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Ingredienti: un romanzo scritto quasi su commissione come scambio di favori, un ragazzo obeso passato dalla povertà al lusso grazie alla passione per la matematica e la finanza, una zona grigia diffusa che pervade economia, politica, criminalità e spettacolo, uno scrittore-osservatore affascinato dal lato oscuro di ogni passione umana. Consigliato: a chi ha fatto il callo al relativismo etico del presente, a chi sa che denaro e bruttezza non vanno d’accordo.
E molto interessante lo consiglio vivamente
Il primo libro di Siti che ho letto e mi è piaciuto molto. Carico di realismo, a volte anche crudo, ma mai banale.
Recensioni
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Vincitore Premio Strega 2013. L’ultimo romanzo di Walter Siti reca in esergo una frase che dice: "La narrativa è più sicura: tanti editori avrebbero paura a pubblicare saggi su questi temi."
La citazione è di Graham Greene e introduce subito il lettore nel vivo di un terreno accidentato, in cui temi scottanti e scomode verità diventano materiale per la costruzione di un grande romanzo contemporaneo.
Siti sceglie la finzione per indagare quella che viene comunemente definita “zona grigia” tra l’alta finanza e la criminalità. Un mondo più che mai reale che viene dipinto attraverso personaggi a tutto tondo, che si muovono come pedine intelligenti sulla scacchiera della politica corrotta e dell’economia internazionale, incarnazione di una società che versa in uno stato di completo deterioramento morale, in cui “opprimere è un piacere, essere primi un imperativo e il possesso è l’unica misura del valore.”
Il romanzo si apre con l’agghiacciante scena di un’ esecuzione di stampo mafioso e con un breve intervento-saggio sul divario tra prostituzione reale e prostituzione percepita nella nostra società. Il lettore viene immediatamente trascinato dentro un mondo dominato da logiche alternative a quelle condivise, nel quale “la fluidità di mercato equipara il corpo a una cedola” e il denaro non è altro che un “necessario passaggio intermedio per una transazione psicologica” attraverso la quale l’escort fa sentire l’uomo padrone, mentre lui la fa sentire libera di usare il proprio corpo come vuole.
Bastano le prime pagine a coinvolgere e turbare e a dare la consapevolezza di non trovarsi di fronte al solito romanzo rassicurante che rafforza le certezze senza ingenerare dubbi. Siti non guida per mano dolcemente, ma introduce brutalmente nel mondo delle feste patinate, nelle discussioni tra ricchi banchieri, broker, starlette televisive, imprenditori tuttofare.
I loro dialoghi sono “sempre in bilico tra la sciocchezza recitata e il conformismo contro corrente” e bastano frammenti di conversazione per cogliere l’assurdo di certa società. Con l’arma della letteratura, Siti ne indaga i segreti inconfessati. Si impara, così, a familiarizzare con Tommaso, ragazzo di borgata, una lunga storia di obesità e bulimia alle spalle, matematico mancato e oggi broker affermato che tenta con donne, lusso, appartamenti e viaggi di coprire quel senso di inadeguatezza che il suo passato gli ha lasciato in eredità: l’adolescenza vissuta alla periferia del sistema, l’eterna lotta contro la “crudeltà cannibale degli specchi”, un padre di cui deve nascondere l’identità e la storia (“Papà Santa, sua diversità e suo segreto”), la fragilità di un edipo per nulla risolto. Uomo-elefante, uomo-cicatrice che cerca di salvarsi con la leggerezza della sua materia grigia, Tommaso accetta di raccontarsi sul teatro del romanzo, un po’ per vanità un po’ per bisogno di un esame di coscienza “egoistico, affannoso perché in ritardo.” La definizione del personaggio va di pari passo con il racconto della sua storia e con la descrizione del sistema marcio in cui si muove; creatura d’autore, scopre se stesso con la fabulazione e arriva a chiedere allo scrittore:
"Devi dirmelo tu chi sono."
Accanto a Tommaso, Gabry, la modella e olgettina intelligente, così terrena e così irraggiungibile, che usa il suo potere sugli uomini non tanto per superba arroganza, quanto più per stanco adeguamento a un apparato che l’ha creata e che, in fondo, non è così male. E, in un progredire vorticoso, conosciamo anche Edith, la scrittrice impegnata, Morgan il mafioso internazionale.
Frammenti di storie, luoghi comuni, conversazioni inconcepibili in un convulso gioco di continui cambi di punti di vista. Siti sceglie il miglior modo possibile per descrivere un universo senza centro. Anche i termini usati, in larga parte tratti dal lessico finanziario, restituiscono l’idea di un caos turbinoso: high-frequency trend, bilanci aziendali, fondi, agenzie di rating, titoli di stato… unici valori di un mondo in cui le transazioni economiche sono l’unico momento in cui le persone scambiano davvero qualcosa.
La struttura narrativa è complessa, multi-livello: da un lato l’autore fa agire e parlare i personaggi, dall’altro interviene - figura tra le altre – a muovere le fila di un discorso articolato. L’autore-personaggio pone sotto riflessione il romanzo stesso e, in un perfetto esempio di metanarrazione, parla al lettore guidandolo nell’evoluzione del racconto, talvolta suggerendogli quelle motivazioni nascoste, sottese ai comportamenti dei personaggi e che loro stessi non sempre sembrano conoscere. Come Svevo con il suo Zeno, Siti sa che i suoi personaggi sono bugiardi e spesso omettono le proprie ragioni vergognandosene, e allora racchiude in note il proprio pensiero su di loro, postille di un giudizio che – nonostante tutto – non appare mai insindacabile.
Si addentra in un mondo che va osservato senza smettere mai di problematizzare perché i valori assoluti sono definitivamente caduti e la distinzione tra bene e male è quanto mai labile. Rapporti di famiglia, amore e amicizia, sesso, inganno, sfruttamento chiedono di essere valutati rinunciando all’aprioristica definizione di “giusto” e “sbagliato”.
A cura di Wuz.it
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