L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 7,20 €
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Finalista al Premio La provincia in Giallo 2021 - Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021
In un romanzo straripante di scelte coraggiose e parole raccolte con cura, di canzoni che si insinuano nei pensieri e film che lasciano folgorati, Lisa Mancini è un personaggio che parla di noi, delle nostre paure, dei nostri affetti più incandescenti.
«La lettura di Tre madri è un esercizio familiare e appagante» - Nicola H. Cosentino, la Lettura
La commissaria Lisa Mancini a soli trentatré anni ha già alle spalle una carriera straordinaria. Tanti successi in Italia e all'estero di cui potrebbe vantarsi, ma che creano intorno a lei un'aura di mistero il giorno in cui decide di abbandonare l'incarico all'Interpol di Lione per dirigere il commissariato di Montezenta, un piccolo centro romagnolo con i pregi e i difetti della provincia italiana, e di tutte le province del mondo. Nessuno conosce il motivo del trasferimento di Lisa. Tutto quello che sappiamo sul suo conto è che, sbrigate le pratiche di routine, passa le giornate chiusa nel suo ufficio a giocare a Candy Crush sul cellulare. Finché non viene denunciata la scomparsa di River: un quindicenne di origine inglese che vive con la sua famiglia in un piccolo villaggio appena fuori dalle mura medievali di Montezenta. Una comunità libertaria e anticonformista che trasforma in opere d'arte i materiali di scarto, e che attira per questo su di sé l'ostilità e i pregiudizi del resto della popolazione. River - uno studente modello, capace di farsi amare da tutti - è davvero una vittima oppure sta scappando da qualcosa di cui è lui stesso responsabile? Per riuscire a rispondere a questa domanda, Lisa dovrà combattere i demoni del suo passato, e trasformare la ricerca del ragazzo in un viaggio a perdifiato dentro sé stessa.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non saprò mai come finisce la storia, se è avvincente e costruita bene. Ho deciso di abbandonare la lettura per via dell’esagerato dispendio di parole, di incisi e parentesi che avvolgono la narrazione, soffocandola inutilmente, secondo me. In altri commenti lo stile viene definito “complesso” ma io l’ho trovato complicato fino a diventare fastidioso, compiaciuto in questa sovrabbondanza di “interruzioni” e precisazioni e aggiunte… Non so se sia una deformazione della principale attività dell’autrice, che è sceneggiatrice, certo è che qui – giudizio personale - si sono rotti gli argini della misura.
Un libro rivelazione, assolutamente consigliato. Una vera perla
Lisa è un personaggio interessante e la storia incuriosisce e ma la prosa è molto, troppo, faticosa
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Tre madri (304 pagine, 18 euro) di Francesca Serafini è un giallo alla stessa maniera di come XY di Sandro Veronesi è un thriller: non essendolo. E mescola alto e basso allo stesso modo (certo, non toccando le stesse vette) di tante pagine vergate da Umberto Eco. Comun denominatore di questi autori è la casa editrice che li pubblica, La Nave di Teseo, una delle note liete, con pregi e difetti, dell’editoria nostrana, capace di aggiudicarsi il premio Strega con Il colibrì di Veronesi, di scovare una debuttante di smisurato talento come Claudia Petrucci, di proporre voci originali e niente affatto scontate come quelle di Francesca D’Alojae Sergio Claudio Perroni, di strappare alla concorrenza una scrittrice di spessore e fuori da schemi ritriti come Carmen Pellegrino.
Francesca Serafini con questo romanzo (il titolo è un omaggio all’omonima canzone di De André, cantautore che è un filo rosso nel libro) dimostra di andare ben oltre l’etichetta di sceneggiatrice di talento con preziosi studi linguistici alle spalle. S’inventa, in un periodo editoriale in cui non mancano, una nuova poliziotta, che sembra superficiale e apatica all’ennesima potenza, dopo essere aver ottenuto il trasferimento dalla Francia (dove lavorava all’Interpol) al commissariato di Montezenta, un piccolo centro romagnolo «dal profilo medievale», dominato dall’ingombrante presenza di una fonderia. Ma l’investigatrice (che sembra essere interessata solo a un noto videogioco) sprigiona tormenti ed energia come pochi personaggi recenti. Più che i nodi dell’intreccio da sbrogliare sono quelli dell’anima della protagonista a prevalere, le ossessioni del passato (con bei squarci in flashback), quelle del presente. L’essere prima figlia e poi immedesimarsi in alcune madri, le tre del titolo, e diventare adulta. Ed essere donna, soprattutto, in una realtà e in un ambiente dove la prepoderanza maschile è ancora notevole.
La commissaria poco più che trentenne Lisa Mancini, questo il nome della protagonista, si riaccende e si scrolla la noia di dosso dopo la scomparsa di River, il figlio di due artisti stranieri che, alla periferia del paese, e nell’ambito di una comunità, creano opere con oggetti da riciclare e rottami vari. Aimèè, la madre del ragazzo, sarà la prima con cui Lisa (che poco si fida delle apparenze e delle evidenze) avrà a che fare, oltre a Ting Yimou, quella di una bambina cinese uccisa e a quella, morta, del guardiano della fonderia, Edda. Un triangolo a cui Lisa si sente più vicina di quanto si possa immaginare – tutt’altro che secondari i suoi ragionamenti sulla maternità – e che in qualche modo c’entra con la sua decisione di lasciare Lione…
Ricomincia sempre Lisa Mancini, per i lettori un mistero che si svela pian piano, non si dà per vinta, nonostante la zavorra dei ricordi, certi tormenti della mente, domande esistenziali, quesiti professionali, la diversità al di là delle etichette. Serafini è abile a farli emergere, a evocarli e ritrarli, soprattutto nella loro essenza, nei chiaroscuri e grazie a una lingua intarsiata di varie citazioni, una lingua tutt’altro che standard (dimenticate gli autori di polizieschi italiani che vanno per la maggiore…), di parole esatte, con l’autrice che padroneggia e modella punteggiatura e sintassi. Tre madri di Francesca Serafini è un poliziesco super atipico, a cominciare dal finale, ed è una bella sorpresa, si fa apprezzare per un ritmo gagliardo, in cui non mancano colpi di scena (strizza l’occhio a certe serie televisive senza scimmiottarle), ma anche per rallentamenti e frenate che si nutrono di divagazioni e pensieri, di emotività e atmosfere, del lungo passato della protagonista che è un romanzo nel romanzo.
Recensione di Arturo Bollino
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore