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E' il terzo libro che leggo di questa scrittrice, molto bello, intenso . Una storia di dolore ma di rinascita , molto brava davvero , queste sono le storie che prendono il lettore , che non vede l 'ora di arrivare alla fine ............
Prima di leggere questo libro, non conoscevo l’autrice Valentina D'Urbano, ma devo dire che mi ha immediatamente conquistata con questa lettura che arriva al cuore, ricca di sentimenti contrastanti e che infine giunge ad una forte riflessione. La storia ruota intorno a due figure, Angelica e Tommaso, tanto diversi ma tanto simili dato che entrambi vivono dolori e sofferenze che stringono in una morsa le loro vite. Angelica da giovanissima è stata coinvolta in un incidente stradale e le cicatrici non le hanno martoriato solo il corpo ma la fanno vivere in un mondo di paura ed inadeguatezza finché non incontra Tommaso, ragazzo affetto da gravissimi problemi alla vista, lui che scatta foto e immortala istanti che poi rivede nei pochi momenti in cui i suoi occhi tornano a vedere. Una storia, a mio parere, davvero coinvolgente, molto scorrevole e strutturata alla perfezione. Un plauso a questa giovane autrice che riesce, con uno stile personale notevole e molto d’impatto, a trasmettere perfettamente le emozioni contrastanti e struggenti che impregnano le vicende dei due protagonisti. Assolutamente da leggere.
Se vi state chiedendo se ne vale la pena di leggerlo, vi rispondo con un SIII grande quanto una montagna. E' una storia bellissima.
Recensioni
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A soli vent’anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell’animo ma anche su tutto il corpo.
Non aspettare la notte è un romanzo d’amore certo, ma anche un romanzo sul tempo. Su quello che deve ancora cominciare, rimasto bloccato in un limbo interminabile, e su quello che scorre via veloce, tremendo, senza lasciare scampo. Così infatti sono le vite dei due protagonisti, due ragazzi giovani ma fragili, già crudelmente toccati dalla vita.
La vita di Angelica, infatti, si è fermata quando aveva tredici anni. Quando era ancora bellissima, alta, con degli splendidi occhi color ambra. Quando la madre, malata, la trascina in auto e si lancia a tutta velocità in una curva. Angelica sopravvive, ma il suo corpo si riempie di cicatrici, cicatrici che bruciano sempre alle tre di notte, come se il suo destino fosse quello di rimanere bloccata per sempre lì, in quell’attimo tra la vita e la morte.
La vita di Tommaso, invece, gli scivola dalle mani come fosse aria. Gli resta poco tempo. È su di lui infatti che incombe la notte citata nel titolo, sui suoi occhi che un giorno vedono e l’altro no, colpiti da una malattia degenerativa che nel giro di qualche tempo gli ruberà la luce per sempre. Per questo la sorella gli ha regalato una Polaroid con cui va sempre in giro, perché nei giorni buoni possa rivedere in fotografia quello che si è perso nei giorni cattivi.
Ovviamente, tra altre cose senza importanza, anche Angelica finisce in una delle fotografie di Tommaso. E da quel momento lui non pensa ad altro che a lei, alla bellissima (sì, perché per lui e per chi sa davvero vedere lo è) ragazza che non crede che qualcuno possa veramente amarla così com’è. O quantomeno non alla luce del sole.
Quella che ci racconta Valentina D’Urbano è una storia d’amore semplice, forse un po’ prevedibile, ma che colpisce per la concretezza dei suoi personaggi: se infatti l’happy ending non è proprio una novità (anche se in questo caso non appare così scontato), nuovi e freschi sono i suoi protagonisti, che parlano, pensano e agiscono come due ragazzi veri, reali, e non come le solite macchiette a cui tanti romanzi di questo tipo ci hanno abituato. E tra i malumori di Angelica e le battute di Tommaso persino il tempo, quello che non passa e quello che passa troppo in fretta, non appare più quell’entità indecifrabile a cui pensiamo sempre. Appare buio, colore, nostalgia e rabbia. Appare vita.
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