cattivi fanno i cattivi, e - chissenefrega se hanno avuto un’infanzia difficile – l’unica cosa da fare con loro è sculacciarli fino a che i loro pantaloni non avranno cambiato colore; se – infine - non hai paura di consegnarti come un ostaggio a qualche ora di sano intrattenimento 1.0 solo per scoprire che sei caduto vittima della sindrome di Stoccolma, beh, allora Hector Cross è l’uomo che fa per te, ed è bene che tu sappia che il tuo rapitore ha un nome: in mezzo a centoventi milioni di copie, c’è un solo originale.
E si chiama Wilbur Smith.
A cura di Wuz.it
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