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Vincitore Premio Scerbanenco 2021.
Libro candidato da Domenico Starnone al Premio Strega 2021
Liberamente ispirato a un episodio di cronaca avvenuto a Bari nel palazzo dove l'autrice è cresciuta, Questo giorno che incombe è un romanzo unico, bellissimo e prismatico, capace di accogliere suggestioni che vanno da Kafka a King, da Polanski a Dostoevskij, di attraversare più generi, dal thriller alla storia d'amore, di riflettere sulla maternità e le sue angosce, di parlare del male e del dubbio, e capace di riscrivere, tra realtà e finzione, una storia vera.
«Una storia dal ritmo incalzante che indaga sui lati oscuri della maternità e del matrimonio, traendo ispirazione da un evento di cronaca nera accaduto negli anni '80 e dalla prosa di Shirley Jasckson» - Francesco Musolino, il Messaggero
"Qui saremo al sicuro." Francesca lo pensa mentre sta per varcare il cancello rosso fuoco della sua nuova casa. Accanto a lei c'è Massimo, suo marito, e le loro figlie, ancora piccole. Si sono appena trasferiti da Milano a Giardino di Roma, un quartiere a metà strada tra la metropoli e il mare. Hanno comprato casa in un condominio moderno e accogliente, con un portiere impeccabile e sempre disponibile, vicini gentili che li accolgono con visite e doni, un appartamento pieno di luce che brilla in tutte le stanze. Il posto perfetto per iniziare una nuova vita. Perché Francesca è giovane, è bella, è felice. E, lo sa, qui a Giardino di Roma sarà libera. Eppure qualcosa non va. Dei dettagli cominciano a turbare la gioia dell'arrivo. Piccoli incidenti, ombre, che hanno qualcosa di sinistro. Ma sono reali o Francesca li sta solo immaginando? Appena messo piede nella nuova casa Massimo diventa distante, Francesca passa tutto il tempo sola in casa con le bambine e non riesce più a lavorare né a pensare. Le visite dei vicini iniziano a diventare inquietanti, sembra impossibile sfuggire al loro sguardo onnipresente. A poco a poco il cancello rosso che difende il condominio si trasforma nella porta di una prigione. E così, intrappolata nella casa, Francesca comincia a soffrire di paranoia e vuoti di memoria. Sempre più sola e piena di angosce, ha l'impressione che la casa le parli, che le dia consigli, forse ordini. Le amnesie si fanno sempre più lunghe e frequenti. Finché un giorno, dal cortile, arriva un grido. È scomparsa una bambina. Può essere sua figlia? E perché Francesca, ancora una volta, non sa cosa ha fatto nelle ultime ore? Liberamente ispirato a un episodio di cronaca avvenuto a Bari nel palazzo dove l'autrice è cresciuta, Questo giorno che incombe è un romanzo unico, bellissimo e prismatico, capace di accogliere suggestioni che vanno da Kafka a King, da Polanski a Dostoevskij, di attraversare più generi, dal thriller alla storia d'amore, di riflettere sulla maternità e le sue angosce, di parlare del male e del dubbio, e capace di riscrivere, tra realtà e finzione, una storia vera. Antonella Lattanzi ha già indagato gli abissi e le pieghe dell'animo umano in Devozione e Una storia nera, e adesso torna a farlo con il suo libro più importante. Con una lingua meravigliosa, appassionata e incalzante, Questo giorno che incombe racconta il sospetto, la speranza, il dolore, la passione, confermando lo straordinario talento dell'autrice e lasciando il lettore senza fiato, in un crescendo continuo dall'arrivo nella casa nuova fino alle indimenticabili pagine finali.
Proposto da Domenico Starnone al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Desidero candidare al Premio Strega Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi, pubblicato da HarperCollins. È un giallo avvincente, rispettoso delle regole di genere. Ed è altro. C’è un’esperienza vera ben saldata al finto. C’è una donna e madre infelice con una voce memorabile, sempre vicina a incrinarsi. C’è un coro di gente comune che esegue uno spartito di crescente ferocia. C’è una storia d’amore snervante, con la più dilazionata delle congiunzioni carnali. C’è un appartamento parlante che inquieta protagonista e lettore. E, sempre, una scrittura potente. Il risultato è una realissima invenzione dell’oggi.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La delusione della nuova vita, l'angoscia della scomparsa di Teresa spinge Francesca a riesaminare tutto ciò che prima le dava sicurezza, tutta la sua vita e agisce in una maniera a lei strana, si trasforma in una nuova Francesca che a lei non piace. Un libro che ti coinvolge nonostante sia, a tratti, un po ripetitivo.
mi sento di consigliarlo, una storia avvincente, una scrittura piacevole.
