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Disco stratosferico. Trasferimento impeccabile, master restaurato che valorizza al meglio la sontuosa fotografia. Due tracce audio, sottotitoli italiani presenti. Esaustivo (e correttamente sottotitolato) il bel documentario d'approfondimento tra gli extra.
"Il terzo uomo" (Regno Unito, 1949) è un film di genere noir diretto dal regista e produttore cinematografico britannico Carol Reed [1906-1976]. L'ambientazione è quella della Vienna occupata dalle quattro potenze vincitrici, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Lo scrittore Holly Martins giunge nella capitale austriaca alla ricerca di un suo vecchio amico, Harry Lime, misteriosamente scomparso. La versione ufficiale dà Harry morto in un incidente stradale. Martins vuole vederci chiaro e prosegue nelle sue ricerche, scoprendo che, durante la guerra, Harry aveva venduto penicillina tagliata, causando la morte di numerosi bambini. Nel corso delle "indagini", Martins conosce la fidanzata di Harry, Anna Schmidt, donna tanto affascinante quanto ambigua e misteriosa. In seguito, un anziano signore assicura a Martins di aver notato sul luogo dell'incidente in cui Lime avrebbe perso la vita un "terzo uomo"... Questo lungometraggio, per il quale il regista Reed vinse nel 1949 la Palma d'Oro al Festival di Cannes, è un thriller atipico e di grande originalità, cupo e sinistro quasi come un horror, costruito su affascinanti atmosfere notturne, su magnifiche inquadrature oblique e su una colonna sonora leggendaria di Anton Karas. Notevole la regia di Reed dalla caratteristica espressionista e barocca; splendida la fotografia, in stile sempre espressionista, di Robert Krasker, che, non a caso, vinse il Premio Oscar per la migliore fotografia nel 1951. Sceneggiatura, infine, del grande scrittore e drammaturgo inglese Graham Greene, il quale, durante la preparazione della stessa, scrisse un romanzo dal medesimo titolo, pubblicato poi nel 1950. Che altro dire?... Il pericolo di un nuovo abominio nazista e il pessimismo morale con il quale si ipotizza un futuro ancora segnato dalle atrocità della guerra appena terminata fanno de "Il terzo uomo" un apologo non molto rassicurante sulla lealtà e sull'amicizia umane... Capolavoro!
Una morte come tante altre quella di Harry Lime, investito accidentalmente da un auto all'uscita di casa. Sembra però non pensarla così Holly, scrittore americano e amico fraterno di Harry, giunto a Vienna su invito del suo vecchio amico con la promessa di un posto di lavoro e messo di fronte alla tragica realtà proprio il giorno del suo arrivo. Dopo aver preso parte al funerale, lo scrittore comincia a fare domande e si rende subito conto che qualcosa non quadra nella ricostruzione dell'incidente: troppe risposte contrastanti ed un terzo uomo, avvistato sulla scena dell'incidente dal portiere dello stabile di Lime ma misteriosamente sconosciuto a tutti gli altri testimoni. La successiva morte del portiere non fa altro che confermare i sospetti di Holly e di Anna, attrice e amante di Harry. Assieme i due cominceranno ad indagare parallelamente alla polizia, da tempo sulle tracce di Harry a causa di alcuni loschi affari. Continui colpi di scena, sottolineati da una splendida colonna sonora (ritmata a tal punto da non sembrare adatta ad un film del genere ed invece particolarmente calzante), condurranno lo spettatore all'epilogo finale. Splendide le interpretazioni dei tre protagonisti: l'ingresso dall'ombra di Welles è da pelle d'oca e "illumina" la scena. Davvero un film immancabile nella collezione di un amante dei classici noir/gialli.
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