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Il titolo prende spunto da una frase di Luigi Pintor, giornalista e fondatore de Il Manifesto: “Consiglierei una rivoluzione sentimentale. Di tutte le rivoluzioni o riforme, plebee o aristocratiche, proletarie o borghesi, culturali o morali, nessuna è mai stata progettata come sentimentale. Forse perché i sentimenti, intesi come rapporti tra le persone, sono difficili da clonare e sono reputati di genere femminile.“ Proprio perché considerati appannaggio delle donne e rivestiti spesso di una carica negativa, Pintor sostiene che sia proprio con i sentimenti, con l’incontro tra le persone, con il cambiamento interiore che si può cambiare la propria vita. Zelda lo sperimenterà sulla propria pelle in un incontro a metà strada tra cattedra e banchi. Si troverà a guardare negli occhi ogni ragazzo, uno per uno, per imparare qualcosa, per cavalcare l’onda del cambiamento e dare così vita alla sua personale Rivoluzione sentimentale. Il libro racconta d’amore ma anche di difficoltà di rapportarsi con degli alunni inizialmente disinteressati allo studio e alla società. Da sfondo una Napoli contraddittoria, bella e dannata, da scoprire e con luoghi e persone da evitare. Emozioni ed esperienze sono mescolati, a volte un po’ troppo facilmente, per comporre un libro ironico, triste, che porta a pensare. Una pecca è che la scrittrice mescola tante vicende e tanti personaggi, forse troppi, e per questo tutti risultano poco approfonditi e molto superficiali. La partenza è stata poco convincente, ma più si va avanti più ci si raccapezza in questo miscuglio di relazioni e di situazioni della vita dei personaggi. Penso che sia stato un bene aver letto in precedenza i due libri più famosi di Viola Ardone (Oliva Denaro e Il treno dei bambini), perché se avessi letto prima questo non so se avrei dato facilmente un’altra chance a questa scrittrice.
Il titolo prende spunto da una frase di Luigi Pintor, giornalista e fondatore de Il Manifesto: “Consiglierei una rivoluzione sentimentale. Di tutte le rivoluzioni o riforme, plebee o aristocratiche, proletarie o borghesi, culturali o morali, nessuna è mai stata progettata come sentimentale. Forse perché i sentimenti, intesi come rapporti tra le persone, sono difficili da clonare e sono reputati di genere femminile.“ Proprio perché considerati appannaggio delle donne e rivestiti spesso di una carica negativa, Pintor sostiene che sia proprio con i sentimenti, con l’incontro tra le persone, con il cambiamento interiore che si può cambiare la propria vita. Zelda lo sperimenterà sulla propria pelle in un incontro a metà strada tra cattedra e banchi. Si troverà a guardare negli occhi ogni ragazzo, uno per uno, per imparare qualcosa, per cavalcare l’onda del cambiamento e dare così vita alla sua personale Rivoluzione sentimentale. Il libro racconta d’amore ma anche di difficoltà di rapportarsi con degli alunni inizialmente disinteressati allo studio e alla società. Da sfondo una Napoli contraddittoria, bella e dannata, da scoprire e con luoghi e persone da evitare. Emozioni ed esperienze sono mescolati, a volte un po’ troppo facilmente, per comporre un libro ironico, triste, che porta a pensare. Una pecca è che la scrittrice mescola tante vicende e tanti personaggi, forse troppi, e per questo tutti risultano poco approfonditi e molto superficiali. La partenza è stata poco convincente, ma più si va avanti più ci si raccapezza in questo miscuglio di relazioni e di situazioni della vita dei personaggi. Penso che sia stato un bene aver letto in precedenza i due libri più famosi di Viola Ardone (Oliva Denaro e Il treno dei bambini), perché se avessi letto prima questo non so se avrei dato facilmente un’altra chance a questa scrittrice.
Gran bello libro. Originale interessante costruito bene. Zelda personaggio vero con le sue fragilità e debolezze. Storia ben intrecciata. Complimenti.
Recensioni
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