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Anno edizione: 2020
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Un bestiario del trash contemporaneo in cui, tra vip in declino e anonimi individui baciati per un momento dalla gloria, riconoscere il nostro volto più vero e imbarazzante.
«Uno sterminato catalogo “di idiozie e genialità”, un bestiario del trash, “un pellegrinaggio alla scoperta della parte più esposta e meno raccontata dell’anima italiana.» - Aldo Grasso, La Lettura
«Quarant’anni di storia italiana attraverso le sue brutture pop.» - Esquire
«Quello di Gabriele Ferraresi è un trattato di storia minore, di costumi, consumi, percezioni, un’antologia di oggetti culturali che i nati negli anni ‘70, ‘80 e in parte anche ‘90 hanno costantemente sullo sfondo della memoria.» - Wired
«Mad in Italy racconta quarant’anni di costume italiano.» - Marie Claire
Il Gabibbo che sfiora la top 10 dei singoli musicali più venduti. Gianfranco Funari candidato sindaco a Milano. Renato Pozzetto che gareggia nella Parigi-Dakar. Le televendite di Wanna Marchi e degli improbabili piazzisti di Telemarket. Monsignor Milingo che passa dal cantare a Sanremo allo sposarsi allo Yankee Stadium di New York. L'Uomo Gatto a Sarabanda. C'è un filo unico che collega queste immagini: un insieme di idiozia e genialità, cattivo gusto e spontaneità, ingenue velleità e spettacolari fallimenti, comportamenti immorali e manifestazioni grottesche, premesse drammatiche e risoluzioni comiche. In una parola, il trash. Gabriele Ferraresi ripercorre questo filo lungo gli ultimi quarant'anni di vita del nostro paese: gli arroganti e spensierati anni ottanta, incarnati dai paninari e da Jerry Calà, da Luis Miguel e dalla guida alle discoteche d'Italia di Gianni De Michelis; i colorati anni novanta, con il karaoke in tv e Luke Perry che passa da Beverly Hills 90210 a Vacanze di Natale 95, ma anche con Nino D'Angelo che gira una parodia di Titanic in salsa neomelodica; i primi anni del nuovo millennio, che scorrono inquieti tra il ministro Calderoli che sfoggia una maglietta irriverente su Maometto provocando scontri armati in Libia e l'epica lite in diretta tra Antonio Zequila e Adriano Pappalardo; e infine lo spaventato e confuso decennio seguito a crisi economica e diffusione dei social, con il furto della salma di Mike Bongiorno e la webserie The Lady, la svolta mistica di Pippo Franco e il mistero delle nozze tra Pamela Prati e Mark Caltagirone. Mad in Italy è un pellegrinaggio alla scoperta della parte più esposta e meno raccontata dell'anima italiana: il tentativo di ricostruire il puzzle dell'identità nazionale attraverso i suoi tasselli più assurdi e volgari, per cercare di capire che cosa di noi è rimasto immutato nel tempo e come invece siamo cambiati. Un bestiario del trash contemporaneo in cui, tra vip in declino e anonimi individui baciati per un momento dalla gloria, riconoscere il nostro volto più vero e imbarazzante.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Eccellente spaccato della cultura degli ultimi 40 anni, espresso in modo accademico ma non snob, profondo ma senza eccessi di intellettualismi, utile sia come studio sociologico che come diario dei ricordi. Rispetto a molte alte pubblicazioni di memorie riesce ad essere più intenso senza però perdere di vista anche il lato ironico di tante situazioni. Per cui è un incredibile tuffo nel passato per chi li ha vissuti, quei tempi. E un modo ottimo per spiegare (e soprattutto contestualizzare) le vicende ai più giovani. Probabilmente il miglior saggio televisivo-culturale uscito di recente. Unico peccato che ci si allarghi troppo ai tempi attuali, quando forse si poteva indugiare un po' di più sul passato remoto e non su quello fin troppo prossimo. Però ha talmente tante chiavi di lettura (svago, passatempo, ricerca culturale, saggio sociologico) che viene perdonato.
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