La vegetariana

La storia di Yeong-hye, è raccontata da tre punti di vista, marito, cognata e sorella, ma mai dal punto di vista della protagonista. Storia brutale e spietata, in cui lei viene raccontata nelle sue stranezze, che poi si tramutano in anoressia e schizofrenia, ma sempre descritta come persona cosciente, calma e tranquilla. Lo spunto narrativo è quello della scelta di Yeong-hye di non mangiare più carne. Questa scelta infrangerà i deboli schemi che tenevano legate le persone tra loro. Tutte e tre le parti del libro sono scritte magistralmente. Nella prima parte, il marito Cheong descrive Yeong-hye ordinaria e insignificante, con parole così comuni da diventare potenti e già questo inizio spiazza e ammalia. Le famiglie sono ancora unite e tentano un approccio furioso con Yeong-hye che servirà solo ad acuire il suo disturbo. Il matrimonio tra Cheong e Yeong-hye finirà. La seconda parte, quella del videoartista, sembra un’altra storia, tanto il punto di vista si discosta dal dramma del cibo ed in effetti qui quello che ha un’ossessione è lui, fissato con la “macchia mongolica” di Yeong-hye. Fatto sta che questi due vivono una dimensione diversa, si dipingono e diventano alberi, si completano come fiori, hanno desideri, impulsi smisurati. Il matrimonio con In-hye, comunque, finirà. La terza parte è proprio quella di In-hye, l’unica rimasta a provvedere a Yeong-hye. La sorella le sta vicina nel suo aggravamento fisico e psichico, provvede al suo mantenimento, va a trovarla, ma ad un certo punto si rende conto di riconoscere in lei il mondo interiore di Yeong-hye, almeno un po’… la stanchezza, il non riuscire a dormire, le danno e le hanno dato visioni. La differenza tra loro però è che In-hye è madre, e suo figlio fa di tutto per farla ridere, e quando lei ride la disperazione, la fatica, lo sconforto si dissolvono. E infondo, alla fine, strappandola all’alimentazione forzata, capisce anche la domanda di Yeong-hye "Perché, è così terribile morire?"

Ho appena finito di leggerlo spinta dalle recensioni positive e che dire! Straordinario ,bellissimo,forte,struggente,emotivo,disturbante.Uno di quei libri che ti rimangono per sempre nella mente! Grazie a tutti voi,appassionati lettori,che avete recensito in modo eccellente questo libro facendomi scoprire una nuova scrittrice coreana!

🥩 Come posso descrivere questo libro? Crudo, diretto, spietato. Un misto di erotismo, perversione ma soprattutto carne e carnalità: il corpo della donna, visto con piacere e con disgusto, diventa il suolo sul quale Yeong-hye inizia la sua battaglia contro la carne, la sua ribellione. E' una donna che per affermarsi sceglie la strada dell'autodistruzione. Viene trattata - per l'appunto - come se fosse un pezzo di carne; calpestata, abusata e malmenata. 💭 Le immagini di un sogno oscuro e sanguinoso fanno maturare in lei il rifiuto di mangiare, servire o cucinare carne e sono proprio alcune immagini descritte da Han Kang che mi hanno colpito di più: surreali, torbide e intrise di mistero. Proprio per questo mi piacerebbe vedere una trasposizione cinematografica di queste scene. 🔪 Non conosciamo mai la prospettiva di Yeong-hye, protagonista taciturna la cui vita viene sempre narrata da un punto di vista esterno; le sue sofferenze sono destinate a essere silenziate, come se la sua voce non contasse. E' questo forse l'aspetto che ho apprezzato di meno: in particolare, la seconda parte approfondisce molto la figura del cognato, narrando di Yeong-hye solo in merito al loro rapporto. Per quanto funzionale al messaggio, avrei preferito un’attenzione maggiore per la protagonista. 👊 Pazza, disobbediente, isterica sono solo alcuni dei modi in cui il marito, il cognato e la sorella la descriveranno. Il linguaggio usato denuncia una società patriarcale che considera le donne in quanto figlie e mogli, sottomesse al padre e al marito e ingabbiate dalle aspettative sociali. Nella prima parte del romanzo, in particolare, il marito di Yeong-hye elencherà alcuni dei suoi motivi di rammarico nell'avere lei come moglie, le sue "mancanze" e i suoi comportamenti bizzarri.