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Nel 1598 un galeone salpa da Siviglia diretto nel Nuovo Mondo, dove la sedicenne Catalina Solís, figlia di un armaiolo di Toledo, deve raggiungere il promesso sposo. Assalito da pirati inglesi, l’equipaggio è massacrato e solo Catalina, indossati gli abiti del fratello Martín, ucciso davanti ai suoi occhi, si salva. La ragazza approda su un’isola deserta, dove trascorre quasi due anni in solitudine, finché una nave vi si arena e il capitano Esteban Nevares, dopo la narrazione delle sue disavventure, la adotta come figlio, pur sapendo che lei è femmina. Questo è l’incipit. Data la profusione di romanzi (e film) sui pirati dei Caraibi, su favolosi tesori sepolti nelle isole, su cruenti scontri navali tra flotte spagnole e pirati di varie nazioni, ci si domanda che senso abbia produrne un altro sullo stesso filone narrativo. Eppure questo è un romanzo atipico: l’intreccio non è basato su epiche battaglie navali, assalti e distruzioni di città costiere, ma è tutto giocato su aspetti sociali e politici. Con fine intuito femminile, buona parte del racconto è centrata sulle misere condizioni non solo degli schiavi, ma anche dei giovani discendenti delle varie popolazioni ivi insediatesi (mestizos, cholos, mulatti, castizos) e della popolazione spagnola che vive in villaggi al limite della sopravvivenza (mancano rifornimenti dalla Spagna, che impedisce la libera circolazione di merci nel Nuovo Mondo, mentre il suo imperatore, Filippo III, dissipa le enormi ricchezze che gli provengono ogni anno dalle colonie in insulse guerre di religione con le nazioni europee). Asensi scava pure sugli aspetti politici, la gigantesca corruzione tra i funzionari del pubblico impiego in Spagna e nelle colonie. La prosa è fluida, i riferimenti storici accurati. La storia si conclude nel luglio 1605. Per paragone, andrebbe letta la ponderosa (945 pp) Trilogia dei Pirati (Tortuga, Veracruz, Cartagena) di Valerio Evangelisti: si svolge 80 anni dopo e si conclude con il tramonto della pirateria.
Bel romanzo autobiografico in cui la Utrice mette a nudo la sua natura. Donna molto castigata e lussureggiante, ci invita a penetrarla nella sua sfera intima. Da meditarlo
Romanzetto picaresco ben lontano dagli standard dell'Autrice. In alcuni punti persino noioso e prolisso. Meglio evitarlo
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