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Saggio coinvolgente, lettura scorrevole e piacevole. Un libro consigliato a tutti gli appassionati della grecità.
“Eppure Platone sapeva bene che ovunque gli eroi omerici piangono. Piange Odisseo, piange Agamennone, piange Ettore, piangono Menelao, Telemaco, Patroclo, Priamo. Nessuno che non sia eroe evita di piangere. A viso aperto. Senza risparmiarsi. [...] Singhiozzano, gridano, si accasciano, tremano, lasciano fluire lacrime calde, sentono strozzarsi in gola lacrime fredde, piangono fino a rischiare la fame, piangono per saziarsi del pianto. Platone lo sapeva bene, lo sapeva fin troppo bene. Sapeva che la questione era dedicata e che c’era in ballo qualcosa di decisivo. E infatti amava la fragilità di quegli eroi, era invincibilmente attratto dalla loro capacità di piangere e tremava cantando tra sé, in silenzio, gli esametri in cui Achille e Priamo piangevano assieme, abbracciandosi da nemici uniti in un unico dolore. Sapeva che in quelle lacrime si annidava il germe di un coraggio capace di superare qualsiasi altro coraggio. L’uomo che aveva la forza di piangere senza rendersi ridicolo era forse imbattibile. [...] E sapeva che bandire le lacrime significava bandire il più alto coraggio.” . Eroi che piangono per nostalgia dei luoghi cari e delle persone amate, per l’ira funesta e la rabbia assassina; per paura e per l’impotenza di fronte alla morte. Eroi che hanno la forza di mostrare la propria debolezza, di mostrarsi fragili anche di fronte ai nemici. . E oggi? Se un uomo piange, che succede?
Piange Achille per rabbia quando Agamennone gli toglie Briseide, piange di dolore quando muore l'amico Patroclo. Piange Odisseo travolto dalla nostalgia e dal desiderio di ritornare ad Itaca dal figlio Telemaco e dall'amata Penelope. Ermes, quando per volere di Zeus, atterra a Ogigia, l'isola dove Calipso, da otto anni, tiene legato a sé Odisseo, trova Odisseo che "sul promontorio piangeva, seduto, là dove sempre, con lacrime, gemiti e pene straziandosi il cuore, e al mare mai stanco guardava, lasciando scorrere lacrime". Grazie all'intervento di Zeus ora può riprendere la navigazione verso Itaca. Il pianto rende umani questi eroi omerici che, appunto, restano eroi anche quando piangono "calde lacrime".
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