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Racconto piacevole, a partire dai nomi dei personaggi, con un finale a sorpresa, ma nel complesso non molto avvincente.
Romanzo godibilissimo ,ben strutturato tanto per trama quanto per avvenimenti.E’ un romanzo ironico, dissacrante, spiritoso…Divertimento assicurato...
La vita raccontata in questo romanzo è quella quotidiana, senza vicende eclatanti, con brevi soddisfazioni, delusioni che durano un'esistenza intera, piccole meschinità e altrettanto piccoli momenti di gloria. Tutto descritto con leggerezza, ironia e un pizzico di malinconia perché, per sentirsi liberi, l'unica soluzione sembra quella di andarsene. Il maresciallo Maccadò, al suo primo impatto con il paese di Bellano, muove con una certa maestria i personaggi della scacchiera, risolvendo conflitti e dissapori a modo suo, con superiore bonarietà. Romanzo corale piacevolissimo.
Recensioni
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Gli amanti di Andrea Vitali, che sono tantissimi e sono stati viziati in questi anni con una vasta produzione di ambientazione lacustre, sanno benissimo chi è il maresciallo Ernesto Maccadò. È uno dei personaggi che hanno animato le storie più riuscite dello scrittore bellanese: La signorina Tecla Manzi, Olive comprese, La mamma del sole, Galeotto fu il collier, Quattro sberle benedette, Le belle Cece, A cantare fu il cane. Fermo restando il lago di Como, Andrea Vitali ama fare incursioni avanti e indietro nel tempo, ambientando le sue storie a volte durante il Ventennio, a volte nel Dopoguerra, fino a lambire gli anni Settanta. Il maresciallo Maccadò appare e scompare all’interno dei romanzi, a volte giovane, altre volte più anziano, come un buon ingrediente della cucina tradizionale, immancabile nell’arrosto ma talvolta quasi invisibile.
Chi può dire di conoscere davvero la storia del maresciallo Maccadò? Nessuno fino ad oggi, cioè fino a quando Andrea Vitali, capitolando di fronte alle insistenti richieste dei lettori, non decide di inaugurare una nuova serie poliziesca a lui dedicata. Il primo episodio della serie è questo Nome d’arte Doris Brilli, ambientato nel 1928, in piena epoca fascista.
Il maresciallo, insieme alla sua giovane e solare moglie Maristella, è giunto a Bellano da appena qualche mese, direttamente dall’entroterra calabro. A soffrire il clima umido e l’assenza di sole è soprattutto la giovane moglie, che pare abbia perso il suo proverbiale sorriso. È per questo che il maresciallo ci appare subito svagato, malinconico, distratto, con lo sguardo sempre rivolto alle nuvole in arrivo e la mente altrove… Ma altrove dove?
Proprio adesso che dovrebbe essere lucido e presente, per cogliere tutte le piccole sfumature di un discorso che l’appuntato Misfatti sta provando a riferirgli ma che lui - forse fatalmente - non coglie. Si tratta di una segnalazione arrivata da Milano il giorno prima: i colleghi carabinieri della stazione di Porta Ticinese hanno fermato una bella ragazza, di professione cantante e ballerina, nome d’arte Doris Brilli. La Brilli, nata Desolina Berilli, è in realtà una cittadina Bellanese che, trovata in strada in atteggiamenti ambigui, sta per essere rispedita a Bellano a casa dei suoi genitori.
Le ragioni della fuga, del rinvenimento e anche del rimpatrio della giovinetta sono misteriose. I fatti e i pettegolezzi come sempre in questi casi si confondono e si mescolano, rimbalzano da una finestra all’altra del paese, sospinti dalle voci del popolo e dal sospetto che minaccia quasi tutti. Apparentemente colui che comprende meno i dettagli della vicenda è proprio il maresciallo Maccadò. Ma sarà proprio così o dobbiamo aspettarci delle sorprese da questo personaggio?
Con una sferzata di vitalità tutta nuova, Andrea Vitali torna a raccontare la sua Bellano abbandonando in qualche modo la sua carta vincente, il racconto corale, per concentrarsi maggiormente su un personaggio. Una piccola rivoluzione che si farà apprezzare da chi ha amato leggere le sue storie, ma anche da chi sperava di poter approfondire le vicende di quei personaggi che, negli anni, hanno macchiato di colore la riva orientale del lago di Como.
Recensione di Annalisa Veraldi
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