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E’ il mio album preferito, quello che mi ha fatto conoscere questo eccezionale artista. Ammetto che De Gregori ha scritto tante altre belle canzoni, ma nel suo complesso, Rimmel è il miglior in assoluto.
Il quarto album in studio di Francesco De Gregori, pubblicato nel 1975, è, a mio parere, il primo per bellezza ed attualità dei testi e dei temi trattati e per la modernità degli arrangiamenti. Brani come Rimmel e Buonanotte Fiorellino rappresentano perle preziose della produzione del cantautore romano.
La produzione di Francesco De Gregori nel tempo ci ha regalato splendidi tesori musicali. Vi sono però degli album che, più di altri, hanno caratterizzato la storia del cantautore. Credo che Rimmel sia uno di questi. Per quanto faccia parte delle sue primissime uscite, è il quarto album, le canzoni in esso contenute mantengono la loro attualità ancora oggi. Rimmel, Pezzi di vetro, Buonanotte fiorellino, Piccola Mela restano immutabili e solide, come sculture nella roccia. Il tempo non sembra in grado di scalfirle. C'è poi Pablo, scritta assieme a Lucio Dalla, alla quale si possono attribuire molteplici significati ma che, in sostanza, fa probabilmente riferimento all'emigrazione e alla morte sul lavoro. Terribilmente attuale ancor oggi. Altro capolavoro "Le storie di ieri", dal testo corrosivo che mette in guardia dai fascismi vecchi e nuovi. "Il gran capo ha la faccia serena, la cravatta intonata alla camicia". Valido nel 1975, ma non meno attuale oltre quarant'anni dopo. Il brano è stato interpretato anche da Fabrizio De Andrè, sia pure con qualche piccola modifica, ed entrambe le interpretazioni sono capisaldi nella storia musicale recente. Anche le altre canzoni presenti dell'album: "Il signor Hood", "Quattro cani" e "Piano Bar" per quanto criptiche, e solo in alcuni casi riferibili a personaggi esistenti, rimangono nell'ascoltatore come porte da aprire alla ricerca di emozioni ad ogni nuovo ascolto. In tutto questo, a conti fatti, è racchiusa l'arte di De Gregori.
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