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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro molto scorrevole e piacevole, divorato in un giorno solo, Lisbeth ci insegna che non sempre il diverso è brutto.
concordo molto con sara❤
molto molto carino
Recensioni
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Dopo aver avuto l’immenso piacere di intervistare Mavis Miller al Salone del libro di quest’anno non potevamo assolutamente non parlarvi del suo primo libro, frutto di un viaggio lungo una vita nelle Terre Selvagge: Lisbeth e il segreto della città d’oro.
Lisbeth, la protagonista della storia, è una bambina intelligente, sveglia e ambiziosa, così come tutti i suoi coetanei della città d’oro. In questa particolare città tutto è perfetto, i dolori della vita vengono nascosti, le persone non hanno bisogno né di lavorare né di mangiare per vivere. I ragazzi studiano nelle scuole migliore, così da poter contribuire un giorno al buon funzionamento della città, il nome della città deriva dal colore dei capelli degli abitanti, che raggiunti i 13 anni d’età si tingono d’oro. La vita in quest’utopica città procede tranquilla e senza intoppi, ma si sa che anche le cose all’apparenza perfette nascondono sempre del marcio. Lisbeth aspetta con impazienza il suo tredicesimo compleanno, dove non solo i suoi capelli finalmente saranno uguali a quelli di tutti gli abitanti, ma finalmente imparerà a volare, insomma sarebbe diventati a tutti gli effetti una lucente. Però quando il tanto atteso giorno arriva nulla accade, nessun capello dorato spunta sulla testa di Lisbeth e i suoi piedi non ne vogliono sapere di alzarsi in volo. Cosa le stava succedendo, ma soprattutto perché il suo stomaco iniziava a borbottare per la fame? Fu il panico. I genitori la chiusero in casa e la fecero visitare dai migliori dottori della città, il responso fu tragico e risoluto: Lisbeth non possedeva i geni della lucentezza, di conseguenza non sarebbe mai diventata una lucente. Lisbeth era destinata alla normalità. Il suo mondo inizia a crollare pezzo dopo pezzo, cosa avrebbe fatto adesso? Dove avrebbe studiato? Avrebbe perso i suoi amici? Domande legittime per una tredicenne che scopre di non potersi adeguare alla massa, ma la nostra piccola eroina non sa che spesso basta guardare le cose da un altro punto di vista, perché in mezzo a una città di lucenti la sua normalità è ciò che la rende unica! Questa sua unicità la costringerà però a spostarsi al di la delle mura che proteggono la città, nelle Terre Selvagge esisteva una scuola adatta a lei: la Wheldrake, un posto apparentemente spaventoso dove la nostra protagonista imparerà a fare i conti con il mondo reale.
«Quello che sto cercando di dire è che la vita di Lisbeth sarà un po’ diversa da quella delle ragazze normali. Non per forza peggiore, ma… ehm… differente.» (pag. 64)
Mavis Miller, durante un lungo viaggio, ha vissuto in prima persone le vicende della città d’oro, ha conosciuto i suoi abitanti e si è avvicinata ai loro usi e costumi. Questo romanzo è il frutto di quel viaggio fantastico che ha raccontato tramite i diari e i suoi appunti. Questa prima straordinaria avventura di Lisbeth ha la singolare capacità di catturare anche il pubblico adulto fin dalla prima pagina, complice la straordinaria caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione plausibile. I lettori più giovani non faranno affatto fatica a identificarsi con la protagonista, perché nonostante viva in una città utopica molto lontana dalla nostra, attraversa tutti quei sentimenti tipici dell’adolescenza dove il senso di inadeguatezza raggiunge i suoi massimi livelli. Lisbeth riesce a fare della sua semplice normalità un punto di forza, dopo aver superato tutte le paure del caso. Questa è la cosa che ho più apprezzato di questo libro, il fatto che Lisbeth non emerga dalla massa grazie alle sue doti straordinarie ma per la sua normalità. Il messaggio di fondo è molto importante e particolarmente mirato a una fascia d’età azzeccatissima: non bisogna essere speciali per essere unici. Lisbeth riesce a raggiungere i cuori dei lettori grazie anche alla sua umanità, si comporta proprio come una qualsiasi ragazzina di 13 anni costretta ad essere diversa per il resto della vita, non esce di casa per giorni, piange e si dispera, compie un vero e proprio viaggio introspettivo per poi rialzarsi più forte e spaventata di prima. L’adolescenza è un’età delicata, stare sotto i riflettori per i motivi sbagliati potrebbe condizionare il resto della tua vita, eppure lentamente la nostra eroina riesce a rialzarsi diventando un esempio per tutte le ragazze nella sua condizione. L’accettazione di se stessi è un momento cruciale, il personaggio di Lisbeth cambierà radicalmente in meglio arrivando a una maturità quasi atipica per la sua età.
La trama è ricca di colpi di scena e di personaggi inaspettati, capaci di non far calare l’attenzione dei lettori. I personaggi si dividono tra i perfetti abitanti della città d’oro e quelli delle terre selvagge, molto più simili a noi perché tutti diversi, tra queste due fazione vige ovviamente una gerarchia che vede i lucenti al vertice. Lisbeth è l’anello che lega questi due opposti, è solo grazie a lei che alla fine si arriverà a capire che le differenze fisiche non sono sufficienti a diversi. L’esempio lampante possiamo vederlo tra i due ragazzi che ruotano intorno alla vita della protagonista: André e Mike. André è un giovane lucente molto amato da tutti, gentile, bello e sempre disponibile, Mike al contrario è nato e cresciuto nelle terre selvagge, scontroso e brillante. Poli opposti che sapranno però costruire un perfetto gioco di squadra per salvare la città d’oro solo quando Lisbeth metterà da parte le loro differenze, mostrando così le cose che più li accomunano. L’uguaglianza e la convivenza pacifica tra due parti diametralmente opposte è un tema molto caldo anche nella nostra società, persone con caratteristiche fisiche diverse che arrivano da una cultura diversa non devono essere separate da un muro, non esiste un migliore o un peggiore ma solo persone. Questo tema è trattato in maniera molto semplice e diretta e mi auguro che arrivi e che rimanga ben impresso nei giovani lettori.
La scrittura è molto lineare e semplice, i capitoli sono brevi e ben impostati capaci di lasciare quel briciolo di curiosità che non vi permetterà di staccarvi dal libro. In conclusione credo che il viaggio nelle terre selvagge deve essere fatto almeno una volta nella vita, voi cosa aspettate?
«Lisbeth alzò gli occhi e sorrise: lassù, sopra le loro teste, nel cielo sereno, reso ancor più grande dal buio dei boschi tutt’intorno, non erano mai brillate così tante stelle.»
(pag. 474)
Recensione di Francesca Magni.
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