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Il nostro bisogno di consolazione - Stig Dagerman - copertina
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Il nostro bisogno di consolazione
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Il nostro bisogno di consolazione - Stig Dagerman - copertina
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nostro bisogno di consolazione

Descrizione


«Chi costruisce prigioni s'esprime meno bene di chi costruisce la libertà.»

L'inalienabile aspirazione umana alla felicità, alla libertà, al riscatto, al diritto di esistere senz'altra giustificazione che la propria inviolabilità e insie­me la disperata consapevolezza che rimarranno irraggiungibili: è questa la toccante confessione di uno scrittore malato del male di vivere e che ha sempre sentito di «attirare il dolore come un amante». Benché Il nostro bisogno di consolazione non sia l'ultima opera di Dagerman, appare come un vero e proprio testamento spirituale, in cui si leggono fra le righe i motivi del suo silenzio finale e del suo suicidio. Schiavo del proprio nome e del proprio talento al punto di non avere «il coraggio di farne uso per il timore di averlo perso», osses­sionato dal tempo e dalla morte, incapace di sottrarsi alle pressioni che si sente imporre dalla società e più ancora dalla propria intransigenza, resta tuttavia convinto che il valore di un uomo non può essere misurato dalle sue prestazioni e che nessuno può richiedergli tanto da intaccare la sua voglia di vivere. Vi sono sempre le parole da opporre a ogni tipo di sopraffazione, «perché chi costruisce prigioni s'esprime meno bene di chi costruisce la libertà». Ma se anche queste non bastano, rimane il silenzio, «perché non esiste ascia capace di intaccare un silenzio vivente».

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Dettagli

6
2015
6 luglio 2015
48 p., Brossura
9788870910216

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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Anna
Recensioni: 2/5
Una lettura di cui avrei potuto fare a meno

A dispetto del titolo, questo libriccino non offre consolazione alcuna a chi lo legge. Ne avevo sentito parlare dallo stesso editore di Iperborea ad una lezione di storia dell’editoria, ma, contrariamente a quanto Biancardi sosteneva, ritengo di doverlo sconsigliare vivamente se ci si trova in uno stato d’animo in cui un po’ di consolazione è tutto ciò che si desidera. Riga dopo riga l’autore confuta qualsiasi modo per trovarla, in una disperazione profonda e ostinata che pare sciogliersi solo verso la fine, quando la speranza di una liberazione dagli schemi sociali e culturali che ci imbrigliano senza via di scampo sembra ridare un po’ di luce e colore alle pagine. È un lampo, tuttavia; subito scompare. Dagerman infoltisce il gruppo di quelli che non hanno saputo reggere il peso del successo: visceralmente anarchico, non è riuscito a stare alle perverse regole del gioco della vita e ha deciso di uscirne, di tirarsi fuori. Una lettura di cui, forse, avrei potuto fare a meno.

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Recensioni: 5/5

Malgrado lampi di luce, l'uomo di Dagerman resta dentro il suo labirinto. Sua prigione e sua protezione. Stretto tra buio, luce, costrizioni e desiderio di libertà, senza soluzione. Un testamento consapevole, doloroso e potente. "Anche l'uomo che ama ha il presentimento che l'amore sia fratello della morte. Ma questo non gli impedisce, lui prigioniero della sua orbita, di aprirsi una breccia fino alla cella del vicino, gridando di gioia: Sono libero!"

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Cuzzi95
Recensioni: 5/5
Meraviglioso

48 PAGINE, UN PUGNO NELLO STOMACO. UN LIBRO CHE SI LEGGE TUTTO D’UN FIATO, E CHE UNA VOLTA TERMINATO, TORNI A RILEGGERE OGNI TOT PERCHE NE SENTI LA MANCANZA. PAROLE NON TRISTI, MA VERE. TI ENTRA NEL CUORE E LI RESTA. DIVISO TRA LA VOGLIA DI TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO, E LA VOLONTA DI “LIBERARSI” DI CIO CHE LO OPPRIME E LO FA SENTIRE INADEGUATO, DAGERMAN E' TUTTI NOI, È LA NOSTRA ANIMA CHE CI PARLA CON FREDDA LUCIDITÀ E ONESTÀ. PRIMO E SICURAMENTE NON ULTIMO LIBRO CHE LEGGERÒ DI QUESTO AUTORE. CONSIGLIO VIVAMENTE A CHIUNQUE.

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Recensioni

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Conosci l'autore

Stig Dagerman

1923, Alvkarleby

Stig Dagerman è stato uno scrittore svedese. Dopo i primi romanzi, Il serpente (1945) e L’isola dei condannati (1946), imperniati sui temi dell’angoscia e della paura, scrisse, sotto l’influsso di Strindberg, Kafka e Faulkner, il romanzo Bambino bruciato (1948), nonché quella specie di testamento spirituale che è Il nostro bisogno di consolazione (1952), oltre a numerosi drammi in cui emerge il motivo della solitudine esistenziale. Tra le altre opere, il reportage dalla Germania distrutta Autunno tedesco (1947) e i racconti I giochi della notte (1947).Anarchico lucido e appassionato, militante in difesa degli umiliati, degli offesi e dell'inviolabilità dell'individuo, Dagerman resta nella letteratura svedese una figura culto. Muore a trentuno anni,...

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