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Immaginate di trovare nella posta la lettera di una sconosciuta che tanto sconosciuta non è e di ripensare a dei momenti della vostra vita che avrebbero potuto cambiarla se solo vissuti con altro spirito. È quello che accade al protagonista di questo bellissimo racconto
Avevo letto "Paura" e "Novella degli scacchi" e ho deciso di approfondire l'opera di Stefan Zweig. "Lettera di una sconosciuta" mi ha un po' deluso: l'impressione è che lo scrittore abbia semplificato un po' troppo il suo stile e abbia fatto qualche concessione al sentimentalismo. Inoltre alcuni passaggi della lettera/confessione della donna sono a mio avviso forzati e non del tutto credibili, funzionali al semplice sviluppo della trama. Morale della favola: meglio dirigersi altrove.
Questo è il primo libro di Stefan Zweig che leggo. Davvero molto bello. Scrittura splendida.
Recensioni
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Il racconto, pubblicato nella smarrita, ridimensionata Austria del 1922, in cui ancora forte era l'eco della gloria asburgica, uscì per la prima volta in Italia nel 1932. Adelphi lo ripropone ora nell'efficace nuova traduzione di Ada Vigliani, studiosa di Robert Musil, un autore che peraltro disprezzò il facile successo editoriale di Zweig. Eppure l'opera letteraria di questo scrittore ebreo viennese, nato nel 1881 e morto suicida nel 1942 in Brasile, gode ancora oggi di un indiscusso successo, dovuto alla sua raffinata, godibilissima scrittura, capace di descrivere con tocco leggero i più intimi moti dell'animo. Accanto ad Arthur Schnitzler, è lo scrittore che per primo seppe dare eco letteraria agli studi di Sigmund Freud. Apprezzato da Maksim Gorkij specie per il testo qui presentato, è riconosciuto, anche da chi lo considera un minore, quale imprescindibile cantore del mito della Finis Austriae, descritta da Zweig in Il mondo di ieri (Mondadori, 1994), un testo il cui titolo riassume l'essenza di un'epoca. Lettera di una sconosciuta narra la passione devota e assoluta di una giovane donna nei confronti di uno scrittore affermato, viziato dal successo, capace più di descrivere che vivere effettivamente i propri sentimenti. Solo leggendo la missiva, dalla quale apprenderà di avere generato un figlio in occasione di un fuggevole incontro, si renderà conto di questa delicata, costante, discreta devozione che porterà alla morte colei che gli scrive, incapace di sopravvivere alla morte del loro bambino. L'indiretta descrizione del suo freddo atteggiamento da dandy e l'atmosfera viennese della novella ricordano il breve dramma lirico Il folle e la morte di Hugo von Hofmannsthal, del 1893, con il suo protagonista Claudio, incapace di condividere davvero i sentimenti provati da chi gli è stato vicino. La magistrale riproposizione di quelle atmosfere da belle époque alcuni anni dopo la fine del primo conflitto mondiale, che per sempre le aveva distrutte, è un segno tangibile di quanto Stefan Zweig vi fosse intimamente e drammaticamente legato.
Giorgio Kurschinski
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