Gianni Minà è stato giornalista, documentarista, scrittore, e uno dei volti e delle voci più noti e amati della nostra televisione. Nato a Torino, inizia la sua carriera nel 1959 come giornalista sportivo per Tuttosport, di cui è stato direttore dal 1996 al 1998. In Rai lavora inizialmente come collaboratore dei servizi sportivi, realizzando poi reportage e documentari per rubriche come Tv7, Dribbling, Odeon tutto quanto fa spettacolo, Gulliver, in particolare dall'America Latina. Lunghissimo l’elenco dei libri pubblicati, dei documentari girati, delle testate e delle trasmissioni a cui ha collaborato e che ha diretto o creato, da L’altra domenica a Blitz.
Minà ha realizzato anche centinaia di interviste per la Rai e non solo. Ricordiamo quelle a Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Muhammad Ali, Robert De Niro, Jane Fonda, Gabriel Garcia Marquez, Enzo Ferrari, Manuel Vázquez Montalbán. È diventata un classico la sua intervista a Fidel Castro che nel 1987, in un colloquio fiume durato 16 ore, raccontò per la prima volta a un giornalista occidentale i dettagli della sua amicizia con il Che e i sogni, realizzati e non, della rivoluzione cubana.
Ha diretto la rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo. Collaboratore per anni di quotidiani come Repubblica, l'Unità, Corriere della Sera e Manifesto. Tra i libri ricordiamo: Il racconto di Fidel (1988), Un continente desaparecido (1995), Storie (1997), Un mondo migliore è possibile. Da Porto Alegre le idee per un futuro vivibile (2002), Politicamente scorretto (2007), Il mio Alì (2014), Così va il mondo. Conversazioni su giornalismo, potere e libertà (2017, con G. De Marzo), Storia di un boxeur latino (2020) e Non sarò mai un uomo comune (2021).
Tra tanti riconoscimenti, ha vinto nel 2007 il premio alla carriera Kamera al Festival Internazionale di Berlino. Nel 1981 il Presidente Pertini gli aveva consegnato il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo.
Si è spento a Roma dopo breve malattia nel 2023.