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Anno edizione: 2024
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Libro incluso nella dozzina finalista del Premio Strega 2025
Presentato da Valerio Berruti nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
«Per brevi istanti ogniqualvolta lo guardavo saltare e scodinzolare con la schiena ammaccata e i tic nervosi mi ritornava in mente la sua immagine sul terreno. Era terrificante. Quell’uomo non era cambiato di una virgola. Era ancora il bambino di undici anni che non avevo soccorso.»
«Un esordio letterario che farà scuola quello di Carrieri, che rimanda all’opera narrativa di Pier Vittorio Tondelli, non per lo stile quanto per il saper essere contemporaneo e generazionale e per aver aperto una nuova direzione di narrativa postmoderna ricca di incursioni classiche e contaminazioni dialettali oltre che per l’intensità di cui l’autore è capace nel descrivere il dolore e certe ferite esistenziali» - Gabriella Genisi, Tuttolibri
Nel cortile di una scuola media della periferia barese uno studente viene massacrato di botte da un compagno e ricoverato in prognosi riservata. A distanza di pochi metri, inerme, un altro ragazzo osserva la scena. Il senso di colpa per non essere intervenuto lo tormenterà per sempre. Passano quasi vent’anni. Nel frattempo, dimenticato quel momento tragico, Plinio (la vittima) e Libero (il testimone defilato del pestaggio) sono diventati amici. Un’amicizia basata sulla protezione reciproca. Ma quando Libero, professore in un carcere, incontra Letizia, una psicologa originaria della Valle d’Itria, il rapporto con Plinio si trasforma. Sullo sfondo di una città, Bari, ormai ridotta cinicamente alla sua anima scheletrica e post-industriale, tormentata da scandali locali e da losche manovre politiche, non c’è dramma che le tre giovani figure urbane non possano esorcizzare. Non importa quanto dolore vi sia in gioco.
Proposto da Valerio Berruti al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «Un’amicizia nata alle medie, in una scuola barese, dopo che uno dei due ragazzi viene picchiato a sangue da altri compagni e l’altro rimane inerte. Immobilizzato da una paura che lo inseguirà per sempre. Un’amicizia che vent’anni dopo diventa una storia di protezione e rimorso, raccontata con un linguaggio diretto, spesso implacabile nel libro d’esordio, “Poveri a noi” di Elvio Guerrieri (edito dalla nuova casa editrice Ventanas), giovanissimo scrittore di appena vent’anni, poeta e musicista. È la storia di Libero e Felice, entrambi trentenni, uno professore di Lettere all’interno del carcere di Bari, l’altro ancora alle prese con l’ultimo esame di latino. Due perdenti, almeno all’apparenza, che fanno i conti con un passato che non smette di tormentarli, tra voglia di riscatto e perdono. Un libro profondo per le sensazioni che riesce a risvegliare, per l’ironia e il sarcasmo a volte snobistico dei dialoghi ma anche per la speranza che la cultura e le idee possano sempre salvarci. Un elogio alla nostra quotidianità. Come dice Carrieri: “Non esiste letteratura che non si nutra di uno che lava i piatti e svuota la Moka”. E come sentenzia Libero: “Io sono il prfssò, il professore, e il mio ruolo è mediare. Mediare tra vuoto e pieno. Mediare tra scuola e carcere. Parlo e basta, per automatismo. Ma almeno parlo. È già qualcosa”. E che se ne parli, dunque, di questo “Poveri a noi” e del suo giovanissimo autore che segnalo con grande piacere agli Amici della Domenica.»
Nel cortile di una scuola media della periferia barese uno studente viene massacrato di botte da un compagno e ricoverato in prognosi riservata. A distanza di pochi metri, inerme, un altro ragazzo osserva la scena. Il senso di colpa per non essere intervenuto lo tormenterà per sempre. Passano quasi vent’anni. Nel frattempo, dimenticato quel momento tragico, Plinio (la vittima) e Libero (il testimone defilato del pestaggio) sono diventati amici. Un’amicizia basata sulla protezione reciproca. Ma quando Libero, professore in un carcere, incontra Letizia, una psicologa originaria della Valle d’Itria, il rapporto con Plinio si trasforma. Sullo sfondo di una città, Bari, ormai ridotta cinicamente alla sua anima scheletrica e post-industriale, tormentata da scandali locali e da losche manovre politiche, non c’è dramma che le tre giovani figure urbane non possano esorcizzare. Non importa quanto dolore vi sia in gioco.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ottimo esordio di questo giovane autore barese. è un libro che merita attenzione, così come l'autore; nonostante la sua giovane età ha una grande padronanza della scrittura. Merita di esser letto!
Un romanzo diviso a metà: nella prima metà non sono riuscito a entrare nel racconto, troppo distratto com’ero dalle prodezze linguistiche che l’autore si ostina a compiere. La seconda parte invece, dove la verve lessicale di Carrieri si stempera, mi è piaciuta moltissimo.
Va bene che è ambientato a Bari, ma per chi non conosce Bari e il dialetto barese è difficile capire alcuni dialoghi e orientarsi nella descrizione dei luoghi. Mi auguro che in una prossima edizione ci siano delle note con la traduzione in italiano. Ho letto che è il primo romanzo di un giovane scrittore ed è stato un piacere leggerlo; una storia vera, o verosimile non importa, con un finale a sorpresa che esalta un raro sentimento per i giovani di oggi, l’amicizia, quella vera e senza secondi fini, contrapposta ad una solitudine causata dall’ assenza e superficialità del padre. Significativa la frase riferita a Niko “ Era morto l’unico uomo che mi aveva effettivamente riconosciuto un ruolo”
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