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Bellissimo racconto che ti immerge in un ambiente ancora intatto, dove l'uomo vive accanto agli animali selvatici. È un mondo che rispetta la natura e mette in evidenza i problemi legati alla sussistenza di tutti gli animali. Anche io abito in montagna, e mi piacerebbe che anche qui ci fossero i servizi e le attenzioni per i selvatici, come in Appennino. Festa è uno scrittore attento e preciso, con una penna molto sciolta, scorrevole e piacevole. Consigliatissimo a tutte le età.
Un libro raccontato dai lupi che ci descrivono la loro vita di branco e i loro comportamenti. Trovo che sia una lettura molto interessante,dovrebbero leggerla soprattutto coloro che hanno qualcosa da imparare da queste creature stupende.
Scrittura semplice e scorrevole, panorami ed ambienti pennellati dal punto di vista di un lupo. Un mondo parallelo a quello umano, lo stesso eppur così apparentemente differente e ricco di elementi a cui noi non facciamo caso. Un racconto da un punto di vista nuovo. Lo consiglierei anche per ragazzi, racconta bene l'etologia del lupo senza cadere in tecnicismi che romperebbero l'armonia della narrazione. Consigliatissimo!
Recensioni
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La Luna è dei lupi è il terzo romanzo dell’ormai noto Giuseppe Festa, sempre pronto a mettere i giovani lettori di fronte alle bellezze della natura. In questo romanzo per la prima volta ribalta la visione antropocentrica del mondo, ridando alla natura e ai suoi abitanti il loro giusto posto al centro dell’attenzione narrativa.
La Luna è dei lupi racconta due storie parallele: da una parte vediamo la storia di Rio,Lama del loro branco, dall’altra quella di Lorenzo e Greta. Sui Monti Sibillini dopo la morte di Grigio, le sorti del branco ricadono su Rio e della sua compagna Lama e saranno destinati a cambieranno per sempre. Costretti a lasciare le loro terre, e quindi la Zona Franca, dalla ferocia del branco di Uro i lupi sono scendono verso la valle che ospita il più feroce dei nemici: l’uomo. Quando il branco raggiunge il limite con la città dell’uomo incontrano un solitario lupo dal manto nero, Scuro, completamente diverso da loro e che porta con se un segreto destinato a cambiare per sempre la loro vita. Dall’altra parte abbiamo Lorenzo, un giovane ricercatore laureato all’Università con una tesi sui lupi, che è pronto ad accogliere un nuovo assistente per il suo lavoro. Al suo posto però si ritrova Greta, che non solo non conosce nulla sugli animali tanto amati da Lorenzo, ma conserva in se fin da bambina una profonda paura per ogni genere di cane. Pronta però a superare tutte le sue paure Greta si rivelerà fondamentale per le ricerche di Lorenzo, ma soprattutto per la sopravvivenza di Rio e Lama. Due storie diverse di due mondi completamente opposti che però riescono ad incontrarsi, solo per un attimo, in un modo surreale ma mai così vero.
