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Anno edizione: 2016
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Cristopher sono io. Abbiamo un sacco di cose in comune, lui e il me undicenne. A questo punto credo che avere i genitori separati e dimenticare oggetti siano due cose collegate, magari a causa della divisione dello spazio personale: se ho il trombone da mia mamma, magari il mio cervello si confonde credendo di averlo da papà e quindi che non sia dalla mamma, ergo non penso di prenderlo per portarlo a scuola e rimango senza trombone durante l'ora di musica. Misto al fatto che Cristopher è sgarbato con sua mamma e suo papà, giacché loro vanno sempre di fretta ed è noto che la fretta diminuisce la gentilezza, siamo di fronte a una psiche stressata, da cui nascono i problemi della società. Questo capitolo di Wonder è scostato dalla storia di Auggie, si concentra molto di piú sui fatti di Cristopher. Penso che il ragazzino conviva con due difficoltà non indifferenti: la situazione della sua casa, a tratti disforica, e l'essere amico di un bambino con una faccia tremenda. In entrambi i casi la gentilezza è la chiave di tutto, base sottovalutata dei rapporti umani, anch'essi in deflazione (non so quasi niente di economia, quindi shhh). Quando la mamma di Cristopher rischia di lasciarci le penne, il giovanotto si rende conto di cosa siano le fondamenta della felicità, una volta che le stava per perdere. E comunque suo padre gli fa capire che bisogna essere grati di ciò che si ha e di ciò che non è successo. Uno stile di vita stoico e meraviglioso. In merito al rapporto con Auggie, Cricri piú volte si ritrova a dover tagliare amicizie marce con ragazzini ignoranti, il che non è un male assoluto, a ben pensarci. Il bello della scrittrice Palacio è che ti fa sentire il tepore di una fiaba, immersa comunque nella realtà glaciale del mondo che esiste a prescindere da cosa stai pensando.
Sarà che con le vicende narrate in "Wonder" e ne "Il libro di Julian" queste pagine c'entrano poco o nulla, ma la storia in questo caso ha meno mordente, meno vivacità ed originalità. Forse limitandosi ai primi due bellissimi capitoli della quadrilogia la Palacio avrebbe chiuso più degnamente il cerchio.
Non bello come Wonder ma discreto cone Il Libro di Julian
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