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L'odore dell'India-Passeggiatina ad Ajanta-Lettera da Benares - Pier Paolo Pasolini - copertina
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L'odore dell'India-Passeggiatina ad Ajanta-Lettera da Benares
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L'odore dell'India-Passeggiatina ad Ajanta-Lettera da Benares - Pier Paolo Pasolini - copertina

Descrizione


Nel 1961, in compagnia di Alberto Moravia ed Elsa Morante, Pasolini si reca per la prima volta in India. Le emozioni e le sensazioni provate sono così intense da spingerlo a scrivere queste pagine, un diario di viaggio divenuto un libro di culto. Pasolini si aggira attento nella realtà caotica del subcontinente indiano, osservando i gesti e le movenze della gente, seguendo i colori dei paesaggi e soprattutto l'odore della vita. L'incanto di una terra ammaliante e l'orrore dell'esistenza che vi si conduce ci vengono restituiti dalla sua curiosità sensibile alle condizioni sociali, ma soprattutto con l'originalità della sua visione.
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Dettagli

9
2015
Tascabile
15 gennaio 2015
144 p., Brossura
9788811688389
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Indice


Prefazione. Tragica e tenera quell'utopia, di Giorgio Pressburger

L'ODORE DELL'INDIA
- Capitolo primo
- Capitolo secondo
- Capitolo terzo
- Capitolo quarto
- Capitolo quinto
- Capitolo sesto

PASSEGGIATINA AD AJANTA

LETTERA DA BENARES

Appendice
Intorno a L'odore dell'India

Valutazioni e recensioni

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AdrianaT.
Recensioni: 4/5
Il mondo è l'India, ed è un mondo per poesia

Eravamo Alberto, Elsa e io... nell'ordine: Moravia, Morante e Pasolini. Che terzetto! Viaggiatori e osservatori d'eccellenza di almeno due mondi fa (1962), che, attraverso la voce di Pasolini stesso, ci restituiscono l'istantanea di un continente alieno, ante interconnessione tecnologica e globalizzazione, con un miliardo di abitanti in meno. Certo, per dire, Bombay (ora Mumbai quintuplicata nel numero degli abitanti) non è l'inalterata Venezia, anche se è anch'essa costruita collegando isolette, e sulla retina di Pasolini non rimasero impressi i grattacieli che svettano oggi ma, se li togli dallo sfondo - dopo più di sessant'anni - l'istantanea rimanda la stessa immagine delle catapecchie; certe cose si cristallizzano nei secoli. Come Venezia, d'altronde. È un reportage letterario, (letterario per la scrittura raffinata e la narrazione evocativa), dai toni spesso aspri e amari, ma che esprime anche scoperta, sorpresa, meraviglia e anche incredulità: «Non si sa come si faccia a resistere mangiando un pugno di riso sporco, bevendo acqua immonda, sotto la minaccia continua del colera, del tifo, del vaiolo, addirittura della peste, dormendo per terra, o in abitazioni atroci. [...] Ogni indiano è un mendicante: anche chi non lo fa per professione, se gli si presenta l'occasione, non rinuncia a tentare di tendere la mano.» Lo sguardo di Pasolini è attento, indagatore e profondamente interessato. Trasmette, con le sue riflessioni, la grande voglia di conoscere e comprendere quella diversa umanità. Nonostante i troppi "orribile, misero, ripugnante, immondo" - strappati al vocabolario di un esteta occidentale non immune da criticabile paternalismo educativo - comunque abbraccia empaticamente quella realtà: «Benché l'India sia un inferno di miseria è meraviglioso viverci, perché essa manca quasi totalmente di volgarità. [...] Intanto godiamoci, ora per ora, questo succulento, questo sgomento correre attraverso l'India.» E tutto il resto è Poesia.

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Liza Binelli
Recensioni: 5/5

La cosa che ho apprezzato di più è il corpo del carattere un po’ più grande del solito, che rende la lettura più agevole e anche l’interlinea è maggiore, così, il testo risulta ancora più scorrevole e l’occhio non si stanca. Se siete divoratori di libri come me, leggerete queste 135 pagine in pochi giorni, se, invece, volete apprezzarne la storia dividetevele su più giornate, perché si leggono veramente molto in fretta. Ho scelto questo libro perché amo l’India e conoscere il punto di vista di Pasolini non poteva mancarmi. Purtroppo non ci sono foto a corredo, solo due “ritagli” di giornale con i suoi articoli pubblicati, ovvero il resoconto di questo viaggio fatto con Alberto Moravia ed Elsa Morante nel 1961 e raccolti poi in questo libro. Il linguaggio usato è l’italiano degli anni ’60, molte parole sono oggi in disuso e di alcune non conoscevo nemmeno il significato. Alcuni termini poi sono cambiati e sono stati adattati alla lingua odierna, che cambia, come tutte le cose, per esempio: “ricsò” con chiaro riferimento al risciò, il mezzo più comune dell’India coloniale e post-coloniale, un carretto a due ruote trainato da un uomo, anziché da un animale. Oggi ci sono i tuk tuk (Ape car gialli). E poi c’è un errore. Ma lui non poteva saperlo. Scrive “l’ingam” con l’apostrofo, la parola corretta è “lingam” tutto attaccato (p.41). È un oggetto religioso legato alla figura del dio Shiva, molto venerato dagli indù. Anche alcuni nomi di persone che ha conosciuto mi fanno pensare ad una trascrizione così come lui li aveva uditi, più vicini alla pronuncia che non, a come si scrivono veramente. Dettagli, ma che fanno pensare, inducono a fare delle ricerche. Le mie non sono letture distratte. L’India che emerge dalle parole di Pasolini è l’India di tutti quelli che ci mettono piede la prima volta. Le cose che elenca sono le stesse che impressionano i visitatori novelli: il caldo insopportabile, il traffico allucinante, lo strombazzare dei clacson senza apparente motivo.

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elis
Recensioni: 4/5

Pasolini racconta il suo viaggio in India in compagnia di Moravia, facendo entrare il lettore in una atmosfera ricca di colori, vita , bellezza e purtroppo disuguaglianza sociale. È stata un’emozione viaggiare al suo fianco attraverso le pagine di questo libro.

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Recensioni

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Conosci l'autore

Pier Paolo Pasolini

1922, Bologna

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita. Parallelamente,...

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