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Anno edizione: 2020
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«Hisham Matar possiede la qualità di cui ogni storico – del mondo e del sé – ha piú bisogno: sa quando farsi da parte per lasciare che sia il passato a parlare» - Hilary Mantel
Il primo folgorante incontro di Hisham Matar con la pittura della Scuola senese risale ai suoi giorni da studente a Londra, poco dopo che il padre era sparito nelle prigioni di Gheddafi senza piú fare ritorno. Venticinque anni piú tardi, in cerca di rigenerazione e quiete, Matar parte infine per la città che di quella tradizione artistica fu la culla. Il suo viaggio a Siena dura trenta giorni, durante i quali le visite quotidiane alle opere di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e gli altri si alternano a lunghe passeggiate senza meta. I vicoli e le piazze della città sono membra di un «organismo vivente» dove un incontro fortuito scatena un ricordo, un'architettura rimanda a un dipinto, nel tracimare continuo di un'esperienza nell'altra che restituisce una visione, compiuta e commovente, del rapporto fra l'arte e la condizione umana.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un diario di viaggio nella Siena di ieri e di oggi. Il lettore accompagna Hisham Matar nell'esplorazione della città Toscana che, nell'opera dei suoi maestri così come nei cittadini odierni, dimostra di non aver mai perso quell'aura di intellettuale, serena e accogliente che la rende unica. E' una lettura fluida e coinvolgente... che volentieri si ripete!
A un certo punto della sua vita Hisham Matar, come per un richiamo ancestrale, compie un viaggio in Italia. Trascorre un mese a Siena, e giorno dopo giorno scopre che il motivo che lo ha portato nella città toscana - la possibilità di visitare in maniera intima e privata le opere del Trecento - costituisce in realtà il pretesto per ripercorrere esperienze personali (su tutte, l'impossibilità di capacitarsi della perdita del padre) ed accostarsi al messaggio cattolico con rinnovato spirito. Gli incontri con alcuni conoscenti saranno l'occasione per svolgere riflessioni sul valore dell'amicizia e della famiglia, che l'autore appunta nel testo come un diario di bordo.
Qualche anno fa Hisham Matar, decise di recarsi a Siena per meglio approfondire il suo interesse per l’arte italiana: una vera e propria dipendenza emotiva. Accompagnato nei primi giorni del viaggio dalla moglie Diana, subito si immerse in un girovagare affrancato da ogni vincolo di finalità pratica, in una flanerie disponibile a lasciarsi impressionare da qualsiasi oggetto, architettura, fisionomia umana, paesaggio naturale suscitasse in lui eventuali suggestioni. L’esperienza compiuta da Matar nel mese trascorso a Siena, è stata per lui, scrittore ormai maturo e affermato, rigenerativa e insieme trasformatrice: l’emozione suscitata dall’immersione visiva negli affreschi di Duccio di Boninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, è diventata stimolo a una riflessione sugli avvenimenti basilari della propria vita, sulle presenze e assenze che ne hanno segnato indelebilmente il percorso. Le considerazioni dello scrittore sui quadri ammirati e studiati nella città toscana costituiscono dei veri e propri piccoli trattati di critica d’arte. Il capitolo dedicato all’osservazione dell’”Allegoria del Buon Governo” (il volume è corredato da illustrazioni a colori) è un puntuale commento della visione filosofica e storica alla base delle soluzioni pittoriche praticate da Lorenzetti. Da ciascuna delle opere d’arte osservate, Matar trae spunto per annodare collegamenti ad altri quadri antichi e moderni, a ricordi di incontri avvenuti in diverse epoche e luoghi della sua esistenza, all’ intenso legame con la moglie, alla memoria lancinante per la nobile figura del padre scomparso, o semplicemente ai sogni e agli incubi notturni. La contemplazione dei capolavori pittorici assume un valore di svelamento della condizione umana, del suo patire come del suo essere felice, nella relazione intessuta tra l’artista e la sua epoca, tra un quadro e chi lo guarda, tra un particolare colore e un trasalimento dell’anima.
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