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quando due generi si fondono: il drammatico e il soprannaturale. A parte qualche scelta discutibile e alcuni comportamenti relativi ai personaggio un po' illogici, il film è godibile, appassionante e assolutamente non banale (sebbene si parli di entità e case infestate). I presupposti della storia sono abbastanza originali
Il Connecticut (il vero titolo di questa pellicola è The Haunting in Connecticut) è lo stato americano più infestato di sinistre presenze "undead". Tralasciando la mia breve "prefazione" siamo di fronte all'ennesimo film sulla casa infestata, e Amityville Horror ne costituisce il punto di riferimento. Il problema è che si vuole far passare la storia come vera. Si tratterebbe del caso della famiglia Snedeker che negli anni '70 aveva finito con l'abitare a Southington: in Connecticut, appunto. Può darsi che si siano verificati fenomeni paranormali ma viene da pensare che sia molto improbabile che sia accaduto (proprio) tutto quello che viene presentato. Perché altrimenti saremmo indotti a ritenere che la famiglia di Matt dovesse essere davvero priva di buonsenso visto che non ha abbandonato l'edificio prima della tregenda (mi taccio sulle origini e gli sviluppi per non fare spoiler). Il problema di un film come questo sta nella quasi meccanica proposta di nuovi colpi di scena. Il vero interesse de Il Messaggero non sta quindi tanto nella riproposizione di situazioni ormai stranote agli appassionati dell'orrorifico. È possibile invece individuarlo nel legame che viene instaurato tra la malattia; la probabile e imminente morte e la sua rappresentazione secondo i canoni del genere. Quei corpi ricoperti di parole da un sadico negromante non sono poi tanto diversi da quello di Matt, punteggiato dai segni del male che lo invade. Sicuramente non è un brutto film, anche se già come scritto sopra, sa di già visto. Però, visto che la produzione si è ispirata a "fatti realmente accaduti" lascia quella suspense in più per aver un buon voto. Da parte mia.
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