Federico Zeri (Roma, 12 agosto 1921 – Mentana, 5 ottobre 1998) è stato un critico d'arte italiano.
Forrmatosi a Roma presso i Gesuiti (svilupperà una sostanziale antipatia per la gerarchia ecclesiastica, ed un netto agnosticismo), il padre lo avviò allo studio della botanica e della chimica, ma nel 1943 Zeri abbandonò tutto e decise di seguire le lezioni sulla storia dell'arte del professore Pietro Toesca.
Nel febbraio 1944 venne arrestato dai fascisti su denuncia di una vicina di casa, che lo accusava di intrattenere rapporti di amicizia con persone notoriamente antifasciste. Condannato a morte, venne liberato grazie all'interessamento di uno sconosciuto, che lo volle aiutare come gesto di gratitudine verso suo padre Agenore, da cui anni prima era stato curato gratis. Nel 1946 fu nominato ispettore dei Beni culturali dalla Belle arti. Si dimise dall'amministrazione alla fine degli anni cinquanta, avviandosi ad una carriera di studioso in proprio ed esperto privato.
Nel 1963 Jean Paul Getty, miliardario statunitense, lo chiamò per la creazione del museo omonimo a Malibù. Federico Zeri, dopo aver svolto il compito, entrò a far parte del consiglio di amministrazione rimanendovi fino al 1983, quando si dimise dopo forti dissensi sull'acquisto di un kouros da lui ritenuto un falso (fatto che fu poi dimostrato).
Stimato conoscitore d'arte e specialista della pittura italiana dal XII al XV secolo, fu incaricato negli anni sessanta dal Metropolitan Museum of Art di New York e dal Walters Art Museum di Baltimora di comporre i cataloghi delle collezioni italiane.
Critico d'arte della Stampa e in trasmissioni televisive, nel 1984 fu fra i pochi a avanzare forti dubbi sull'attribuzione ad Amedeo Modigliani delle tre sculture ritrovate a Livorno, considerate autentiche da numerosi esperti (tra cui Giulio Carlo Argan, da lui sempre disistimato).
Nel 1992 fu scelto per il "premio Nobel per l'arte". Nel 1995 fu eletto all'Académie des beaux-arts dell'Institut de France di Parigi, come membro associato estero. Dal 1994 al 1998 ricoperì l'incarico di vicepresidente del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali.
Nel 1997 ha pubblicato un romanzo insieme a Carmen Iarrera intitolato Mai con i quadri (Longanesi & C.), giallo ambientato nella Roma aristocratica degli amanti dell'arte.
È inoltre autore di diverse pubblicazioni, tra le quali si ricordano: Confesso che ho sbagliato (Longanesi, 1995), L'Arco di Costantino: divagazioni sull'antico, Ginevra (Skira, 2004), Cos'è un falso. E altre conversazioni sull'arte (Longanesi, 2011) e Abecedario pittorico (Longanesi, 2007).