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Anno edizione: 2021
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Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.
«"Piranesi" mi ha sbalordita. È un esempio di storytelling miracoloso e luminoso» – Madeline Miller
«Un avvincente, suggestivo mistero. Questo libro è un tesoro trasportato dal mare su una costa dimenticata, che attende solo di essere scoperto» – Erin Morgenstern
«Che mondo ha creato Susanna Clarke... "Piranesi" è un puzzle squisito» – David Mitchell
«Ci riporta decisamente a "Sogno di una notte di mezza estate", per non parlare de "La tempesta". Susanna è una di quegli scrittori che usano gli strumenti della fantasia per parlarci di noi stessi» – Neil Gaiman
«La pubblicazione di "Piranesi" conferma che Susanna Clarke è fra i più grandi e interessanti scrittori di fantasy degli ultimi cent'anni o più» – Times Literary Supplement
Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l'altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori. Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l'Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest'uomo enigmatico è l'unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo. Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l'Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l'Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l'unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E niente, Susanna Clarke ci riesce di nuovo. Non siamo ai livelli di Jonathan Strange & il Signor Norrell, men che meno alla sua complessità e soprattutto corposità, ma comunque si viaggia ad alti livelli. Questo perchè Piranesi è un romanzo breve, ma non facciamoci ingannare dal suo essere piccolo. Il world building di questo piccolo libro è qualcosa di spettacolare, che si imprime nella mente come una fotografia. Quella di piranesi più che un'esperienza di lettura è un'esperienza meditativa, onirica. Semplicemente perfetto.
susanna clarke, o la ami o la odi. e io non ho ancora capito quale delle due. dopo la noia infinita sperimentata con il precedente, ho voluto dare una possibilità a piranesi. onirico, dal finale sorprendente, contiene idee che avrebbe potuto sviluppare in almeno 100 pagine in più. ancora una volta, mi ha lasciata con l'amaro in bocca, perchè mi aspettavo ben altro; quantomeno, un finale che non precipitasse frettolosamente in poche pagine. se lo consiglio? nonostante tutto, sì.
Fantasy molto particolare, ma non mi azzardo a chiamarlo capolavoro. Nel complesso scritto bene ma non sono riuscita ad immergermi completamente nella storia.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Più che una rivelazione, Piranesi (300 pagine, 16,50 euro) è una sorta di miracolo letterario. «Ok, stiamo calmi e non cominciamo coi paroloni», starete pensando. Vabbè. E allora ricorriamo al dizionario. Per la Treccani, miracolo è «qualsiasi fatto che susciti meraviglia, sorpresa, stupore, in quanto supera i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere». Bene, confermo: Piranesi è una sorta di miracolo letterario poiché mi ha sorpreso, meravigliato, stupito avendo superato i miei limiti delle normali prevedibilità dell’accadere. Il punto probabilmente è che il fantasy non è il mio genere preferito: al di là di qualche Tolkien (strepitoso autore) o di qualche Harry Potter, non sono mai andato oltre. Ne riconosco i pregi, apprezzo (quasi invidio) coloro che sono capaci di inventarsi universi interi. Ma questo tipo di storie non mi hanno mai scaldato più di tanto, neppure da ragazzino.
L’opera di Susanna Clarke, invece, mi ha rapito: meno di 48 ore per divorare 300 pagine (tradotte egregiamente da Donatella Rizzati). Fazi ha collocato questo romanzo nella collana LAINYA, ovvero Young Adult, ma secondo me è riduttivo. Perché, come ha detto Neil Gaiman, la Clarke «usa gli strumenti della fantasia per parlarci di noi stessi». Che è poi il segno distintivo di ogni grande romanzo, soprattutto quelli che varcano la soglia del reale.
Un accenno alla trama: Piranesi è un tipo un po’ strambo che vive nella Casa. Piranesi non ricorda il suo passato, né il suo nome. Sa che la Casa è il suo mondo, l’unico che conosce. La Casa è un intricato labirinto con smisurati saloni classicheggianti, dove trovano posto migliaia di enormi statue di marmo bianco. Ci sono scalinate imponenti, colonne e pavimenti in rovina, stanzoni sotterranei inondati dalle maree oceaniche che risalgono da chissà quali abissi. Piranesi è l’unico abitante della Casa, ma non è solo: un paio di volte a settimana, infatti, incontra l’Altro, un uomo elegante, enigmatico, che cerca di carpirgli le conoscenze della Casa che Piranesi ha archiviato meticolosamente nei suoi diari, nel corso del tempo. Un giorno però, compaiono strani messaggi in uno dei saloni. Piranesi spera si tratti di un nuovo amico, per l’Altro invece è una terribile minaccia. Il pericolo che diventa imminente, si avverte nello stato d’animo dei protagonisti. E da questo momento in poi, il romanzo assumerà i contorni di un fantathriller che non vi lascerà scampo. Chi è colui/colei che ha raggiunto la Casa? Come ha fatto? E chi è l’Altro? Ma soprattutto: chi è Piranesi?
