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Curiosità, originalità, ispirazione: parole chiave per ogni romanziere. Ma non meno importanti per chi si occupa di scienze esatte. L'autore di Sabato e Solar, La ballata di Adam Henry e Macchine come me esplora e celebra da tempo gli inediti punti di convergenza fra «due nobili e distinte forme di indagine sulla nostra condizione umana», la letteratura e la scienza. Questa volta ce li racconta in cinque saggi acuti e graffianti che ci invitano a trarre meraviglia e piacere anche dal fallimento, così da goderci il «sublime trionfo della creatività umana».
Molti dei romanzi di Ian McEwan, da Sabato a Solar fino a Macchine come me, attingono a campi specialistici solitamente preclusi ai profani. Non vi è dunque da stupirsi se nei cinque saggi qui raccolti l'autore sceglie di sottolineare i punti di convergenza, anziché le discrepanze, fra due forme di indagine della realtà, la letteratura e la scienza, tradizionalmente ritenute distanti se non incompatibili. Se in L'originalità delle specie la connessione è individuata nel comune anelito alla priorità, in Una tradizione parallela si evidenzia la necessità condivisa di un canone di riferimento. E in Letteratura, scienza e natura umana è la relazione fra ciò che tutti gli esseri umani hanno in comune e ciò che li distingue, o più precisamente fra genetica e cultura, a fare da trait d'union fra i saperi. Il proliferare di credenze parascientifiche e parareligiose sul tempo dell'inizio e della fine, esplorate in Blues della fine del mondo, dimostrerebbe una pulsione di collettività nelle cose ultime, ma è in definitiva all'Io, con le sue infinite sfaccettature in ambito letterario e neuroscientifico, che tutto si riconduce. È la penna del grande romanziere a fare di una storia di scoperte scientifiche lunga due secoli, da Darwin a Dawkins, un «sublime trionfo della creatività umana».
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Invito alla meraviglia è il risultato di una piccola raccolta di saggi, lezioni e articoli che Mcewan scrive negli ultimi vent’anni. Il piccolo gioiello si apre con il racconto del funerale di Isaac Newton, morto a Kensington . Alla cerimonia funebre era presente anche Voltaire, il quale rimase impressionato dal fatto che a un “umile scienziato” venisse concesso l’onore di essere sepolto come un re nella Abbazia di Westminster. Stupore che poi portò Voltaire ad appassionarsi all’opera di Newton tanto da divenirne un traduttore e un divulgatore che testimonio la nascita della scienza moderna. Mcewan esplora l’insolita comunione tra scienza e letteratura che si può anche riconoscere tra alcune sue opere, una su tutte Macchine come me Gli scienziati diventano come personaggi e la loro vita al pari di un romanzo ci aiuta a capire teorie e formule, o almeno a smussarne le difficoltà di approccio Straordinariamente acuto come solo lui sa essere, ancora una volta ci regala alcune riflessioni davvero uniche e affascinanti Un grande romanziere che prova ad interpretare la rivoluzione della scienza , come questa possa attraversare la letteratura, l’arte, la musica e restarne intatta ed eterna Illuminante
Questa raccolta di cinque saggi dovrebbe focalizzarsi sul rapporto tra scienza e letteratura. A farlo propriamente sono i primi tre, che compongono una sezione omogenea e ricca di spunti interessanti: si va dal riconoscimento di elementi comuni nell’espressività umana (alla base anche del meccanismo di comprensione e immedesimazione che scatta nella lettura), alla ricerca di originalità e discontinuità (individuale ed epocale) anche laddove la biologia e la storia propendono per processi progressivi. McEwan arriva a proporre un vero e proprio canone per la letteratura scientifica, avendo cura di non escludere anche i fallimenti e le teorie rivelatesi errate, premessa indispensabile per ogni reale avanzamento. Meno interessante si rivela il ‘Blues della fine del mondo': l’invettiva sarcastica sui movimenti millenaristi e apocalittici, condivisibile, sfocia in un’identificazione superficiale tra questi e ogni tipo di espressione religiosa. L’ultimo saggio rialza la media: partendo dalla difficile definizione (biologica e psicologica) di ciò che chiamiamo ‘io’, McEwan ne illustra brillantemente le rappresentazioni letterarie, tracciando la strada che da Montaigne e Shakespeare porta alla forma del romanzo moderno.
Letto con fatica. Di delizioso (senz'altro per miei limiti) ho trovato ben poco, di interessante qualcosa.
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