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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2010
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Vincitore del Premio Pulitzer 1992
«"Maus" è una storia splendida. Ti prende e non ti lascia piú. Quando due di questi topolini parlano d'amore, ci si commuove, quando soffrono si piange. A poco a poco si entra in questo linguaggio di vecchia famiglia dell'Europa orientale, in questi piccoli discorsi fatti di sofferenze, umorismo, beghe quotidiane, si è presi da un ritmo lento e incantatorio, e quando il libro è finito, si attende il seguito con la disperata nostalgia di essere stati esclusi da un universo magico» – Umberto Eco
«Un sobrio trionfo, semplice e commovente: impossibile descriverlo fino in fondo, un traguardo impensabile da raggiungere con un linguaggio diverso dal fumetto» – Washington Post
«Un'opera straordinaria, per ideazione e realizzazione... insieme romanzo, documentario, memoir e fumetto. Geniale, davvero geniale» – Jules Feiffer
«Uno dei memoir piú potenti e originali pubblicati» – New York Times
Accolto dalla critica come un capolavoro, il primo volume di Maus presentava ai lettori due personaggi: Vladek Spiegelman, un ebreo sopravvissuto all'Europa di Hitler, e suo figlio Art, un fumettista che cerca di scendere a patti con suo padre, con la storia terrificante che il padre ha vissuto e con la Storia stessa. Poiché in questo fumetto l'indicibile è mirabilmente raccontato ritraendo i nazisti come gatti e gli ebrei come topi, il lettore non ha mai la sensazione di conoscere già le vicende narrate. Questo secondo volume, sottotitolato E qui sono cominciati i miei guai, si sposta dalle baracche di Auschwitz ai monti Catskill intrecciando due storie potentissime: la drammatica vicenda della sopravvivenza di Vladek, con il paradosso della vita quotidiana nei campi di sterminio; e la cronaca di quanto sia difficile per l'autore gestire il complesso rapporto con il padre che invecchia. Si tratta in ogni caso di storie di sopravvivenza, anche quando i figli si ritrovano a dover sopravvivere ai sopravvissuti.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Maus di Art Spiegelman (Einaudi, 2010) è una storia molto particolare sull’Olocausto dove i personaggi sono rappresentati come animali: i topi sono gli ebrei, i polacchi i maiali, i tedeschi i gatti, e i francesi le rane. Maus è la storia di Vladek Spiegelman, un ebreo sopratutto al nazismo, di cui suo figlio – Art – disegnatore riporta tra le pagine la sua testimonianza vissuta in quel lungo periodo. Il fumetto è tratto da una storia vera, e per questo si lascia apprezzare ancora di più. «Quando avete sentito di Auschwitz per la prima volta? Subito dopo...Anche da là – da questo altro mondo – gente tornava e ci raccontava. Ma noi non ci credevamo. E poi notizie così c’erano sempre più spesso e abbiamo creduto. E poi abbiamo visto...anche peggio! Dopo quello che era successo con nonni, è passato un paio di mesi tranquilli. Poi sono usciti dappertutto manifesti e discorsi da Gemeinde… Fratelli Ebrei, mercoledì 12 Agosto tutti, giovani e vecchi, maschi e femmine, sani e malati, dovete registrarvi allo stadio Dienst...Oh no! E adesso? Non è il caso di allarmarsi, si tratta solo di controllare i vostri documenti e timbrarli. E’ per proteggervi, quali cittadini della regione! Non ci vado, è una trappola nazista! Erano tutti preoccupati. E il nostro comitato ebraico aiuta quegli assassini. Dio solo sa cosa ci succederà allo stadio. Beh, hanno appena controllato i documenti ebrei in alcune città qui intorno. Niente di grave. Ma dobbiamo andarci. Senza documenti in regola siamo persi! Andare non era bene. Ma non andare...anche non era bene». Una storia diversa, sul filone delle memorie di sopravvissuti ai campi di concentramento, che consiglio caldamente per avere un punto di vista inedito attraverso un genere – il fumetto – che di rado tocca certe tematiche.
Eccezionale.
E molto interessante lo consiglio vivamente
Recensioni
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