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«Il viaggio umano è entrato colla bicicletta nel periodo della liberazione… la bicicletta è una scarpa, un pattino, siete voi stessi, è il vostro piede diventato ruota, è la vostra pelle cangiata in gomma, che scivola nel terreno» - Alfredo Oriani
Indispensabile nella vita contemporanea, strumento di svago e di lavoro, simbolo di libertà: la bicicletta ha 150 anni e non li dimostra. Ci ha accompagnato dentro la prima modernità industriale, ha cambiato lo stile di vita di uomini e donne. Una marcia vincente ma non priva di ostacoli: ai suoi inizi essa infatti parve un attentato alla pudicizia femminile, una minaccia alla dignità dei sacerdoti cui ne fu proibito l’utilizzo, persino un incentivo alla criminalità, dando luogo a dibattiti accaniti e grotteschi. Una storia straordinaria, che attraversa tutte le vicende del Novecento, dalle guerre alla Resistenza, alla ricostruzione che s’incarnò nei trionfi di Coppi e Bartali, per giungere ai giorni nostri che vedono ormai nella bicicletta il mezzo d’elezione della nuova sensibilità ambientalista.Indice
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a me è piaciuto molto (la bici è la mia principale passione) mi spiace solo che manchi un capitolo dedicato agli 'ambulanti' che usavano la bici per lavoro e magari avevano modelli particolari, tipo quelle dei 'mulitta' (arrotini), che tante volte ho visto negli anni '60... e nelle citazioni delle belle canzoni inerenti la bici sarebbe stato bello citare anche 'sulla strada', dedicata proprio a un ambulante morto pedalando, per lavoro, a 70 anni...
Libro molto interessante sulla storia della bicicletta. Lo sapevate che i primi velocipedi, costruiti in legno, venivano chiamati “scuoti-ossa” (chissà perché!😂) ? Che le donne cominciarono ad usare la bici anche grazie al Touring che nel 1902 organizzò un convegno a Ferrara con dei manifesti con donne cicliste vestite in modo inappuntabile promuovendone l’utilizzo? Poi ci fu subito qualcuno che pubblicizzó il tandem con davanti un uomo a dirigere, per bilanciare gli stati d’animo. Interessante anche la storia delle “staffette”, circa 35000 donne, che pedalando per centinaia di km al giorno, procurano rifornimenti o ordini ai partigiani e giornali clandestini . Tra queste anche Tina Anselmi che é nota tra le Staffette come Gabriella (da leggere Agnese va a morire di Renata Viganò 1949). Non si finisce mai di imparare.
Saggio eccezionale, informativo, ben scritto e anche divertente! L'autore non si risparmia e sfodera una quantita' incredibile di fatti e racconti persi nelle nebbie del tempo. La bibliografia proposta e' massiccia e da' un'idea del grande lavoro che l'autore ha effettuato nello studio e raccolta di tutte le testimonianze affini al tema proposto, da quelle piu' dure a digerirsi a quelle piu' surreali. Un testo che potrebbe essere considerato una cronistoria completa della bicicletta, che consiglio a tutti gli appassionati di storia moderna/contemporanea, di biciclette e, perfino, di politica.
Recensioni
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