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Anno edizione: 1971
Anno edizione: 2015
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Nel 1928 nel clima di crisi causato dalla "Grande Guerra" andava in scena l'opera più celebrata di Brecht. La trama è fondamentalmente esile: il capo dei mendicanti di Londra, Geremia Peachum, si prodiga affinché il capo dei delinquenti della stessa città tale Mackie Macheath (o Mackie Messer o Mack the Knife), venga consegnato alla polizia e impiccato reo di aver sedotto e sposato la figlia Polly. Brecht sotto le mentite spoglie del variopinto mondo di criminali, truffatori e meretrici nasconde la società borghese del tempo mostrandone - attraverso la finzione - il vero volto e criticandone i valori fondamentali, ovvero la famiglia e il lavoro; in tal modo ottiene come risultato quello di farla implodere dall'interno. Tutta l'opera si basa fondamentalmente sulla finzione: finto è l'amore provato da Mackie Messer per Polly; finto l'amore della ragazza per lui dal momento che lo sposa troppo in fretta; finti i rapporti di amicizia tra il protagonista e la sua banda basati solo sull’interesse; finti i rapporti familiari: Polly è succube del padre che pensa solo ai suoi affari e detesta la falsità della madre; finta la pietà degli aristocratici londinesi che fanno l'elemosina solo a coloro che indossano le finte menomazioni vendute da Peachum; infine finto il teatro in cui però paradossalmente viene rappresentata la realtà. Anche la società del primo dopoguerra adora idoli e valori falsi: il denaro in primis che svolge una funzione democratica rendendo uguali aristocratici, banditi e mendicanti; la lussuria in seconda battuta cui è votato il protagonista, incapace di tenere a freno la propria libidine. Brecht cambia anche il linguaggio teatrale utilizzando canzoni e cartelli didascalici che scendono dall'alto annunciando l'azione e provocando nello spettatore un effetto di straniamento: la realtà viene deformata in maniera grottesca e ridotta a mera parodia con interventi metateatrali Bello il copione, ma da solo non rende appieno la bellezza dell’opera teatrale.
"E' inutile fare i difficili nel deserto". Una società malfatta, guasta in troppe sue giunture, persa in un affarismo sordo ad armonie di ricchezza ben spalmata, è una società in cui l'uomo "si riduce al suo comportamento". Lo stretto agire per poter sopravvivere contro l'onda sporca dei giorni, il fare ridotto alle sue regole scaltre, fuori da intellettualismi, dialettiche vuote, comode raffinate riflessioni senza via d'uscita. La distanza fra i ceti è enorme, e ormai l'insensibilità a toccare nelle proprie ossa e nei propri convincimenti il male nella sua giornaliera frequenza è abitudine ben salda. Così un uomo, nella Londra dei quartieri bassi, dal suo negozio semina (dietro versamento a lui di una congrua cifra per poter iniziarsi al mestiere) mendicanti in ogni angolo di strada. I quadri che si susseguono avranno dolore e invidia nelle loro precise progressioni, violenza, delitto e amore si daranno la mano in una successione di scene come in una danza fra sconforto e ironia. Ma quei cinque manichini di cera che Brecht mostra sono un capolavoro del suo genio, la dolcezza che lavora l'assoluto e lo mostra nei suoi volti mutevoli: lo sciancato di buon umore, la vittima bellica che col suo ribrezzo infastidisce i passanti, il cieco accattone calpestato dal tacco della cattiveria indutriale, l'alcolizzato, e uno che ha visto tempi migliori. Sono i volti sfigurati dei tanti profili umani uccisi dalla guerra, dalle differenze, dal nero dei loro destini. Mackie Messer, figlio dei bassifondi, andrà incontro alla sua parabola fino alla galera: "Nel mondo l'uomo è vivo solo a un patto: si può scordar che a guisa d'uomo è fatto". Il finale apre tuttavia a vari percorsi, ed è questa l'altra risorsa di questo testo capolavoro: il pubblico coinvolto come parte attiva nell'opera,un Mackie graziato?O giustiziato?Come se un finale solo chiudesse in un recinto scontato tutti i passaggi.Se poi ci aggiungiamo le note di Kurt Weill, la nera favola è ancor più del capolavoro che è.
La miglior edizione italiana di sempre. Insuperabile la traduzione di Emilio Castellani. Ottima anche l'introduzione (un vero e proprio saggio critico compreso nel prezzo) di Consolina Vigliero.
Recensioni
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