L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Promo attive (0)
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Buono
Se la guerra è un’immensa tragedia lo è ancora di più se la mancanza di umanità non è caratteristica del nemico, ma dei propri comandanti. In questo senso la prima guerra mondiale fu una devastante esperienza per i nostri soldati, mandati al macello in insensati attacchi nelle prime undici battaglie dell’Isonzo, costretti a vivere miseramente in trincee inospitali, soggetti a una disciplina più sadica che razionale. Dire che la colpa di questo stato di cose fu del comandante in capo generale Luigi Cadorna appare un’asserzione incompleta, perché se è vero che a lui furono concessi i più ampi poteri è altrettanto vero che il governo che glieli attribuì fu direttamente o indirettamente complice della sua crudeltà. Diciamo francamente che il concetto di disciplina che aveva Cadorna era ben lungi dalla necessità di instaurare una scala gerarchica con ben identificati diritti e doveri per ogni grado, in quanto la truppa non era considerata niente di più di carne da cannone e affinchè come bestie inviate al macello lo facesse di buon grado doveva vivere nel terrore quando anche non andava all’attacco. La più piccola mancanza era punita in modo del tutto sproporzionato e perfino le lettere scambiate con i familiari, se contenevano anche modeste allusioni alle paure derivanti dal conflitto, erano materia per accuse e allestimento di processi, conclusi con sentenze esemplari. Tengo a precisare che un così alto numero come in Italia di condannati a morte in proporzione alla forza effettiva non ha riscontri negli altri paesi belligeranti, e quindi non c’è da meravigliarsi se alla disfatta di Caporetto abbia contribuito un ritrovato spirito di ribellione a una situazione ormai diventata insostenibile. Sicuramente e assolutamente da leggere.
lavoro straordinario, impeccabilmente preciuso e ricco di dati, testimonianze e commenti autorevoli su un aspetto poco conosciuto della Grande Guerra, ovvero quello della sorte dei prigionieri italiani sparsi per i campi di prigionia di Germania e Impero Austroungarico, dai quali ben centomila non fecero ritorno. Un orrore in più che va ad assommarsi a quelli tristemente noti della guerra di trincea e dei suoi spaventosi massacri. Testo storico, ma di lettura agevole anche per chi non è un addetto ai lavori.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore