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Se per guardare la vita con piú leggerezza prendessimo in prestito la saggezza degli antichi? Un viaggio sorprendente alla ricerca di noi stessi e della felicità.
«Il pregio del saggio è quello di rendere attuale il sapere, decontestualizzando i testi e restituendo aneddoti, frammenti storici, piccoli suggerimenti» - Maria Anna Patti, Robinson
«All'improvviso ogni cosa si fa spaventosamente semplice. Mi curerò con la filosofia, come gli antichi. Questi libri che non sfioravo da anni, non solo devo tornare a leggerli: devo lasciare che mi insegnino qualcosa, che mi educhino. Ho bisogno di una scuola, e di scuole, la filosofia greca ne ha prodotte a bizzeffe. Comincerà cosí, ora che ne ho piú bisogno, ora che avrei cose ben piú urgenti di cui occuparmi, la mia ricerca della felicità».
Che cosa succederebbe se di punto in bianco decidessimo di conoscere noi stessi al modo degli antichi Greci? E se per farlo ci scegliessimo per maestri Pitagora e Parmenide, Epitteto e Pirrone, Epicuro e Diogene? Potremmo scoprire che le scuole dell'antichità non hanno mai chiuso davvero – non finché penseremo alla felicità come a un destino da conquistarci. Attraverso la cronaca di sei settimane «filosofiche», ciascuna vissuta nel rispetto dei precetti di una diversa scuola, Ilaria Gaspari ci guida in un insolito esperimento esistenziale, a tratti serissimo, a tratti esilarante. Scopriremo cosí che piegandosi alle regole astruse del pitagorismo si può correggere la pigrizia patologica, mentre i paradossi di Zenone mettono a nudo certe strane contraddizioni nel modo in cui siamo abituati a considerare il ritmo della vita. E se essere epicurei non è cosí piacevole come sembra, il cinismo può regalare gioie inaspettate. Un esercizio di filosofia pratica che ci insegnerà a sentirci padroni dell'attimo che fugge.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lessico a volte aulico, ma tralasciando ciò, ho trovato pochissime lezioni di felicità. Insomma a volte anche un tantino noioso, per fortuna non è un trattato filosofico pesante, ma adatto quasi a tutti. Mi aspettavo molto di più
Dal titolo mi aspettavo molto di più. Cioè, concordo pienamente che la filosofia non è un sapere fine a se stesso, ma è uno stile di vita. Perciò mi aspettavo più approfondimento filosofico e maggiori citazioni per aiutare il lettore ad applicare certi concetti nella vita di tutti i giorni. E poi avrei gradito meno digressioni. Cmq, non è male!
Un insolito esperimento esistenziale: il libro è la cronaca di sei settimane “filosofiche“, ciascuna vissuta rispettando i precetti delle scuole di pensiero di Pitagora, Parmenide, Epitteto, Pirrone, Epicuro e Diogene che saranno le guide della protagonista, uno per ogni settimana. Appena mollata dal fidanzato, soffre per l’improvvisa mancanza e si trova costretta a lasciare la casa dove ha vissuto per dieci anni. Ha una settimana di tempo per lasciarla e comincia a svuotarla partendo dai libri ed è proprio risfogliando i suoi libri di filosofia che le nasce un’idea: alleviare la sofferenza amorosa con la disciplina da lei studiata tempo prima e tentare così di raggiungere la felicità. Interessante e ben scritto
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
A chi non è mai capitato di fare un trasloco, o un semplice spostamento di mobili, e trovarsi appollaiato su una scala a sfogliare vecchi libri dimenticati? «Svuotare una libreria è come improvvisarsi archeologi di se stessi», è proprio questo lo spunto narrativo che dà linfa al progetto di Ilaria Gaspari raccontato in Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (160 pagine, 13 euro), edito da Einaudi. Un trasloco rapido che segue alla rottura di una relazione, gli scatolini, un ambiente da svuotare prima di traghettare la propria esistenza in un altrove da imparare a conoscere. Sulla mensola compaiono libri di filosofia antica studiati per gli esami universitari e mai più riaperti. E se invece potessero ancora parlare, e a loro modo aiutare la protagonista?
