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Con Lo specchio e la luce, finalista al Man Booker Prize 2020, Hilary Mantel chiude trionfalmente la trilogia iniziata con Wolf Hall e proseguita con Anna Bolena, una questione di famiglia. Attraverso il racconto degli ultimi anni della vita di Thomas Cromwell, il figlio del fabbro ferraio asceso ai vertici del potere, si completa l’ambizioso ritratto di un uomo tanto affascinante quanto ambiguo: dal feroce contrasto tra pubblico e privato, tra potere spirituale e temporale, tra vecchia nobiltà e borghesia rampante, emerge un avvincente affresco degli eventi che segnarono la storia dell’Inghilterra nel XVI secolo.
«Insieme, i romanzi della trilogia sono, per quanto mi riguarda, i più grandi romanzi inglesi di questo secolo». - Stephanie Merritt, The Guardian
«La trilogia di Wolf Hall è probabilmente la più importante opera di narrativa storica degli ultimi dieci anni». - The New York Review of Books
«Maestoso, e spesso tanto poetico da togliere il fiato». - Financial Times
Inghilterra, maggio 1536. Thomas Cromwell, Lord custode del Sigillo Privato, assiste alla decapitazione di Anna Bolena. Poi banchetta con i vincitori, deciso a continuare la sua scalata al potere. I tempi sono difficili: le contee del nord insorgono, opponendosi alla dissoluzione dei monasteri e ai tributi imposti dalla Corona. L’astuzia e la tenacia di Cromwell riescono a ristabilire l’ordine, ed Enrico viii lo premia con la nomina a cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera. Pur cominciando ad avvertire il peso degli anni, il re è felice. La sua nuova sposa – mite, riservata e malinconica – è l’opposto della precedente e finalmente riesce a dargli l’agognato erede. Anche la famiglia Cromwell ha le sue soddisfazioni: Gregory, il primogenito, convola a nozze con la sorella della regina, e il Lord custode scopre di avere un’altra figlia, cresciuta ad Anversa. Le gioie, però, non durano a lungo. Jane Seymour muore di lì a poco in conseguenza del parto, e il re, per quanto affranto, ha bisogno di una nuova sposa. Cromwell si rimette subito all’opera: ma i nemici già lo aspettano al varco, e la sua stella comincia a declinare…Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Trovo che valga la pena leggere tutta la trilogia di H. Mantel ma quest'ultimo capitolo è per me davvero prezioso. La scrittrice indaga le azioni ma soprattutto l'animo di Thomas Cromwell che senza mai dimenticare le sue umili origini affiancherà Enrico VIII nel governo di una nuova Inghilterra prospera ma soprattutto libera da superstizioni. Le pagine finali sul destino di Lord Cromwell e il periodo alla torre mi hanno commosso.
Condivido in pieno tutte le critiche già espresse da chi ha fatto le precedenti recensioni. Sono arrivata alla fine solo perché mi seccava averci buttato 20 euro e 90. E comunque ho saltato pagine e pagine di inutili ragionamenti, riflessioni, ricordi, dialoghi, dotti riferimenti all’Italia assolutamente incomprensibili per un lettore medio ma che sfoggiano minuziosa conoscenza del Rinascimento. Che senso ha buttare li, a proposito di un libro, che viene dalla “bottega di Aldus” ( pag. 489) quando forse un lettore su 10.000 può essere in grado di cogliere il riferimento a Manuzio? Io l’ho colto esclusivamente perché, casualmente, ho letto qualche mese fa il bel libro di Marzo Magno. Troppi personaggi, spesso faticosamente individuabili perché chiamati anche con tre o quattro nomi diversi: nome, diminutivo, soprannome, cognome, titolo nobiliare, incarico:ci mancava solo il patronimico e sarebbe stato peggio di un romanzo russo. E come se non bastassero quelli reali, anche personaggi inventati. Libro pesante, pretenzioso che mi ha lasciato poco o nulla su quegli anni di storia inglese. Faccio veramente fatica a credere che questo mattone abbia veramente potuto entusiasmare qualcuno. Bocciato!
Letto e apprezzato tantissimo
Recensioni
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Con Lo specchio e la luce, Dame Hilary Mantel conclude la trilogia dedicata a Thomas Cromwell, figlio di un fabbro e birraio di Putney, Surrey, uomo dalle mille sfaccettature e dalla prodigiosa memoria, dalla vita avventurosa – giovanissimo aveva lasciato l’Inghilterra per girare l’Europa, combattendo sotto varie bandiere e lavorando infine per ricchi mercanti fiorentini – Lord del Sigillo Privato, Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera, Earl of Essex e secondo solo al re Enrico VIII.
