Poesie
di Carlo Michelstaedter
Le poesie di Michelstaedter ci fanno sentire, in un’altra forma, la stessa vibrazione estrema di «La persuasione e la rettorica». Composte fra il 1900 e il 1910, risentono solo superficialmente del clima letterario italiano di quegli anni. Mentre subito vi affiorano quei temi ultimi a cui Michelstaedter dedicò la sua riflessione filosofica: i temi di chi è mosso da un’invincibile vocazione a spingersi al di là del bordo della vita, «amore e morte, l’universo e ’l nulla». All’inizio con timbro adolescenziale, e ancora tenuto alla sudditanza verso temi obbligati, poi con un piglio sempre più sicuro, e distaccandosi rapidamente da ogni dipendenza, Michelstaedter svela anche qui il suo dono specifico, quello dell’immediatezza nel pensiero, e ci guida «onda per onda» attraverso un mare sempre più aperto e pericoloso, il vero «mare dove l’onda non arriva», un mare assente, rispetto al quale si può dire che «tutta è la vita arida e deserta, / finché in un punto si raccolga in porto, / di sé stessa in un punto faccia fiamma». )
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