La filosofia studiata in vista di un esame, considera l’autrice (del cui Ragione e sentimenti abbiamo scritto qui), instilla una certa necrofilia nello studente. Specialmente se si tratta di filosofia antica: così distante dalla vita pratica e quotidiana. E invece no: ecco l’esperimento, che pesca a piene mani dal grande universo della filosofia greca, culla del nostro pensiero e sguardo sul mondo, spesso sopita, ma prontamente riattivata da Ilaria Gaspari grazie alla scommessa di accompagnare trasloco e cambio di vita con una ripresa delle più grandi scuole antiche.
Se non è attualmente possibile iscriversi davvero alle scuole, basterà decidere che per sei settimane si aderisce idealmente ai dettami di ciascuna di esse, cercando di viverle, capirle a fondo, non solo studiarle in vista di un voto sul libretto. Si succedono così la scuola pitagorica con le sue regola, quella eleatica, dove Parmenide discetta di essere e non essere e Zenone sfodera paradossi sul tempo e lo spazio. Insieme alle rispettive visioni del mondo, guizzano fuori dai libri tentativi e suggerimenti di nuove pratiche di vita. Ancora, lo scetticismo, con la distanza dalla percezione soggettiva, lo stoicismo e l’educazione dei pensieri, l’epicureismo e il ritrovamento di piaceri e desideri, e il cinismo, a completare il viaggio che avrà trasformato la protagonista.
Perché, se pure si tratta di un agile volume che riscopre il piacere, la bellezza e la quotidianità della filosofia greca antica, Lezioni di felicità è anche una piccola storia, e ha una protagonista. Un alter ego di Ilaria Gaspari, forse: una ragazza che perde l’amore e la casa in cui era abituata a stare, e che deve affrontare una salita, un trasloco e un nuovo inizio, con un po’ di acciacchi e incertezze sulle spalle, ma con i suoi libri di filosofia. Saranno loro ad aiutarla in questa fase difficile e di transizione, forniranno le prove che via via ogni settimana la ragazza si auto-infligge, a spalancarle nuove possibilità in forma di visioni di sé e del mondo che, senza i precetti delle scuole, non avrebbe contemplato.
Così la tartaruga di Zenone aiuta ad attenuare il senso di bruciante sconfitta per aver buttato del tempo che non tornerà, ogni momento è un attimo, la freccia in corsa non rappresenta che la parcellizzazione su una linea temporale dove non sempre vale il nesso di consequenzialità logica tra un atto e l’altro. Tra pigrizia spudoratamente ammessa e pasticci in cucina, dove la protagonista si esercita a educare i pensieri in ottica stoica, tra scetticismo praticato togliendo gli occhiali da vista ed epicureismo inseguito tra gli amici, chi dice io nel testo troverà sempre un modo per cambiare sguardo sul mondo. Trucchetti filosofici, esperimenti esistenziali che, mentre macinano pensieri, tengono occupati e distraggono dai propri guai, lavorando perché si capisca di più la propria realtà.
A ogni scuola, la perdita di qualche certezza. Trascorrono così l’attimo del cambiamento, quello del senso di fallimento, i difetti, non più colpe o causa di disperazioni, persino il tradimento. Regolarmente, ogni settimana non finisce mai come si sarebbe potuto immaginare. Potrebbe capitare di farsi male, in quest’onda di cambiamenti e sofferenze che travolge e un po’ stravolge ma, come diceva Epicuro, «il male è vivere male». Il barcollare, perdere ogni volta il baricentro, non è che la via per la cura del proprio benessere d’animo, quella naturale ricerca della felicità che, arti del vivere, le scuole filosofiche ponevano come obiettivo ultimo, «ferreo allenamento destinato non solo a stimolare l’intelligenza del discepolo, ma a trasformare la sua esistenza attraverso una serie di regole, di pensiero e di vita».
Per cui, anche se a filosofare e seguire scuole si potrebbe cadere nel pozzo, guardando in alto, come capitò a qualche filosofo antico prontamente deriso da una passante, prepariamoci a non farne un cruccio. Ogni trauma, dal trasloco, alla fine di un amore, alla caduta dentro un pozzo, è un ottimo momento per riflettere su come essere felice. Così quando saremo a terra, a filosofeggiare, «Ascolteremo ridere i passanti; e a chi ci dirà che la filosofia non serve a niente, risponderemo che invece serve eccome, a imparare a vivere».
Recensione di Alessandra Chiappori
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