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Di questi di tempi di magra nell'ambito del genere horror, non dobbiamo fare troppo gli schizzinosi e ci dobbiamo accontentare di questo prodotto, diciamo così così. Parafrasando una celebre canzone, l'andamento è lento. Tuttavia lo schema regge quasi fino alla fine. Proprio il finale è deludente, con un'evidente riferimento a Carrie che non c'entra proprio niente con la trama.
Dai tempi di Blair Witch Project ne sono passati di anni così come si sono succeduti falsi documentari miranti a ricreare situazioni in cui le presenze occulte e demoniache mettessero in scena le loro manifestazioni grazie a uno stile di ripresa convulso e spesso privo di regole. È quanto accade in questo film che risulta al contempo interessante ma (purtroppo) anche scontato. Interessante perché l'assunto iniziale è quello di intervenire con la razionalità laddove il cinema ha sempre spinto sull'acceleratore delle reazioni più viscerali. Lo stesso paesaggio diviene parte della narrazione accentuando la minaccia con il suo degrado ambientale mentre il ministro del culto si è prefisso il compito di vanificarne la portata riducendo il tutto a un caso clinico. Ciò che invece vi è di scontato sta nella scrittura del film; sia sul piano visivo che su quello di sceneggiatura. Perché viene da chiedersi per quale motivo in questo filone narrativo le troupe all'opera debbano nella maggior parte dei casi effettuare riprese sfocate, in controluce, mosse, buie, quasi che per convenzione il professionismo fosse stato bandito dalla loro agenda. I giovani protagonisti del film capostipite potevano permetterselo. Chi è venuto dopo un po' meno perché l'aderenza a questo stile codificato fa perdere in verosimiglianza. Così come più di un dubbio lasciano alcune sequenze in cui le telecamere risultano essere palesemente 2 mentre la convenzione narrativa ne vorrebbe in azione solamente una. Aggiungiamo poi che la sceneggiatura nel finale (deludente) si fa prendere la mano sprecando ciò che era stato costruito fino a quel punto grazie anche alla credibilità degli attori su cui spicca l'innocenza turbata dell'adolescente Ashley Bell.
Durante la visione del il film, ho cercato in tutti i modi di trovare qualcosa che generasse in in mè un pò di entusiasmo. Alla fine credo di averlo trovato. Sapete dove? Sui titoli di coda. Meglio tardi che mai.
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