Dalle descrizioni e dalle atmosfere della Casa fioriscono scenari da favola, legati ad altri mondi, mondi fantastici, irreali o magari soltanto antichissimi e quindi andati perduti; emergono vincoli ancestrali con un passato che l’uomo ha forse dimenticato. E allo stesso tempo, il declino in cui versa la Casa, la solitudine e la prigionia di Piranesi, la Natura – gli uccelli, i pesci e le alghe – che si riappropria dei propri spazi, evocano un futuro decadente per il genere umano che non sembra poi così lontano.
L’intreccio è spiazzante e avvincente, degno del miglior Stephen King (come non pensare a 22/11/63?), ma non è solo al re del thriller americano che Piranesi rimanda. Il romanzo che Susanna Clarke ha impiegato 17 anni per confezionare (tanto è passato dalla pubblicazione del suo celebratissimo Jonathan Strange & il Signor Norrell) è fortemente introspettivo, a tratti fosco e oscuro, e intriso di poesia e realismo magico. I riferimenti letterari che saltano all’occhio sono di altissimo profilo: da Adolfo Bioy Casares (L’invenzione di Morel) a Guido Morselli (Dissipatio HG), passando per Shirley Jackson (Lizzie e Abbiamo sempre vissuto nel castello). Ma c’è di più: perché leggendo Piranesi, più e più volte la mia mente è andata sbattere contro la figura di Giorgio de Santillana e il suo Il Mulino di Amleto, monumentale saggio sul pensiero arcaico, sul mito e la struttura del tempo, quel tempo che Piranesi – metaforicamente – misura in modo originale, anomalo e forse più naturale rispetto a quanto siamo abituati a fare noi, uomini dell’era post-industriale. Piranesi è un viaggio immaginifico, fuori dal tempo e dallo spazio conosciuto. Un viaggio fuori dal comune come sa esserlo solo un romanzo geniale. O miracoloso. Fate voi.
Recensione di Giovanni Di Marco
“La Bellezza della Casa è incommensurabile; la sua Gentilezza, infinita.”
Piranesi vive nella Casa e ne è il devoto Servitore, l’amato Figlio. Non sa quando è arrivato, ma conosce perfettamente ogni Salone, ogni Statua e ogni Morto. Da quel che ricorda, l’umanità è composta solo da quindici persone e le uniche vive sono lui e l’Altro, con cui si incontra ogni settimana per discutere della Grande Conoscenza, il sapere degli antichi andato perduto.
La Casa è Buona e Gentile, ama Piranesi, lo Nutre e gli offre la Bellezza, ma cos’è la Casa? Perché si trova lì? Lui sa di non chiamarsi Piranesi, come afferma l’Altro, ma chi era prima? Perché i pensieri che ha scritto nei diari non coincidono più con i suoi ricordi?
Sedici anni dopo il successo mondiale di Jonathan Strange e il signor Norrell, Susanna Clarke torna con un romanzo breve, un fantasy-filosofico che ci trasporta in un mondo trascendentale e onirico, ricco di citazioni letterarie e filosofiche: alcune più evidenti, come Le cronache di Narnia di C.S. Lewis (l’autrice pone a inizio libro una citazione de Il nipote del mago che dà il senso dell’intera opera), altre meno, ma che sono ben note a un lettore attento: La ballata del vecchio marinaio di Samuel Coleridge, Dio di illusioni di Donna Tartt, Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, il realismo magico di Borges, il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e il mito della caverna di Platone.
Piranesi è un’opera innovativa nel suo genere e, nel bene o nel male, non può lasciare indifferenti. I suoi punti di forza sono l’atmosfera classicheggiante, che ci riporta ai luoghi ameni della letteratura greca, e il racconto in prima persona: il protagonista ci parla tramite i suoi diari e ci racconta ogni cosa con la meraviglia di un bambino.
Quello che inizia come il racconto di una vita perfetta, devota alla Ragione, diventa però pian piano un giallo dalle tinte dark, ricco di intrighi e di misteri, e il lettore, una volta avvinghiato, non può fare a meno di continuare a leggere ed essere trascinato in un altro mondo, il mondo di Piranesi.
Recensione di Silvia Bernuzzi
Si ringrazia il Master Booktelling dell'Università Cattolica di Milano
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