«Poi la sua sagoma si sciolse nel buio, lasciandosi alle spalle i Monti Sibillini, la sua infanzia, la sicurezza della Zona Franca. E un pezzo del suo cuore.» (p. 81)
Giuseppe Festa, laureato in scienze naturali, si occupa di educazione ambientale, non solo nella vita ma anche attraverso i suoi romanzi. La Luna è dei lupi è una storia dolce e ricca di spunti di riflessione per i giovani lettori, ma non solo, che per la prima volta si vedono raccontare la storia dal punto di vista dell’animale e non dell’uomo. Leggendo la storia del branco dei Monti Sibillini si ha il privilegio di entrare nella mente e nelle emozioni di un lupo, vivendo la vita attraverso i loro occhi che saranno in grado di cambiare completamente il nostro modo di vedere il mondo. Che lo scrittore sia riuscito a decifrare il complicato linguaggio dei lupi? Probabilmente non completamente, ma molte delle cose narrate provengono da studi e storie vere, a cui Giuseppe Festa ha dato voce. L’abilità dello scrittore sta nel riuscire a metterci di fronte a temi attualissimi e di una certa importanza per le nuove generazioni, troppo spesso influenzate dai media, in un modo semplice ed efficace. Ad esempio il tema del “diverso”, dello straniero che si traduce in paura di ciò che non ci somiglia viene nella storia rappresentato dall’incontro tra il branco e Scuro. Al contrario dei membri del branco e dei lupi che vivono nelle loro zone, Scuro ha il manto di un colore diverso, un colore che loro non avevano mai visto e che genera in loro una certa diffidenza. Questa sua particolarità è dovuta però alla sua genetica essendo un incrocio tra un lupo e un cane, un ibrido destinato all’esclusione da qualsivoglia branco. Nonostante il timore iniziale, dovuto alla sua diversità esteriore, Rio lo accetta comunque nel suo branco fidandosi di lui contro ogni aspettativa. Scuro saprà ripagare tutto quell’affetto che per prima volta lo fa sentire realmente parte di qualcosa, un lupo completo. La scelta di Rio potrà sembrare insensata, perché accettare un mezzo lupo mettendo a rischio l’incolumità del branco? Perché non è il nostro colore che dimostra chi siamo realmente, perché non importa da cosa è composto il nostro sangue, sono le scelte che facciamo ogni giorno a determinare chi siamo realmente. La fiducia e l’accettazione del diverso sono sentimenti che attualmente facciamo molta fatica a concretizzare proprio qui a casa nostra, per cui pensate che senza quel lupo “diverso” per branco della Sibilla non ci sarebbe stata speranza.
Questo è solo un esempio, ma sono molte le lezioni che si possono apprendere guardando, e in questo caso vivendo, la vita di un lupo: il gioco di squadra per la sopravvivenza, il sacrificio del singolo per proteggere il gruppo, la fiducia e il rispetto per il prossimo. Insomma
Un altro aspetto molto interessante della narrazione è la visione che Festa da dell’uomo, che non è stato eliminato completamente dalla storia, solo ricopre il ruolo di semplice osservatore. Gli uomini di cui racconta sono i rappresentati di quello che di buono c’è nel mondo, un forte messaggio di speranza che ricorda che non tutti gli uomini sono cattivi, anzi che esistono persone che ogni giorno si battono per difendere l’ambiente e gli animali che lo abitano. Una speranza che Lama, compagna di Rio, custodisce dentro di se, lei sa che anche gli uomini pregano alla loro Luna e che non tutti possono essere cattivi. Lo scoprirà poi con il suo incontro con Greta, la giovane volontaria cresciuta con una forte paura per i cani e simili, ma nonostante questo nel momento del bisogno non esita a buttarsi nell’acqua gelata per salvare la vita di Lama. Una scena surreale, ma realmente accaduta, che ci dimostra che non esistono differenze di razza, esiste solo una forte voglia di vita.
Gli espedienti narrativi scelti dall’autore rendono il romanzo molto scorrevole e dinamico, creando quella giusta suspance grazie ad un attento gioco di specchi in grado di nascondere la verità fino all’ultimo secondo. I capitoli sono molto brevi, altra scelta molto centrata visto il target di riferimento del romanzo, questo li incuriosirà sempre di più finché non potranno più fare a meno di leggere.
Per concludere voglio, come sempre, consigliarvi di non diffidare dalla narrativa per ragazzi perché non solo è ricca di espedienti interessanti capaci di catturare l’attenzione della fascia d’età più difficile da coinvolgere nella lettura, ma è in grado di far riflettere su temi che molto spesso vengono messi da parte. La Luna è dei lupi è un esempio lampante, una storia ben strutturata ma con un forte messaggio di fondo sul quale riflettere.
«Nelle sue orecchie risuonarono le domande che aveva rivolto Lama, tanto tempo prima. Chissà se anche gli uomini pregano. Chissà se anche loro credono in qualcosa di più grande. (…)
In quel momento, per la prima volta, lo accarezzò l’idea.
Poteva esserci una stessa Luna per Uomini e Lupi.» (p.245)
Recensione di Francesca Magni
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