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La verità supera la finzione
Tratto dalla vera storia del rapimento di John Paul Getty III raccontata dal punto di vista della madre del ragazzo
Roma, 1973. Alcuni uomini mascherati rapiscono un ragazzo adolescente di nome Paul Getty III, nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty, noto per essere l’uomo più ricco al mondo e al tempo stesso il più avido. Il rapimento del nipote preferito, infatti, non è per lui ragione sufficientemente valida per rinunciare a parte delle sue fortune, tanto da costringere la madre del ragazzo Gail e l’uomo della sicurezza Fletcher Chace a una sfrenata corsa contro il tempo per raccogliere i soldi, pagare il riscatto e riabbracciare finalmente il giovane Paul. Una vicenda pubblica e privata che sconvolse il mondo per aver rivelato a tutti un’incredibile verità: che si può amare di più il denaro che la propria famiglia.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ultima fatica di Ridley Scott, che cerca di districarsi nei meandri del famoso caso di rapimento di J.P. Getty III, nipote del grande e avaro imprenditore. Il film possiede una tecnica e una fotografia perfetta, seppur stonate se contestualizzate all'ambientazione italiana. A livello di ricostruzione ci sono degli errori e delle banalità notevoli, dato che gli italiani sono rappresentati macchiettisticamente e le Brigate Rosse vengono rimescolate in un calderone con le associazioni a delinquere senza differenziare nulla. Detto ciò, il film è discreto, gli attori (esclusi quelli italiani) sono bravissimi, e l'apice è raggiunto dal grande Plummer, che recita un personaggio intenso quanto cattivo. La morale c'è e non è banale, ma di certo la pellicola è dimenticabile e ce la si scorda poco dopo la visione.
Acquistato tramite un'offerta con altri blu-ray , sono rimasto sorpreso e colpito dal film , oltre ad essere una storia vera , viene messa in scena senza renderlo mai noioso . Michelle Williams veramente brava . Film consigliato
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una favola nera lugubremente ammonitrice
Trama
Luglio 1973. John Paul Getty III, nipote sedicenne del magnate del petrolio Jean Paul Getty, viene rapito a Roma da una banda di criminali calabresi che chiede alla famiglia un riscatto di 17 milioni di dollari. Gail, la madre del ragazzo, si rivolge a nonno Jean Paul, il quale rifiuta categoricamente di pagare. Da quel momento inizia una triangolazione fra Gail che insiste per portare in salvo suo figlio, il miliardario che non cede alle richieste dei rapitori, e un ex agente della CIA, Fletcher Chase, negoziatore esperto nel recuperare uomini e cose. Ridley Scott si ispira alla storia vera del rapimento di John Paul Getty III prendendosi enormi libertà narrative per spostare la narrazione dal realistico al metaforico e costruire un racconto morale per il Ventunesimo secolo che vede protagonisti non gli uomini, ridotti a pedine della Storia, ma il denaro, esplorando in particolare il rapporto fra il denaro e il sangue inteso come legame famigliare ma anche come linfa vitale di quell'umanità subordinata al (dis)valore del dollaro.
Al centro di questa favola nera lugubremente ammonitrice c'è "l'uomo più ricco non solo del mondo, ma della Storia", che è un avaro archetipale: l'Arpagone di Moliére, o lo Scrooge di Dickens.
Il regista è riuscito nell’impresa di rimpiazzare Kevin Spacey con Christopher Plummer, che ha interpretato John Paul Getty con la grazia di un maestro
Ridley Scott è un mago. E con Tutti i soldi del mondo è riuscito davvero a tirare fuori il coniglio dal cilindro: il suo ultimo film è un thriller su un rapimento, sì, ma rischiava soprattutto di diventare la prima vittima in pellicola dell’era degli scandali sessuali. Tutto era pronto per il debutto in sala della versione cinematografica della storia dell’uomo più ricco del mondo, John Paul Getty, costretto a pagare il riscatto per liberare il nipote 16enne Paul. Poi, un mese prima dell’uscita, il protagonista Kevin Spacey è stato travolto da una serie di accuse a sfondo sessuale.
Incapace di gettare la spugna – o di accettare un probabile disastro commerciale – Scott ha scritturato il grande Christopher Plummer e, in solo nove giorni di riprese ($10 milioni di extra budget) ha girato una seconda versione di tutte le scene con Spacey, riuscendo allo stesso tempo a garantire l’uscita del film entro la fine dell’anno. Impossibile? No. Impossibile è quello che Scott, 80 anni e una filmografia con titoli come Alien, Il Gladiatore e The Martian, mangia a colazione per avere la forza di gestire l’impresa.
Quindi, benvenuto Tutti i soldi del mondo: Plummer si è preso il ruolo di Getty ed è riuscito a mostrarci perché tutti ricordano il suo personaggio come un miliardario dal cuore di ghiaccio. Non sapremo mai come se la sarebbe cavata Spacey, ma Plummer è riuscito a dare profondità al ruolo basandosi esclusivamente sulla sceneggiatura di David Scarpa, a sua volta ispirata al romanzo di John Pearson.
I dettagli del rapimento sono raccontati con efficienza sistematica. È il 1973, e per le strade di Roma il giovane Paul Getty III (Charlie Plummer, ma non c’è nessuna parentela con Christopher) viene rapito da alcuni uomini della mafia calabrese, tra i quali spicca lo stranamente simpatico Cinquanta (l’eccellente Romain Duris). Il riscatto è fissato a $17 milioni, e tocca alla madre del ragazzo Gail – Michelle Williams, che si è battuta con valore per esprimersi nonostante un accento incerto e un ruolo scritto pigramente – convincere il miliardario a pagare. Il padre del rapito (e suo ex-marito), John Paul Getty II (Andrew Buchan), è da qualche parte in Marocco a drogarsi con Mick Jagger. E quando chiede a Getty senior il denaro, riceve solo un netto rifiuto.
L’avaro e anziano protagonista è irremovibile. Rifiuta di trattare con i criminali e sostiene che se pagasse i 17 milioni per Paul, allora tutti i suoi altri nipoti (14, per essere precisi) rischierebbero di essere sequestrati da qualche imitatore. Quello che fa, invece, è assegnare il caso a Fletcher Chase (Mark Wahlberg), un ex-agente della CIA diventato suo faccendiere. Chase sa benissimo che il giovane Getty si vantava con gli amici di poter estorcere denaro dal nonno, e, nonostante Gail cerchi in tutti i modi di convincerlo ad agire – suo figlio è sparito da cinque mesi -, non fa nulla fino a quando non riceve un incentivo: l’orecchio mozzato del ragazzo.
Ridley Scott non ha perso niente del suo talento nel girare storie ricche di suspence: l’appostamento finale è una lezione di cinema, e non c’è un momento in cui Tutti i soldi del mondo non dimostri una regia viva e viscerale.
Plummer sprofonda nel suo personaggio, un uomo che preferisce di gran lunga la compagnia della sua collezione d’opere d’arte – che poi verrà ospitata nel Getty Museum – a quella della sua famiglia: intrappolato nella sua personale prigione fatta di ricchezza e sospetto, Getty è davvero una figura pietosa e terrificante. E Plummer lo interpreta con un umorismo acido, emozioni soffocate e abilità magistrale. Nonostante Tutti i soldi del mondo sia la storia superficiale di un dramma accaduto davvero, Ridley Scott ne ha fatto un viaggio grandioso.
Recensione di Peter Travers
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