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Anno edizione: 2012
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Nonostante la mole e il pesantissimo argomento trattato, il libro risulta gradevole e appassionante, merito dell’abilità di fine narratore di Filastò che riesce a coinvolgere e alleggerire per quanto possibile una vicenda che, come egli stesso ha dichiarato in una intervista, gli ha minato la salute. Spaziando dalla filosofia del diritto allo svolgimento processuale, alle sette più o meno sataniche, Filastò affronta le varie tesi che hanno portato ai processi e alla formazione di quella che ormai è diventato un comune modo di dire: “compagni di merende”. Purtroppo sia il quadro investigativo sia quello processuale sono sconfortanti: indagini portate avanti in modo discontinuo e raffazzonato, con continui passaggi di mano e, quel che è peggio, con prove e circostanze piegate alle ipotesi, anziché il contrario. Al di là degli innocenti coinvolti, resta l’impressione che l’Autore sia tra quelli che sono arrivati all’identità del mostro, Dico “quelli” perché tra le righe si intravede una possibile “soluzione” extragiudiziale, un lavaggio di panni sporchi ben distante dai clamori fumosi delle vicende pubbliche e dalle cronache dei quotidiani. Soluzione auspicabile, altrimenti al mostro staremmo pure, oggi 2021, a pagare la pensione. Tutti noi.
L'avvocato Filastò che difendeva Vanni ha scritto un'opera davvero imponente e meticolosa che spazia dalla filosofia del diritto all'accurata ricostruzione degli avvenimenti. Si evince che questo misterioso capitolo della cronaca nera italiana è tutt'altro che chiuso.
Monumentale saggio dell'avvocato di Mario Vanni dedicato alla demolizione sistematica del castello accusatorio contro i "Compagni di Merende" . Scritto in maniera brillante, risulta di lettura fluida nonostante le digressioni in materia di diritto penale e quelle di carattere storico. Pur non condividendo alcune sue ipotesi - in primis la ricostruzione del delitto di Bacchiano - considero questo testo imprescindibile per ogni appassionato della vicenda.
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