Terzo volume dopo Wolf Hall e Anna Bolena, una questione di famiglia, Lo specchio e la luce inizia nella primavera del 1536 con la decapitazione della Bolena alla quale il re ha preferito la dolce e docile Jane Seymour.
In realtà, al di là e al di sopra degli ‘innamoramenti reali’ conta e trionfa la ragione di Stato e il prevalere di una nobile famiglia, i Seymour, sull’altra, i Bolena mentre l’Europa è divisa fra lo strapotere dell’Imperatore Carlo V, il re di Francia Francesco I, lo scisma religioso provocato da Enrico VIII e le dispute, anch’esse religiose fra papisti, luterani e protestanti inglesi.
Cromwell, assurto ai vertici del potere e della ricchezza, deve barcamenarsi fra il carattere ondivago e infido del suo re – descritto come gelido, malato, enigmatico e bipolare – l’invidia dei nobili e dei notabili presenti nel Consiglio di stato e in parlamento, l’astio dei cattolici inglesi ed europei i quali, lungi dal considerarlo l’esecutore materiale della volontà di Enrico, lo vedono come l’unico responsabile della dissoluzione degli ordini religiosi le cui ricchezze venivano per altro incamerate dalla corona inglese.
Ma non solo. Cromwell deve anche preoccuparsi di proteggere la figlia di Enrico e della prima moglie Caterina d’Aragona, Maria – goffa, magra, frignante – cattolica convinta come sua madre e, in assenza di un erede maschio, prima in linea di successione alla corona d’Inghilterra.
Ormai cinquantenne, Cromwell deve inoltre fare i conti con i fantasmi del proprio passato: l’arcivescovo Thomas Moore, Anna Bolena e il fratello George, solo per citarne alcuni. Molti sono coloro che lui stesso ha contribuito a portare sul patibolo, colpevoli o meno che fossero. Cromwell pensa sovente a loro e agli anni difficili della sua infanzia e prima adolescenza; alla moglie e alle due figliolette morte da tempo di ‘sweating disease’; alla figlia bastarda Janneke avuta durante il suo soggiorno nei Paesi Bassi (e qui la Mantel gioca con la storia e la propria immaginazione); a quanto gli resta ancora da trascorrere sulla Terra e a come finirà la sua vita.
La Mantel ci racconta un Thomas Cromwell intriso di principio di realtà; obbediente al suo re ma mai servile; in lotta furibonda con il duca di Norfolk e l’arcivescovo di Winchester, Gardimer. Alla fine, saranno questi ultimi i suoi peggiori accusatori. Dopo la morte di Jane Seymour, infatti, Enrico VIII sposerà Anna di Clèves su suggerimento di Cromwell per ingraziarsi Westfalia e Lorena oppositrici dell’imperatore Carlo V. Purtroppo la scelta si rivelerà pessima: al re Anna non piace, non lo attira per nulla anche perché ha già messo gli occhi sulla giovanissima Katherine Howard, nipote di Lord Norfolk ben lieto di usarla per spodestare l’odiato Cromwell. Accusato di tradimento ed eresia – proprio lui che tanto si era speso perché il protestantesimo inglese avesse regole e dogmi chiari e corretti – Thomas Cromwell salirà al patibolo il 28 luglio 1540.
Interessante ricordare che toccherà al suo bis-bis-nipote Oliver Cromwell decapitare un re, Carlo I Stuart, nel 1649.
Hilary Mantel con Lo specchio e la luce è stata finalista al Man Booker Prize del 2020. Il romanzo, scritto per la maggior parte nel tempo presente e in forma di dialogo fra Cromwell e gli altri personaggi, ha descrizioni di superba e poetica bellezza e una straordinaria ricchezza lessicale della cui resa in italiano bisogna essere grati alla bravissima traduttrice Giuseppina Oneto. Magnifiche le ultime pagine dove Thomas Cromwell, rinchiuso nella Torre di Londra, incontra i suoi accusatori Norfolk e Gardimer e alcuni suoi collaboratori, da lui stesso un tempo scelti e protetti, che hanno deciso di tradirlo:
“Gli uomini si rifiutano di vivere sentendosi in obbligo” pensa Cromwell “Preferiscono farsi spergiuri e vendere i loro amici…poiché i favori che non possono essere ripagati corrodono l’anima.”
Un romanzo che merita davvero di essere letto.
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