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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2011
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Esaltato come lo “Shakespeare del romanzo”, paragonato a Omero da un rivale come Dostoevskij, artefice, secondo Rimbaud, di un linguaggio simile per intensità a quello della poesia, Victor Hugo è ritenuto tra i più grandi scrittori in prosa della sua generazione. Nei Miserabili, pubblicato nel 1862, il vasto affresco della società parigina si costruisce attorno a una trama di base da detective story, incentrata sul rapporto tra Jean Valjean,? ex carcerato, e Javert, il poliziotto che lo insegue. Accanto una folla di figure, ora comprimarie come Cosetta, la bambina salvata e adottata da Valjean, e Mario, il giovane che si innamorerà di lei, ora più defilate, volti e nomi dell’immensa folla dei miserabili che popolano i bassifondi di Parigi. Sullo sfondo i grandi avvenimenti della storia, sempre intrecciati ai fatti e ai fantasmi della vita individuale, dalla battaglia di Waterloo ai combattimenti sulle barricate durante i moti del 1832.
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Vero “mattone” di romanzo storico, alcune digressioni e approfondimenti veramente prolissi che spezzano il ritmo della narrazione (un intero libro sull’argot!), come anche alcuni personaggi (ad esempio i due figli minori dei Thénardier) di cui si poteva benissimo fare a meno, il tutto per circa 100-150 pagine che avrebbero potuto essere tagliate senza nulla togliere al valore dell’opera, anzi. Resta comunque un libro maestoso, che tutto sommato non rimpiango di aver letto in età adulta anziché in terza media, quando ero stato dissuaso dalla professoressa di italiano, perché penso di averlo gustato meglio, anche grazie alla precedente visione del film del musical, che non ha tolto quasi niente alla sorpresa della narrazione. Una storia epica, con una grande figura centrale, quella dell’ex forzato Jean Valjean, o papà Madeleine, o signor Fauchelevent, a seconda delle identità vestite per poter prendersi cura degli altri, in particolare della piccola Cosette, per adempiere la sua missione di redenzione dopo il provvidenziale incontro con il vescovo Myriel a Digne, altra grande figura, assieme a quella dell’antagonista principale, il mastino Javert. Sicuramente uno di quei libri da leggere almeno una volta nella vita.
“Chi non ha visto la miseria dell’uomo non ha visto nulla; bisogna vedere la miseria della donna; chi non ha visto la miseria della donna non ha visto nulla; bisogna vedere la miseria dell’infanzia”. Questo è uno degli estratti che dà l’ essenza dei Miserabili di Victor Hugo. La miseria senza limiti che diventa ancora più straziante quando riguarda i più deboli ossia i bambini. In tal senso Eponine, la piccola Cosette e Gavroche sono la sua massima espressione. Un romanzo storico che copre il periodo post-napoleonico della restaurazione in cui i deboli sono i protagonisti al pari della lotta per ideali di una società migliore per i quali si sacrifica la vita. Come quasi tutti i capolavori dell’Ottocento sono sempre presenti le considerazioni filosofiche, sociologiche politiche del narratore. Letto ai giorni nostri è disarmante constatare come nella nostra civiltà occidentale non vi sia nessun ideale che si avvicini minimamente alle barricate di Parigi del 1832 dove Enjolras e il piccolo Gavroche hanno dato la loro vita. Romanzo corale molto lungo, impegnativo e con un lieto fine ma alcune descrizioni (come la morte di Gavroche ) sono un pugno nello stomaco che ti ricorderai sempre. Capolavoro.
Morire non è nulla: è spaventoso non vivere Non avevo mai affrontato questo splendido romanzo corale, frenata dall’idea che avesse ispirato un musical. Grave errore, il libro è un vero capolavoro, le figure e i luoghi sono descritti con tale vividezza da uscire dalle pagine, su tutte la descrizione della battaglia di Waterloo. Ho trovato aspetti simili al Promessi Sposi: gli umili, la Provvidenza (che Hugo non chiama certo così), il ruolo dell’amore (terreno e no), le conversioni dell’innominato e di Jean Valjean, grandi personaggi secondari, come Gavroche. La Parigi descritta è antecedente a quella disegnata da Haussmann; tuttavia, ci si può destreggiare tra il Marais e il canale Saint Martin. Certo, ci sono molte digressioni sui più disparati argomenti, però la bellezza di questo libro merita lo sforzo richiesto dalle oltre 1200 pagine.
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