C'è una famiglia che cambia città inseguendo il sogno di una nuova vita. C'è un padre che da presente si fa assente nell'entusiamo di un nuovo lavoro. C'è un lavoro nuovo che impegna e ce n'é uno vecchio che soffre in silenzio a squarciagola. C'é una madre con l'amore infinito e altrettanta fatica per due bambine piccole. C'è un condominio con facce nuove, nuove relazioni da intrecciare, nuove fiducie da costruire. C'è una casa bellissima e nuova che accoglie con gli occhi gialli e vitrei di un serpente che insegue e poi stringe. Pareti che rimandano voci di un dialogo interiore che rimprovera, minaccia, accusa. C'è un giardino, assolato e cupo e c'è Robin Hood, che ruba ai ricchi per donare ai poveri ma ruba anche tanto altro e non dona nulla. C'è la diffidenza che si fa sospetto e poi certezza. C'è la paura più grande e poi c'é l'orrore. C'è un sentimento nuovo, assurdo e dirompente, che sgretola il passato e tutto il resto intorno. C'è l'errore e poi c'é il senso di colpa. E c'é la speranza su cui piove a dirotto. E in tutto questo una scrittura viva, semplice e incalzante, uno stile che rende perfettamente il senso di angoscia, di fuga e rincorsa. Ho iniziato questo libro dopo aver letto un saggio pesante e avevo bisogno di leggerezza, pensavo sarebbe stato un "libro coccola", di quelli che divori in due giorni, di quelli che non sono niente di speciale ma ti lasciano il sorriso. E invece, no. Proprio no. Ma sono stata molto contenta di leggerlo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Dopo Una storia nera, Antonella Lattanzi torna con… un’altra storia nera. Indagando luoghi oscuri, ancora in seno a una famiglia – trasferita da Milano a Giardino di Roma, periferia della capitale – Lattanzi mostra di non avere paura delle sfide e nel suo nuovo titolo cita esplicitamente Shakespeare, Questo giorno che incombe, pubblicato da Harper Collins, casa dove ha seguito Carlo Carabba, editor con cui aveva collaborato in seno a Mondadori. Il Bardo non è l’unico ambizioso riferimento letterario di un romanzo che guarda, abbastanza platealmente, a certe atmosfere dei romanzi di Stephen King (in esergo righe dall’avvertenza a Shining). Si prende il lusso di rischiare Lattanzi e scrive un romanzo che potrebbe dividere un immaginario pubblico di lettori tipo: difficile sostenere che le pagine non siano magnetiche e non trascinino chi legge, difficile sostenere il formidabile e inesorabile crescendo del pathos di una storia che dialoga con vari generi (finisce per essere anche un romanzo d’amore, ma nella misura in cui «l’amore non è una verità. È solo un’ipotesi plausibile»), ma qualche prolissità e paranoia di troppo nel personaggio principale possono inficiare il giudizio di taluni, non di chi scrive queste righe.
Il buio dell’angoscia che si insinua in Francesca (la protagonista) e Massimo, e nella loro nuova vita che condividono con le loro figlie Angela ed Emma (dette il Generale e Psycho, per dire delle loro personalità), è un tamburo incessante che batte lungo i novantotto brevi capitoli del romanzo. La placida cordialità dei vicini di casa cozza ben presto con un pressante senso di minaccia che opprime Francesca, le schiaccia il petto e i pensieri, e va a sommarsi con piccoli segnali negativi che via via diventano presagi allarmanti. La figura femminile è passata ai raggi X, in particolare il suo essere madre (fra inadeguatezze e sensi di colpe), donna che ha quasi rinunciato alla carriera e accudisce e cresce quasi da sola le due figliolette: le loro esigenze la assorbono così tanto da distoglierla dalle illustrazioni di un libro che ha scritto e che punta a pubblicare.
Perplessità, insoddisfazioni, paure, il peso di maldicenze e pettegolezzi, vuoti di memoria e un’attrazione per il solitario Fabrizio, musicista e vicino di casa, modificano lentamente lo sguardo e la vita di Francesca, che finisce per sbandare e perdersi, per non capirsi più: arriva a fare pensieri orribili e si sente prigioniera delle mura in cui abita. La convivenza in una piccola comunità come quella del grande condominio romano del romanzo di Lattanzi (qui un video con i suoi consigli di lettura per il nostro canale YouTube) è tutt’altro che semplice: dietro i volti sorridenti dei più cominciano a emergere ombre sinistre. E un evento – la scomparsa di una bimba – squassa qualsiasi tentativo di cercare un equilibrio. Se qualche certezza sembra materializzarsi in fretta, presto viene meno, i sospetti si collezionano, le amnesie aumentano.
Fra colpi di scena e ossessioni, personaggio tutt’altro che secondario di Questo giorno che incombe è la… casa. Con cui Francesca… dialoga. L’appartamento consiglia, se la prende, spesso parla all’imperativo, la butta sul ridere e interroga la donna. Costantemente. Fino all’apice della tensione narrativa, a un paio di capitoli dalla conclusione.
Recensione di Giosuè Colomba
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