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Anno edizione: 2017
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In questo recente volume l'enigmista Stefano Bartezzaghi propone una "semiotica del gioco linguistico", inoltrandosi in un campo d'indagine che, pur legato ad una "potenzialità sempre presente nel linguaggio umano", non ha mai davvero ricevuto sinora una reale sistemazione teorica. Bartezzaghi cerca di ovviare fornendo, dopo una prima parte "narrativa" ed una seconda sezione "descrittiva" (in cui vengono distinte e le diverse tipologie di gioco linguistico), una semiotica che analizza il gioco di parole nei suoi aspetti sintattico-meccanici e, soprattutto, semantici, con particolare riferimento all'ambiguità. La trattazione è in molti punti piuttosto tecnica, ma in generale questa rimane una lettura di grande fascino e interesse.
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Bompiani ha da poco pubblicato l’ultima fatica di Stefano Bartezzaghi, Parole in gioco – Per una semiotica del gioco linguistico. L’autore, che sarà presente come ospite al Festival A tutto volume – Libri in festa a Ragusa , oltre ad aver già prodotto un gran numero di saggi in qualità di esperto e appassionato del linguaggio, è anche docente di Semiotica e di Teorie della Creatività.
Tutti sappiamo che la lingua, in quanto strumento universale, ha nei giochi linguistici una dimensione comune a tutti gli uomini, siano essi analfabeti o con un basso livello culturale fino ad arrivare ai veri esperti in linguistica. Bartezzaghi in quest’opera spiega dettagliatamente, con meticolosità certosina, l’origine della parola in tutte le sue accezioni e combinazioni, guidando il lettore a scoprire la vera essenza del gioco linguistico. Si concentra sul gioco di parole attingendo dalla classicità ma anche dalla cultura di massa e proprio qui sono state ripescate “le più curiose ed enigmatiche combinazioni linguistiche per adattarle alla contemporaneità. Non c’è lingua e non c’è epoca in cui non si sia giocato con le parole: troviamo giochi linguistici nei testi più solenni di religioni, letterature, filosofie. Dall’enigmistica alla pubblicità, dalla satira ai tweet, la lingua mette in gioco le parole in modo che ci avvincano ancora prima che convincerci.”
Il testo, pur dettagliato nell’esposizione e scritto con un linguaggio semplice non è certamente una lettura per neofiti. Ciò che lo rende piuttosto un’opera per addetti ai lavori sta nel fatto che essendo la semiotica una materia altamente teorica presenta un grado di tecnicismo elevato. E se i primi due capitoli possono ritenersi “tappe di avvicinamento” alla materia e sul tema della parola e sul tema del gioco, la terza parte, dove l’autore ha spiegato ogni concetto teorico e ogni strumento di analisi, risulta comunque prettamente tecnica. E’ vero che Bartezzaghi ha cercato di rendere la lettura accessibile anche ai profani, tuttavia il tecnicismo è intrinseco della materia stessa. La ricerca condotta nel libro prosegue in Appendice dove viene raccontata la storia del più romanzesco tentativo di ricostruire un gioco letterario.
L’autore, nella prefazione, ricorda l’importanza di Umberto Eco nella pubblicazione della sua opera. “Sia sul versante del gioco sia su quello dello studio semiotico la figura di Eco ha avuto un ruolo decisivo nei percorsi che mi è capitato di compiere. Che sia possibile, e non inopportuno, impiegare gli strumenti della semiotica su una materia tanto frivola e volatile non mi sarebbe neppure venuto in mente, senza l’esempio e l’incoraggiamento che mi venivano da lui, nelle sue molteplici vesti…”. In realtà molti sono i nomi di prestigio citati, decisivi per gli studi fatti sul linguaggio e i suoi giochi. Al lettore il compito, piacevole, di scoprire come e quando la parola gioca, tenendo presente che, anche se non sembra, le parole giocano sempre, già da molto prima che qualsiasi regola ne disciplini il gioco. Del resto “il gioco è una potenzialità sempre presente nel linguaggio umano”.
Recensione di Clara Domenino
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